Il creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, si suppone abbia almeno 1 milione di BTC in uno o più indirizzi e che questi siano al sicuro nel cosiddetto Tulip Trust.
Al di là di chi ci sia dietro all’identità di Satoshi Nakamoto, che potrebbe benissimo essere un gruppo di più persone o una donna, quello di cui si è certi sono i dati che si trovano sulla blockchain di Bitcoin in quanto pubblica.
Come tutti ben sanno, il 3 gennaio 2009, alle 19:15, fu minato il primo blocco di BTC e questo ha comportato anche l’invio del premio, cosiddetto Coinbase, di 50 BTC. Insieme a questa transazione era stato inviato un messaggio relativo proprio alla data di invio con il titolo della prima pagina del Times.
Per recuperare tutte le informazioni relative a quello che è l’address di Satoshi Nakamoto dobbiamo partire dal primo blocco, ovvero il numero 0, quello chiamato genesi.
Per controllare, invece, il testo del messaggio dobbiamo controllare la relativa transazione e convertire da HEX a ASCII il codice:
04ffff001d0104455468652054696d65732030332f4a616e2f32303039204368616e63656c6c6f72206f6e206272696e6b206f66207365636f6e64206261696c6f757420666f722062616e6b73
ovvero
“The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks?”
Quando viene minato un nuovo blocco, vengono anche generati i nuovi bitcoin, all’epoca 50, ed ovviamente serve un indirizzo per riceverli.
Ebbene, questo sarebbe il primo indirizzo utilizzato da Satoshi Nakamoto, quindi possiamo affermare con estrema certezza che questo indirizzo sia direttamente riconducibile a lui.
Attualmente in questo indirizzo ci sono poco meno di 70 BTC, quasi mezzo milione di dollari, e ha uno storico con circa 2000 transazioni tutte solo in entrata.
Interessante notare che ancora adesso venga riempito da diversi indirizzi, anche se per pochi satoshi.
Se è veramente questo è l’indirizzo di Satoshi Nakamoto, perché ci sono solo 68 BTC?
La risposta è da ritrovarsi nel blocco numero 1, che fu minato 6 giorni dopo il blocco genesi, ovvero il 9 gennaio 2009, alle 3:54.
In questo caso, però, troviamo un indirizzo diverso, che ricevette altri 50 BTC come premio.
A seguire, vedremo indirizzi sempre diversi da cui vengono minati i blocchi, ma sempre con 50 BTC di premio.
Non è detto che dal secondo in poi gli indirizzi che troviamo risalgano alla stessa persona, anzi.
Potremmo ipotizzare che il primo blocco sia servito da test e che poi Satoshi abbia cambiato address o fatto minare gli altri blocchi da altre persone.