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Donazioni Bitcoin Cash: chi paga per lo sviluppo della blockchain?

Poche ore fa abbiamo assistito all’uscita di un nuovo aggiornamento sul caso collegato al finanziamento e alle donazioni per lo sviluppo di Bitcoin Cash. 

Roger Ver si è infatti dissociato dal messaggio di Jiang Zhuoer dello scorso 22 gennaio, nonostante ad esso sia stata apportata la sua firma e quella della sua azienda. 

In un video esplicativo, Roger manifesta alcuni problemi di comunicazione tra lui e il miner asiatico che avrebbero potuto portare ad un fraintendimento.

A Roger Ver sembra non piacere nemmeno l’annuncio di Amaury Sachet pubblicato sul sito Bitcoin ABC. Nel testo si palesano alcune modalità di selezione dei progetti degni di finanziamento, che escluderebbero la candidatura di Bitcoin.com, l’azienda di Ver.

Il tema emerso negli ultimi mesi porta attenzione sul problema: come e dove reperire le risorse per lo sviluppo di una blockchain? 

Ancora una volta è stato il miner Jiang Zhuoer, CEO di Btc.Top ad esporsi. La sua mining farm dichiara circa il 5% dell’hashrate di Bitcoin, considerando tutte e tre le blockchain che incidono su algoritmo Sha256: BTC – BCH – BSV

L’ultima comunicazione sembra aver esaurito la necessità di convincere la comunità. Molto inchiostro è già stato versato e il suo pragmatismo ha avuto la meglio. 

Pochi e semplici punti:

  • Cominceremo con la votazione dell’hash, se 2/3 dell’hash della rete è d’accordo, il piano di donazione sarà attuato. (Credo che i minatori abbiano il diritto di votare su come spendere la loro produzione).
  • Per il 5% della base monetaria donata dai minatori, i minatori avranno la possibilità, a loro esclusiva discrezione, di selezionare un numero di obiettivi per la donazione, come: General Foundation, ABC, BCHD, Electrion Cash.
  • Il piano di donazione durerà 6 mesi (poiché una versione è valida per un periodo massimo di 6 mesi). Suggerisco di interrompere la raccolta di fondi dopo 6 mesi, riavviando il sistema successivamente se necessario, evitando così che diventi una regola permanente.
  • Date le numerose obiezioni, sono propenso a iniziare il piano di donazione dopo che la comunità avrà raggiunto un accordo di base. Se non riusciremo a raggiungerlo, potremmo prima istituire la Fondazione generale, vedere l’effetto del finanziamento mediante donazione sul suo funzionamento, quindi procedere alla votazione dell’hash successivamente.

 

Sta per iniziare un braccio di ferro importante e la comunità si muove:

  • Su Reddit ad esempio incalza il sostegno al “no”. Gran parte della comunità che si esprime sul social network sembra essere contraria e quindi “AGAINST IFP”.
  • Per quanto riguarda la segnalazione di preferenza dei miner attraverso il loro hashing power, potremmo assistere ad un boicottaggio da parte dei miner BTC e BSV. Pur non interessati alla discussione, potrebbero deviare il consenso attraverso la loro potenza di calcolo.

Gli attori in gioco in questa partita si dividono in due macro categorie: miner e non miner.

I miner hanno obiettivi e problemi abbastanza intuibili: far crescere il network estraendo da esso il maggior vantaggio economico possibile.

Tra i non miner troviamo invece tutti coloro che sviluppano, utilizzano, spendono, accumulano, odiano o amano le criptovalute.

Chi paga gli sviluppatori di Bitcoin Cash?

Le blockchain pubbliche tipicamente non sono controllate da un’azienda o da uno stato e lo sviluppo open source del codice è delegato ai tecnici appassionati del settore, così è stato per Bitcoin dagli albori e per molte altre criptovalute. 

Come sappiamo bene, però, non è sufficiente la bontà di un ristretto gruppo di benefattori per far evolvere un protocollo. Più sono complessi gli obiettivi più alte saranno le necessità economiche a sostegno degli sviluppi.

Fino ad oggi abbiamo visto diverse modalità capaci di stimolare gli sviluppi dei protocolli blockchain:

  1. Ad una crescita del network segue una crescita del prezzo della criptovaluta sottostante e il contributore ne percepisce un vantaggio speculativo. Questo è valso per i primi gruppi di developer che hanno guadagnato moltissimo dall’apprezzamento di Bitcoin. Non dimentichiamo che i primi sviluppatori spesso erano anche dei miners grazie alla possibilità di utilizzare hardware domestico, ora ormai impossibile. Tutt’ora molti di coloro che sostengono BTC lo fanno grazie alla libertà finanziaria conquistata nei primi anni di vita della catena.
  2. Grossi miner sono incentivati a sostenere gli sviluppi pagando programmatori capaci di portare vantaggio al protocollo sui cui sono investiti. Modalità che si è palesata soltanto dopo la specializzazione di queste figure e all’arrivo delle mining farm.
  3. Sistemi di ricompensa per gli sviluppi inscritti nel codice della blockchain, come accade per ZCash o Dash. Una parte dei costi di transazione o dell’inflazione monetaria finiscono automaticamente ad una fondazione creata per sostenere i costi di programmazione.
  4. ICO e pre-mining con istituzione di una fondazione per gli sviluppi. Con l’arrivo delle ICO e delle donazioni per il lancio di nuove blockchain, abbiamo assistito al fenomeno della donazione. Una grande quantità di denaro – come avvenuto per Ethereum – viene donata ad un gruppo di visionari che istituendo una fondazione finanziano gli sviluppi. Spesso parte dell’emissione iniziale delle coin viene riservata al fine esclusivo degli sviluppi futuri del codice. 
  5. Società software che si avvantaggiano nel vedere un particolare sviluppo del codice rispetto ad un altro potrebbero essere incentivate a sostenere gli sviluppi del protocollo. Immaginiamo per assurdo che Microsoft volesse inserire su Bitcoin una future in grado di garantire l’uso di un suo brevetto. 
  6. Fare carriera manifestando le proprie competenze potrebbe portare alcuni sviluppatori a sostenere un progetto, il loro contributo diventa un’ottima referenza.

È corretto sottolineare che per alcuni esperti del settore, il protocollo dovrebbe essere ultimato e reso stabile in modo che non sia più sottoposto a dinamiche pericolose di manipolazione. I giochi di potere rendono fragile il network. 

Gli attacchi da parte di alcuni gruppi d’interesse potrebbero rendere più fragile il sistema, che per sua natura si vanta di essere anti-fragile. 

Ad ogni cambio del codice siamo di fronte ad uno spostamento di pesi e misure dagli effetti non sempre prevedibili.

Lorenzo Dalvit
Lorenzo Dalvit
Educatore appassionato di Blockchain, esperto di vendite e marketing, social community manager, direttore artistico, musicista, amante dei paradigmi dirompenti e della vita. Le mie competenze riguardano l'interazione e la connessione umana
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