HomeCriptovaluteCina vs Giappone: due modi diversi per diventare Paesi cashless

Cina vs Giappone: due modi diversi per diventare Paesi cashless

Di recente, i governi di Cina e Giappone hanno introdotto delle misure diverse per ridurre l’utilizzo dei contanti nel proprio paese, con lo scopo di ottenere maggiore controllo sulle transazioni, diventando così dei paesi cashless.

Si tratta di due manovre che prevedono per la Cina, l’intervento della People’s Bank of China (PBoC) che intende pilotare delle restrizioni sulle transazioni in contanti su larga scala in tre diverse regioni del Paese, mentre per il Giappone, l’introduzione di cashback o rimborsi fino al 5% sugli acquisti eseguiti senza contanti ai commercianti

Nello specifico caso della Cina, sembra che l’introduzione della nuova valuta digitale nazionale (CBDC – Central Bank Digital Currency) avverrà dopo una serie di monitoraggi da parte della banca centrale che al momento coinvolgono un esperto che aprirà la strada al prossimo token Renminbi digitale (RMB).

In particolare, la PBoC mira a guidare i propri clienti a ridurre l’utilizzo dei contanti in quanto, secondo quanto dichiarato, le grandi transazioni facilitano attività criminali illegali, corruzione, evasione fiscale e riciclaggio di denaro. 

Infatti, il piano della PBoC è limitare depositi / prelievi in ​​contanti di grandi quantità per conti commerciali che vanno da 500.000 yuan ($ 71.000) e oltre, mentre sui conti personali i limiti variano da 100.000 yuan ($ 14.000) a 300.000 yuan ($ 43.000), a seconda della provincia.

Il Giappone diventa cashless

In Giappone, invece, la situazione è alquanto diversa: sembra infatti che la manovra sia puramente di natura politica. È il governo che offre sconti fiscali efficaci fino al 5% a tutti quei consumatori che decidono di utilizzare i sistemi di pagamento senza contanti, cioè cashless. 

Secondo quanto riportato, la manovra governativa è stata introdotta dopo l’aumento dell’imposta sulle vendite dall’8% al 10%, con il tentativo di aumentare le entrate e ridurre il deficit nazionale, in un paese però in cui la moneta elettronica, i sistemi di pagamento mobili e di recente le app di crypto crescono continuamente.

In entrambi i casi, sembra che la mission sia diventare Paesi cashless, come afferma il Co-founder & Partner at Morgan Creek Digital, Anthony Pompliano, sul caso cinese:

 

Il potenziale scenario crypto nei Paesi cashless

Le crypto sono già soluzioni alternative per i metodi di pagamento, alle monete tradizionali  centralizzate di banche e governi. 

Nel Paese del ban delle crypto, Cina, in realtà con il nuovo token pilota di restrizione, il RMB digitale, di cui i dettagli non sono ancora stati annunciati, ci si potrebbe trovare presto in uno scenario per cui RMB potrebbe essere il nuovo token nazionale competitivo anche su scala mondiale e magari potrebbe anche basarsi su blockchain. 

Mentre in Giappone, nonostante le manovre politiche, lo scenario crypto è già ampiamente diffuso. Colossi come l’e-commerce Rakuten ed il popolare servizio di messaggistica Line hanno già applicazioni attive per il trading e l’acquisizione di criptovalute che sono effettivamente collegate ai loro servizi di pagamento senza contanti e mobili R Pay e Line Pay. 

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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