Oggi è il gran giorno: Mark Zuckerberg è atteso al congresso USA per testimoniare sul progetto Libra. L’udienza è fissata alle ore 10 statunitensi ( GMT-4, ore 16 italiane), presso la Commissione dei Servizi Finanziari della Camera.
Ieri intanto è stato diffuso il testo contenente le dichiarazioni che il CEO di Facebook si prepara a fare. Una difesa a tutto campo della stablecoin Libra, non una minaccia ma un’opportunità. Questo il senso in sintesi delle sette pagine diffuse dagli organi ufficiali statunitensi.
Zuckerberg al Congresso USA: Libra per l’inclusione finanziaria
“Ci sono più di un miliardo di persone al mondo che non hanno accesso ai conti correnti bancari, ma potrebbero farlo attraverso i cellulari se esistesse il sistema giusto, tra questi, 14 milioni sono negli Stati Uniti. Esseri esclusi dai sistemi finanziari ha delle conseguenze nella vita delle persone (…) L’industria finanziaria è stagnante è non c’è l’architettura digitale per supportare l’innovazione di cui abbiamo bisogno. Io credo che questo problema possa essere risolto e che Libra possa essere di aiuto”.
Così inizia Zuckerberg. Nella testimonianza, Zuckerberg ribadisce che Libra nasce per rendere l’invio del denaro facile e sicuro come mandare un messaggio di testo.
Ma il CEO di Facebook non nega i troppi problemi che il suo social network ha affrontato negli ultimi anni e che hanno minato la fiducia nel gigante del web.
“Ci sono rischi importanti da affrontare, ci sono domande sulla stabilità finanziaria, sulla lotta al terrorismo, e non solo. Sono qui per discutere quei rischi e come programmiamo di affrontarli. Ma spero che parleremo anche del rischio di non innovare”.
Prosegue Zuckerberg. Dicendosi pronto a parlare con regolatori, esperti e governi, aggiunge:
“Ciò che stiamo discutendo oggi è troppo importante affinché ognuno faccia la sua parte”.
Zuckerberg: il lancio di Libra può essere rimandato
Entrando nel dettaglio del progetto Libra, Zuckerberg ne descrive l’obiettivo: promuovere l’inclusione finanziaria con un modo di inviare e ricevere pagamenti sicuro, efficiente, low-cost.
Riguardo le perplessità sollevate, la risposta è netta:
“Abbiamo sentito persone dire che ci stiamo muovendo troppo velocemente. Come ho detto dall’inizio, ci siamo impegnati a prenderci il tempo necessario per fare tutto nel modo giusto. Abbiamo scritto il white paper per iniziare un dialogo con gli esperti, i regolatori e i policymaker, che vigilano sulla stabilità e la sicurezza del sistema finanziario. Non è mai stata nostra intenzione avere l’ultima parola sul progetto. Le conversazioni sono in corso e continueremo a chiedere una innovazione responsabile in questo spazio”.
E ancora:
“Qualcuno ha suggerito che intendiamo scavalcare regolatori e regolamenti. Vogliamo essere chiari: Facebook non prenderà parte al lancio del sistema di pagamento di Libra da nessuna parte fino a che i regolatori statunitensi non lo approveranno. Supporteremo un rinvio del lancio di Libra fino a che non sarà pienamente rispondente ai criteri statunitensi”.
Nella testimonianza vengono ribadite le distanze e l’indipendenza tra Facebook, Libra e Calibra, e il fatto che i dati degli utenti sono al sicuro.
Libra non è una minaccia alla sovranità monetaria
Infine, Zuckerberg si focalizza su quella che è una delle minacce più sentite di Libra:
“La domanda se Libra intende rimpiazzare la sovranità monetaria e se è appropriato che delle compagnie private siano coinvolte in questa innovazione. Voglio essere chiaro: non è un tentativo di creare una moneta sovrana. Come i sistemi di pagamento online già esistenti, è un modo per far trasferire i soldi alle persone. La politica monetaria è competenza delle banche centrali, non di Libra”.
Infine, conclude:
“So che c’è molto da fare, ma so anche che i problemi legati alla sotto-inclusione finanziaria sono risolvibili, e credo che possiamo giocare un ruolo nell’aiutare a trovare una soluzione. Spero oggi di aver risposto ad alcune delle vostre domande”.
Non resta che attendere lo svolgersi dell’audizione e la risposta dei membri della commissione, a partire dalla presidente Maxine Waters.