HomeCriptovaluteTerraBitcoin: “Un modo innovativo per ottenere capitali”

TerraBitcoin: “Un modo innovativo per ottenere capitali”

Articolo a firma di Paolo Barrai della nuova associazione TerraBitcoin

Il mondo delle criptovalute ha bisogno di nuovi stimoli per poter ripartire. Il 2017 è stato l’anno della bolla (come fu il 2000 per le dotcom). Il 2018 è stato caratterizzato dal crypto winter e dal crollo delle quotazioni fino a livelli estremamente bassi e interessanti.

Il 2019 è un anno di leggera ripresa: la capitalizzazione è salita “solo” del 120% da gennaio a oggi e il bitcoin ha aumentato il suo prezzo “solo” del 190%.

Il 2020 potrebbe essere l’anno della ripartenza della crescita per il mercato crypto. Ma affinché questo accada serve l’adozione di massa. Le criptovalute devono essere finalmente utili e usate. Altrimenti le blockchain sono belle infrastrutture ma se nessuno le utilizza perdono valore.

I regolatori e i governi di tutto il mondo negli ultimi 20 mesi si sono dati un gran da fare. Si stanno sforzando di controllare un mondo difficilmente domabile al 100%. Tuttavia, con TerraBitcoin siamo convinti che si stanno trovando dei compromessi fra controllo totale voluto da regolatori e governi  e crescita economica del mercato cripto stesso.

Del resto il vecchio mondo sta facendo sempre più fatica a crescere e a sopportare tassi di interesse sempre piu’ negativi. Il motore della crescita economica del prossimo decennio puo’ solo passare dalla tokenizzazione dell’economia.

Oramai tutti sanno che cosa sia bitcoin o che cosa sia una blockchain. Possiamo considerare questa asset class alla stregua di una commodity.  Un po’ più volatile di molte commodities ma nulla più.

Quindi, il concetto di bitcoin da solo (o di altre crypto)  non porterà liquidità nuova nel settore, a meno che il solo bitcoin possa assurgere a vera riserva di valore, cosa che al  momento lascia molti asset manager relativamente scettici.

Nell’immaginario collettivo le crypto destano ancora preoccupazione. Si va da chi considera le crypto il denaro dei delinquenti (posizione direi superata. Solo qualcuno crede ancora a queste favole medioevali, visto che sulla blockchain tutto è tracciato per sempre e senza possibilità di corruzione di intermediari, come invece accade spesso con il sistema bancario mondiale) a chi le considera rischiose e altamente volatili.

In entrambi i casi l’adozione di massa rimane una chimera. Occorre quindi qualcosa di nuovo.

Come raccogliere capitali

Ci hanno provato con le ICO e le IEO a creare adozione di massa, ma non sono più gli strumenti giusti. Le difficoltà a raccogliere capitali per una startup o per una impresa emettendo utility token sono enormi.

I cosiddetti utility token possono aumentare di valore solo se vengono usati da un numero molto considerevole di persone rispetto alla quantità di token emessi da una startup e se possono nel tempo ridursi di numero (effetto scarsità).

Tuttavia, la riduzione del numero dei token (burning) mette a rischio il token di essere classificato come security token.

Inoltre, le startup sono per definizione rischiose e quindi non sono sicuramente il driver giusto per l’adozione di massa. 

Noi di Terrabitcoin siamo sicuri che l’adozione di massa delle criptovalute è ormai prossima e si muove su 4 differenti direttive quali

  • Valute digitali emesse dai governi o dalle banche centrali (legate a valuta fiat) come quello che vogliono fare in Cina;
  • Valute digitali emesse da multinazionali (legate a panieri) come per esempio nel caso di Libra;
  • Token che rappresentano asset con ownership right da parte del detentore del token. In primis Oro e metalli preziosi ma in realtà qualsiasi altro tipo di asset che mantiene valore nel tempo. Questa categoria di token diventerà importante nel caso di perdita di fiducia verso la moneta fiat o nel caso di aumento tassi interesse negativi;
  • Security Token

In relazione ai security token, evidenziamo come un forte sviluppo arriverà dai token legati al real estate. Recentemente sono state annunciate moltissime operazioni di tokenizzazione per questa asset class. 

L’immobiliare è da sempre considerato un investimento poco rischioso e quindi l’introduzione dei token garantirà in pochi anni una importante adozione di massa e una buona liquidità nel caso di tokenizzazione di immobili importanti.

Ci sono poi altri security token che non sono rappresentativi di “azioni” o “quote di società”,  ma possono dare dei vantaggi agli investitori che le azioni a volte non offrono.

Una soluzione di token financing che se ben studiata porta a vantaggi sia per l’impresa sia per l’investitore.

Un esempio di innovazione in questa direzione  arriva dai token emessi da molti exchange di criptovalute. 

Binance e Bitfinex  in primis hanno lanciato un nuovo tipo di token che a nostro avviso ha un enorme potenziale di sviluppo nella realtà economica del prossimo decennio. Sono token che vengono utilizzati per ottenere sconti su commissioni, corsie preferenziali per accedere a determinati eventi o servizi. E, fattore più importante, esiste un buy back sul mercato (nel caso di Bitfinex) dei token stessi fatto con una percentuale predefinita e non cambiabile, del fatturato aziendale.

