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ProgPow: la paura di un fork smuove la comunità di Ethereum

ProgPow potrebbe generare un fork per Ethereum e le preoccupazioni di Hudson Jameson lo hanno incentivato a scrivere un post molto articolato sull’argomento. 

Alcuni attori in gioco potrebbero avere un interesse speculativo dalla creazione di uno split della catena

Con il mondo delle DeFi in espansione e il bisogno di nobilitare il settore, quello che verrebbe generato da un evento simile non sarebbe di supporto ad un buon marketing per l’adozione.

Jameson è il community manager della Ethereum Foundation, voce forte nella community che in questo caso particolare sottolinea:

“Sto parlando a nome mio, Hudson Jameson, e non a nome della Fondazione Ethereum o di qualsiasi altra entità.”

Dopo aver spiegato il processo decisionale che ha portato all’inserimento di ProgPow nei prossimi upgrade sistemici di Ethereum, Jameson non si schiera contro la proposta in sé, ma fa notare come attualmente l’argomento non sia stato sufficientemente discusso e digerito.

Le incomprensioni sul cambio di algoritmo e i rischi di manipolazione dell’informazione a fini speculativi sono troppo alti. Il suo intervento si riassume in alcune battute tratte dal suo scritto:

“Con l’importanza e l’ammontare di denaro coinvolto nelle DeFi e altri protocolli on-chain, non è nell’interesse di nessuno nel lungo periodo sostenere un fork di Ethereum su un aggiornamento dell’algoritmo controverso.che viene principalmente contestato perché la comunità non è stata adeguatamente informata o ascoltata. Tuttavia, questo non è ancora l’ideale in alcun modo! Non voglio un fork”.

 Nonostante le grandi doti di comunicatore, l’approccio del comunicato da parte del community manager non piace a tutti.

C’è chi si chiede se la paura legata all’ammontare dei token bloccati nelle DeFi non stia diventando uno spauracchio pericoloso di fronte alla necessità di fare scelte difficili sul network.

Fondamentalmente è attraverso di esse che si esprime la governance di protocollo.

Secondo l’autore del post, i miner di Ethereum al momento non sono una minaccia, la loro collaborazione e l’attaccamento al percorso di ETH né dimostrano una bassa propensione all’attacco.

Diventare ASICS resistance non sembra così importante in vista di Ethereum 2.0, sopratutto se diventarlo mette a rischio la tenuta della comunità.

Perché Ethereum vuole essere ASICS resistance?

Gli algoritmi alla base della POW determinano le modalità con le quali consensualmente il network aggiunge un blocco alla propria catena. 

Tipicamente, perché ciò avvenga, serve potenza di calcolo per la risoluzione di un calcolo matematico.

Tale calcolo inizialmente veniva gestito dai processori dei nostri normali computer domestici, ora viene risolto all’interno di grandi mining farm sparse in giro per il pianeta.

Con la crescita del business siamo giunti alla specializzazione degli apparecchi che hanno raggiunto livelli di performance capaci di rendere la produzione degli apparati per il mining un’industria separata. 

Tale settore produce hardware specializzato che è in grado di garantire massima efficienza nella gestione dell’algoritmo escludendo qualsiasi altro uso del componente acquistato. 

Tali apparecchi si chiamano ASIC: “Application-Specific Integrated Circuit miner”.

L’esperienza insegna che, come abbiamo visto sul network di Bitcoin, il processo tende a generare centralizzazione del potere, cosa che determina un controllo diretto sulla rete e preoccupa gli sviluppatori del protocollo.

Non dimentichiamo che il famoso hashing power condiziona pesantemente un protocollo o un il suo aggiornamento sistemico. 

ASIC resistance è un modo di esprimere il concetto secondo il quale gli algoritmi che strutturano la sicurezza nelle blockchain non devono permettere facili sviluppi di apparecchiature specializzate.

Hardware vs Software: chi ha ragione dei due mondi?

Se da un lato abbiamo il mondo dei developer che vorrebbero coinvolgere solo la comunità dei designer di protocollo e non doversi confrontare con chi si occupa di mining, dall’altra abbiamo un’industria e nuovi interessi emergenti che non amano vedere il loro investimento messo in discussione da chi si occupa solo di software e non corre nessun pericolo imprenditoriale collegato al mining e alla validazione delle transazioni nelle blockchain.

Tale scontro ideologico non è da sottovalutare, qui si gioca una partita legata alle teorie economiche alla base della nascita della blockchain. Satoshi Nakamoto ha immaginato un sistema per il quale la naturale tendenza alla massimizzazione del proprio interesse sia alla base della messa in sicurezza del sistema. 

Egli stesso immaginò un futuro in cui grandi compagnie avrebbero messo in sicurezza la rete attraverso centinaia di apparecchi.

Detto questo la realtà si rivela meno ideale e porta con sé molti problemi. Il vantaggio accumulato da alcuni attori nell’ecosistema rischia di monopolizzare la rete vanificando i presupposti di decentralizzazione in pancia al progetto. 

Per limitare la capacità degli attori in gioco di dominare l’importantissima industria del mining ecco che gli algoritmi mutano e il problema da risolvere per validare un blocco e aggiungerlo alla catena accaparrandosi il premio in criptovaluta si evolve.

Vediamo alcuni degli algoritmi più famosi e la capacità dell’hardware specializzato di migliorare l’efficienza rispetto all’hardware GPU o CPU disponibile nei mercati tradizionali.

Algoritmi esistenti con relativa efficienza nello sviluppo ASIC:
  • SHA256 Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 1000X;
  • Scrypt e NeoScrypt Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 1000X;
  • X11 e X16R Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 1000X;
  • Equihash Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 100X;
  • Ciclo di cuculo Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 100X;
  • CryptoNight Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 50X;
  • Ethash Potenziale guadagno di efficienza ASIC ~ 2X;

Cos’è ProgPow?

ProgPow è un algoritmo studiato per la rete Ethereum che dovrebbe accompagnare il progetto  fino a quando la Proof of Stake di Ethereum 2.0 non sarà pronta e la migrazione completata. 

L’obiettivo nella progettazione di ProgPoW è di far corrispondere i requisiti dell’algoritmo a ciò che nelle schede grafiche GPU in commercio è già presente: se l’algoritmo dovesse essere implementato su un ASIC personalizzato, dovrebbero esserci meno opportunità di guadagno di efficienza rispetto a una GPU commerciale. 

Questo crea uno svantaggio per chi sviluppa ASIC in favore delle compagnie come Nvidia & co. che hanno già molti prodotti a scaffale e non si riferiscono alle problematiche di monopolio descritte sopra. 

Rimane il dubbio: sarà giusto dare un vantaggio ai produttori tradizionali di schede grafiche piuttosto che ai produttori di ASIC emergenti solo per paura che il loro mercato di nicchia non esca dalle dinamiche di monopolio? 

 

Lorenzo Dalvit
Lorenzo Dalvit
Educatore appassionato di Blockchain, esperto di vendite e marketing, social community manager, direttore artistico, musicista, amante dei paradigmi dirompenti e della vita. Le mie competenze riguardano l'interazione e la connessione umana
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