HomeCriptovaluteCriptovalute centralizzate non-P2P: possono diventare realtà?

Criptovalute centralizzate non-P2P: possono diventare realtà?

Le criptovalute e il loro sistema “madre”, la blockchain, sono stati creati per una miriade di ragioni, tra le quali una chiave: l’introduzione della decentralizzazione in un ecosistema monetario. Un sistema che rischia di essere messo “in crisi” dalle criptovalute centralizzate.

Bitcoin, Litecoin, Stellar e altre criptovalute hanno goduto della loro indipendenza offrendo sicurezza, anonimato e transazioni veloci.

Tuttavia, il mondo non sembra percepire le criptovalute in maniera non-binaria: mentre gli enti privati e gli individui beneficiano di mezzi finanziari privi di regolamentazione, i governi e le grandi aziende hanno la loro idea in proposito. 

Recentemente, abbiamo assistito alla nascita della più grande criptovaluta centralizzata: Libra, o almeno l’idea. Zuckerberg di Facebook si è fatto avanti con la sua iniziativa di creare questa moneta digitale a copertura mondiale che fornirà opportunità bancarie a milioni di persone. 

Ed è proprio questo il punto: le criptovalute non dovrebbero essere governate da un’unica istituzione centralizzata. Quindi, cosa sta succedendo?

Che cos’è un modello decentralizzato?

Innanzitutto iniziamo spiegando che cosa significa effettivamente la decentralizzazione e come favorisce le monete digitali. Nel 2008 è stata creata la prima criptovaluta, bitcoin. Era un mezzo di pagamento che si basava su uno scambio peer-to-peer (p2p).

Quella rete p2p si chiamava blockchain – un sistema senza governo o qualsiasi altro organismo centralizzato. Le criptovalute nella blockchain erano controllate dagli utenti stessi che le minavano (le creavano utilizzando le capacità di potenza dei loro computer) e ne determinavano l’offerta e il prezzo. 

Questo modello ha completamente rimosso la necessità di qualsiasi controllo governativo. Nel caso delle valute attuali, i governi sono gli unici operatori e gestori. E il mondo ha visto molte crisi finanziarie, compresi i drastici tassi di inflazione politicamente motivati. 

Ad essere sinceri, la decentralizzazione è un approccio pratico quanto un’affermazione filosofica. Le valute digitali sono state create seguendo la stessa filosofia secondo la quale i mercati operano in modo più efficace quando sono liberati dagli artigli centralizzati dei governi. E questa stessa mentalità li spingeva verso il loro successo.

E sebbene quasi tutti sembravano felici di questo modello, i governi e le grandi aziende hanno iniziato a promuovere le stablecoin, che sono simili per molti aspetti alle crypto convenzionali.

Le stablecoin compensano il maggiore svantaggio di bitcoin

Uno dei maggiori svantaggi delle criptovalute è la loro elevata volatilità. Sebbene siano una grande risorsa di investimento per i trader online, è del tutto irragionevole utilizzare bitcoin o altre criptovalute per eseguire transazioni finanziarie quotidiane o anche come riserva di valore a lungo termine. 

Ed è proprio qui che emergono le stablecoin. Come suggerisce il nome, il loro prezzo è più stabile di quello delle criptovalute. E la ragione è piuttosto semplice: invece di dover dipendere dalle leggi della domanda e dell’offerta – il numero di crypto minate ogni anno – le stablecoin sono vincolate a asset “reali” come valute fiat, materie prime, azioni o panieri di tali asset.

La stablecoin più famosa oggi è, chiaramente, Libra. Si tratta di un’iniziativa finanziaria lanciata da Mark Zuckerberg nel giugno di quest’anno. Libra, e la maggioranza delle altre stablecoin come Tether, deve essere ancorata alle valute fiat. Ma, a differenza di Tether stesso, sarà caratterizzata da un paniere di diverse valute principali come il dollaro USA, la sterlina inglese, lo yen giapponese, ecc…

Due facce della centralizzazione

Ed è qui che entra in gioco la centralizzazione. Di fatto, ci sono due aspetti principali della governance centralizzata: in primo luogo, le stablecoin entrano in una zona di controllo governativo e, in secondo luogo, le grandi aziende operano anch’esse come organi di gestione centralizzata. 

