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Energia rinnovabile e blockchain

La capacità delle blockchain di consentire transazioni energetiche peer-to-peer potrebbe mutare in modo significativo il settore dell’energia rinnovabile, in particolare incoraggiando la decentralizzazione. 

L’uso crescente di piccole installazioni ad energia rinnovabile, come i pannelli solari sui tetti, può creare tensione su reti elettriche progettate per grandi centrali elettriche centralizzate. Consentendo il commercio di energia peer-to-peer e incentivando il consumo locale al momento della produzione, la blockchain potrebbe stabilizzare la rete, favorendo la decentralizzazione.

Si stima infatti che il valore degli investimenti in blockchain nel mercato dell’energia sia stato superiore ai 220 milioni di dollari nel solo 2018 e che possa avere, per il periodo 2019-2025, un tasso annuo di crescita composto, CAGR, pari al 50%.

Un esempio fra tutti può essere dato da SP Group, il principale gestore e distributore di elettricità e gas a Singapore: a ottobre del 2018 ha costituito un mercato digitale per certificati energetici green (REC, Renewable Energy Certificate) basato proprio sulla tecnologia blockchain. 

Sfruttando le peculiarità principali della tecnologia blockchain quali integrità, sicurezza e tracciabilità, il marketplace di energia rinnovabile è in grado di garantire una negoziazione di REC a prescindere dalle dimensioni e dal tipo di attività delle controparti interessate, che siano esse locali o internazionali. 

In tale maniera tutti, venditori ed acquirenti, sono messi in grado di reperire una rapida copertura, tracciabile e certificata, in un’ottica di sempre più ampia integrazione della rete elettrica e delle fonti di energia rinnovabile. 

In questo senso esistono già alcuni progetti pilota di cooperative energetiche e peer-to-peer sono già stati attuati con successo dalla Microgrid  di Brooklyn a New York, da Power Ledger in Australia, da Conjoule in Germania e da tanti altri. 

Tuttavia, in Europa questi esperimenti sono limitati a progetti pilota sotto esenzioni regolamentari, o microgrid private – il peer-to-peer rimane lontano dall’essere estesi universalmente. 

La blockchain potrebbe anche essere utilizzata per il tracciamento dell’elettricità con almeno due scopi: premi per la generazione di energia rinnovabile (come ad esempio la criptovaluta SolarCoin nata nel 2015 proprio a questo fine) e certificati di energia rinnovabile o crediti di carbonio. 

Per coloro che vogliono investire nelle energie rinnovabili ma non dispongono dei fondi, la tecnologia blockchain potrebbe consentire investimenti collettivi, garantendo una condivisione equa e trasparente delle entrate. 

Potrebbe poi risolvere in maniera sicura trasparente ed immediata il problema dello scambio sul posto dell’energia non utilizzata, con il trasferimento peer to peer, senza la necessità di passare attraverso intermediari, evitando così sprechi e costi più elevati. Come ben sappiamo, infatti, l’energia sia elettrica sia gas sia fossile viene prodotta e distribuita dalle compagnie e deve essere utilizzata istantaneamente altrimenti viene sprecata o si potrebbe addirittura dire buttata per gli altissimi costi di stoccaggio. Sappiamo inoltre anche che la richiesta di energia varia a seconda  dell’orario della giornata e della stagione. 

Per la produzione di energia rinnovabile la questione diventa ancora più complicata se vogliamo, dal momento che essa dipende anche dalle condizioni atmosferiche. Non usiamo la nostra energia pulita e rinnovabile, ma la compensiamo con quella  fornita dalla compagnia. 

Grazie alla tecnologia dei blocchi introduciamo apparecchi digitali collegati alla rete che contabilizzano la produzione di energia in casa. Questi contatori sono collegati a smart contract che automaticamente memorizzano e distribuiscono il dato nella rete, certificandone il valore. 

Così facendo si crea un sistema trasparente di valorizzazione dei consumi e della reale produzione di energia della comunità. Questo sistema incentiva il privato, l’azienda e la struttura ricettiva ad adottare sistemi di produzione in‐house di energia rinnovabile perché la produzione non è intesa solo come sistema per ridurre l’inquinamento o salvaguardare il nostro pianeta,, ma anche come risparmio effettivo e l’abbattimento dei costi energetici. 

 

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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