Nel caso di Bitfinex l’acquisto di token avverrà sempre fino a quando rimarrà un solo token sul mercato. L’effetto di scarsità che si crea potrebbe portare la valutazione del token a tendere addirittura all’infinito nel tempo.

Le imprese potrebbero utilizzare forme simili di finanziamento con indubbi vantaggi. Noi riteniamo che questa modalità potrebbe diventare uno standard per il mercato e sostituire addirittura il concetto tradizionale di azioni.

L’emissione di un token è un modo semplice per una azienda per finanziarsi senza diluire la quota azionaria dell’imprenditore  e senza avere a che fare con un sistema bancario sempre più emarginato a ruoli da controllore e di bastone della vecchiaia di un sistema finanziario malato.

Ma come funziona tale token? Un esempio con la Ferrari

E’ molto semplice spiegarlo con un esempio. Escludiamo da questa opportunità di finanziamento tramite token le startup perché sono rischiose, quindi interessano molto meno la grande massa di investitori e quindi porterebbero poca adoption al mercato delle crypto.

Prendiamo una società esistente, sana e con un buon fatturato. Utilizziamo la Ferrari perché la conoscono tutti, ma potremmo prendere una qualsiasi azienda. La Ferrari nel 2020 potrebbe avere un fatturato pari a 4 miliardi di euro

La Ferrari supponiamo abbia bisogno di raccogliere 500 milioni per il lancio di un nuovo business e non voglia ricorrere né alle banche né al mercato obbligazionario. La società potrebbe emettere un token che non dà diritto al voto né ad avere azioni, ma dà diritto a godere di una percentuale del fatturato. 

Supponiamo che lo 0.2% del fatturato della Ferrari, ovvero 8 milioni (nel caso dei 4 miliardi) potrebbe essere messo a disposizione per sempre o anche per un determinato numero di anni ai detentori di token Ferrari.

I parametri della nuova forma di funding

E’ ovviamente importante costruire il token tenendo presente alcuni parametri:

  • Durata del token (limitata a un tot di anni, ma anche di durata infinita e legata alla vita dell’azienda come accade per le azioni);
  • Convertibilità: Cosa accade a scadenza?;
  • Convertibile in equity token e/o rimborso del capitale;
  • Percentuale del fatturato messa a disposizione: può essere costante o decrescente al passare degli anni. Si può avere un floor e/o un cap;
  • Distribuzione o Burning: Percentuale del Fatturato distribuito (come fosse un dividendo) o Percentuale del Fatturato utilizzato per un buy back del token (burning).

Le formule possono essere le più svariate e anche questa flessibilità piace all’azienda che può adattare al meglio il  token model alle caratteristiche del suo business.

Questa percentuale del fatturato non è legata al consiglio di amministrazione della società, ma è legata al prospetto di emissione del token e obbliga la società a priori. L’investitore risulta così  molto più garantito rispetto al dividendo. 

L’impresa si crea un vincolo aggiuntivo, ma non si porta dentro soci nuovi diluendo il capitale né si vincola con banche o ingombranti private equity. Tali token sono considerati alla stregua di un debito per l’azienda.

Nel caso del burning diventerebbe interessante anche fiscalmente per l’investitore in quanto le tasse si pospongono al momento della vendita del token e non all’incasso del dividendo.

Si può pensare anche a formule miste di token burning e di dividendo. Ma non solo. Il token può servire all’investitore per accedere a sconti sulle auto Ferrari o sui gadget aziendali. Gli permette di accedere a eventi destinati ai vip Ferrari (ad esempio ai gran premi).

L’ottenimento di uno sconto o l’entrata a una manifestazione comporta per l’investitore l’utilizzo di tot numero di token: in questo modo l’azienda riduce il costo del token e fidelizza i clienti.

Andiamo oltre: si può favorire uno staking di token. Ovvero se detieni un certo numero di token hai diritto a più sconti o a una corsia speciale (vedi negli aeroporti ) oppure a un extra dividendo, ecc…

E potremmo andare avanti per ore a proporre modelli di Tokeneconomics.

Si tratta di ingegneria finanziaria e marketing insieme. Una consulenza difficilmente trovabile quando lavori con importanti e blasonati advisors che di questa materia poco conoscono.

L’impresa si troverebbe a raccogliere capitali a un costo interessante. Pochissimi i vincoli, ma non solo, se ben gestito il token può creare un ciclo virtuoso. Gli investitori potrebbero essere portati a sentirsi parte di una famiglia e il token diventa uno strumento fortissimo per rafforzare l’immagine aziendale, il brand, il rapporto con i clienti e un potente strumento di marketing.

Il token financing è appena partito ma il futuro è roseo. Ci sono grandi opportunità da cogliere sia per l’imprenditore sia per gli investitori accorti.

Questo articolo è stato preparato con l’aiuto del team di Terrabitcoin Ltd. Il team ha lanciato diverse iniziative blockchain in molte parti del mondo. Siamo advisor di alcune aziende in Europa che stanno valutando l’emissione di token con alcune caratteristiche illustrate nell’articolo.

 

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