Cominciamo dal primo punto. Come accennato in precedenza, Libra, Tether e altre stablecoin mantengono i loro prezzi stabili grazie al legame con le valute fiat. Queste ultime, a loro volta, sono gestite da banche centrali o da altre parti del governo. Ciò significa che, indirettamente, i governi sono anche responsabili delle stablecoin e della loro politica di emissione.

Il punto successivo, a nostro avviso, potrebbe essere più prevalente del primo. Libra è noto per essere il progetto di Facebook. E nonostante gli altri grandi membri dell’Associazione Libra, tutti sanno che le decisioni principali dipenderanno sempre da Facebook e Zuckerberg.

Questo significa che la stablecoin sarà governata dalla grande entità centralizzata che è Facebook. Il social network utilizzerà tutto ciò che trova nel proprio arsenale per espandere la copertura di Libra in tutto il mondo.

Implicazioni della centralizzazione

Ma tale centralizzazione è un trend negativo per gli utenti e per l’economia globale? Per quanto sia difficile fare previsioni, possiamo comunque fare alcune affermazioni su alcuni aspetti. Cominciamo dalla centralizzazione aziendale.

La governance aziendale

Facebook sostiene che quasi due miliardi di persone che attualmente sono unbanked – senza conti bancari e possibilità di pagamenti online – possono trarre grandi benefici dalla propria valuta digitale. Avendo quasi 2,6 miliardi di utenti a livello globale, la piattaforma può facilmente spingere Libra in nuovi mercati e renderla disponibile in alcuni dei paesi più poveri senza essere necessariamente sanzionata da grandi banche o altri istituti finanziari.

Tuttavia, vi sono alcune preoccupazioni in merito. Vedete, Facebook è stato coinvolto in diversi scandali di notevole portata riguardanti la privacy dei propri utenti. Il caso più famoso è Cambridge Analytica, dove l’azienda ha venduto decine di milioni di dati degli utenti alla società di consulenza politica britannica al fine di studiare e influenzare i modelli di voto dei cittadini.

E nel momento in cui Facebook otterrà una leva aggiuntiva sulla nostra privacy sotto forma di numeri di carta di credito, saremo ancora più compromessi. Nessuno ci darà alcuna garanzia che l’azienda non venderà le nostre credenziali finanziarie a un’altra azienda per qualsiasi motivo particolare.

Conformità alla politica monetaria

Poi c’è il controllo del governo. In termini di volatilità e manipolazioni finanziarie, può essere molto utile introdurre un certo livello di controllo regolamentare. Quando le stablecoin sono vincolate a valute fiat, diventano soggette alla politica monetaria del governo che, in alcuni casi, è piuttosto stabile e sicura.

Tuttavia, la stessa politica monetaria è nota per essere difettosa su molti livelli. Ad esempio, i governi aumentano artificialmente i tassi di inflazione per raggiungere determinati obiettivi: incrementare le esportazioni, pagare i debiti esterni, ecc. Questo può anche influire sulle stablecoin, anche se operano su una blockchain.

Crypto vs. Stablecoin

L’introduzione delle criptovalute è stato un evento significativo nel mondo finanziario. La nuova moneta digitale si basa su un sistema decentralizzato, peer-to-peer che non richiede direttive da parte dei governi o di altre istituzioni centralizzate.

Tuttavia, con il passare del tempo, sono emerse le stablecoin per portare maggiore stabilità nel settore blockchain. Ma hanno anche portato con sé governi e grandi aziende come Facebook. Sebbene la distinzione tra stablecoin e criptovalute sia ancora in discussione, è chiaro che la blockchain non sarà più un’entità libera dal governo.

 

Giorgi Mikhelidze
Giorgi Mikhelidze
Giorgi è un software developer che vive in Georgia con due anni di esperienza nel trading sui mercati finanziari. Ora lavora per aumentare la conoscenza della Blockchain nel suo Paese e cerca di condividere le sue scoperte e ricerche con quanta più gente possibile.
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