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Valuta digitale cinese, un report svela i dettagli

In un report diffuso su Baidu emergono nuovi dettagli circa la criptovaluta di stato cinese. Innanzitutto il rapporto conferma un qualcosa di abbastanza ovvio: si tratterà di una moneta del tutto centralizzata ed in mano alla Banca Centrale della Cina, la PBoC (People’s Bank of China). 

Nel documento rilasciato da un profilo che risponde al nome di Future Think Tank e che indica come fonte Huatai Securities, viene anche detto che la valuta digitale cinese DCEP (Digital Currency Electronic Payment) non sarà un sistema di pagamento come Alipay ma sarà una vera e propria alternativa alle banconote in circolazione, quindi sarà un sistema M0, sigla che sta ad indicare la base monetaria delle banconote in circolazione.

Il rapporto traccia poi le differenze con Bitcoin, spiegando che mentre la regina delle criptovalute si basa sulla tecnologia blockchain e su un meccanismo di consenso che è la Proof of Work, diventando di fatto digitalizzato e con il rischio di elevata volatilità, la valuta digitale cinese sarà emessa dalla banca centrale che ne regola l’emissione. Il suo valore sarà legato al  Renminbi cinese pertanto l’intera gestione sarà centralizzata e basata su un’architettura blockchain che nel report viene definita “non pura”. 

La valuta digitale sarà ancorata alla valuta cartacea, con riserve custodite nel caveau della banca centrale. Il report entra nel dettaglio circa i sistemi di sicurezza che si stanno adottando e che si dividono in sicurezza di base, sicurezza dei dati e sicurezza delle transazioni. Verrà utilizzato un sistema di crittografia per rendere sicuro l’utilizzo. Inoltre un sistema di autenticazione garantirà che la valuta sarà utilizzata solo da chi effettivamente la possiede.

Valuta digitale cinese, il progetto in fase avanzata

Il progetto viene diviso in sei fasi:

  • Emissione,
  • Circolazione,
  • Gestione,
  • Ritiro,
  • Investimenti e finanziamento,
  • Regolamento interbancario. 

Nell’approfondimento dedicato alla gestione si parla esplicitamente di un sistema di tracciamento della valuta digitale, il che conferma che non sarà una valuta anonima ma del tutto tracciabile dalla banca centrale. Una grande innovazione sta nel fatto che potrà essere usata anche offline, cioè potranno esserci transazioni anche in assenza di internet. 

La parte finale del report è dedicata ai wallet digitali che dovrebbero diventare il corriere della valuta digitale cinese. Sia i privati che le aziende potranno aprire i loro wallet presso banche e istituzioni commerciali. I wallet dovranno essere verificati e autenticati non solo via password ma anche tramite codici biometrici (riconoscimento facciale o impronta digitale) e sistemi classici utilizzati dall’online banking come l’U-Shield. 

Anche le transazioni tra portafogli digitali saranno soggetti a controlli in caso di usi sospetti della valuta per riciclaggio di denaro o finanziamento del terrorismo. Come le valute cartacee, anche le transazioni della valuta digitale avranno dei limiti, e quindi non è escluso che lo scambio di grosse quantità di denaro sarà soggetto a prenotazione della somma. Insomma, non sarà immediato.

Dal report sembra evidente che la Cina è in una fase avanzata della progettazione e della sperimentazione della sua valuta digitale. Recentemente è stata annunciata la fase di test. Con una popolazione pari a un miliardo di persone circa la Cina si appresta ad essere un laboratorio su larga scala della tecnologia delle valute digitali emesse dalle banche centrali. Una riuscita del progetto cinese incoraggerà le altre banche centrali mondiale a imitarlo.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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