L’udienza per il caso della liquidazione dei clienti di Cryptopia è stata riprogrammata per l’11-14 febbraio all’Alta Corte di Christchurch, in Nuova Zelanda.
Questo è quanto annunciato ufficialmente su Twitter, unitamente al fatto che stiano cercando di identificare lo stato legale dei fondi posseduti dai clienti al momento della chiusura dell’exchange neozelandese.
The #Cryptopia directions hearing has been rescheduled to 11-14 Feb @ Christchurch High Court. We are seeking directions about the legal status of customers’ holdings & the ability to hold Cryptocurrency on trust. All Liquidation info can be found here: https://t.co/qtQ7dvcUtc
— Cryptopia Exchange (@Cryptopia_NZ) January 17, 2020
Questo significa che fino a metà febbraio non ci saranno novità riguardo la liquidazione dei crediti che gli ormai ex clienti di Cryptopia vantano nei confronti dell’exchange, da quando questo ha dovuto chiudere a causa di due attacchi hacker subiti nella prima metà del 2019.
Ormai è passato già un anno dal primo attacco, e più di sei mesi dalla chiusura dell’exchange, ma da allora gli unici passi in avanti fatti sembrano riguardare il calcolo dei fondi detenuti dai clienti all’atto della chiusura, e il riconoscimento legale dei crediti.
Infatti, dal momento della chiusura i clienti che avevano ancora fondi detenuti sui wallet dell’exchange non hanno ancora ricevuto nulla, ed hanno solamente partecipato al processo di definizione dei crediti.
I fondi dell’exchange, che nel frattempo sono stati rintracciati, non sono ancora stati distribuiti, sia perchè non sono ancora rientrati tutti nella piena disponibilità dei liquidatori, sia perché tutto ormai è in mano alla magistratura, che deve ancora stabilire con precisione il preciso ammontare dei crediti che ogni singolo ex-cliente può legittimamente vantare.
Pertanto l’udienza dell’11-14 febbraio presso l’Alta Corte di Christchurch ha come scopo proprio quello di risolvere perlomeno quest’ultimo problema, identificando i crediti che i liquidatori dovranno cercare di rimborsare.
Tuttavia è possibile che i liquidatori attualmente non dispongano realmente di tutti i fondi necessari a restituire i crediti, e non si sa nemmeno se riusciranno a recuperare quelli rubati, nonostante questi siano stati rintracciati.
La vicenda quindi si protrarrà presumibilmente ancora per diversi mesi.