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Le criptovalute supportate dal petrolio

Esistono criptovalute supportate dal petrolio, il cui valore replichi quello del barile per consentire di investire su questo asset all’interno dei mercati crypto? 

La risposta a questa domanda è complessa. 

Innanzitutto bisogna dire che ad oggi non esiste alcun token decentralizzato che consenta di investire sul prezzo del petrolio. 

C’è un progetto in corso, chiamato inizialmente PetroDollars ed ora rinominato PDX Coin, che doveva sbarcare sui mercati con una ICO nel 2018, ma che dopo il cambio di nome è stato rimandato all’estate del 2020. 

L’obiettivo di questo progetto sarebbe quello di creare una valuta digitale sostenuta da riserve di petrolio e gas, ma ad oggi è ancora soltanto un progetto. 

Esiste un altro token, già scambiabile su YoBit, chiamato PetroDollar (XPD), ma il cui valore non sembra affatto essere legato a quello del petrolio, tanto da essere molto volatile. 

Ad esempio, a gennaio 2018 era arrivato a valere quasi dieci centesimi di dollaro, per poi crollare a mezzo centesimo ad agosto dello stesso anno, con una perdita di valore superiore al 90%. 

Il Petro come crypto legata al petrolio

Ad oggi l’unica valuta digitale ufficialmente supportata dal petrolio è il Petro venezuelano, che tuttavia non è una criptovaluta, non ha una blockchain pubblica e non è scambiabile su alcun exchange crypto. 

Anzi, del Petro non esiste nemmeno una quotazione pubblica, se non quella totalmente arbitraria fornita da governo venezuelano, pertanto non è possibile utilizzarla per effettuare investimenti crypto nel petrolio, né si ha la reale certezza che il suo vero valore di mercato corrisponda a quello di un barile di petrolio. 

Molti ritengono Petro solamente una valuta fiat tanto quanto l’iperinflazionato Bolivar venezuelano, quindi a prescindere dalla narrativa governativa con cui si sta cercando di imporlo all’attenzione del pubblico, non va considerata una criptovaluta supportata dal petrolio. 

L’unico progetto serio in tal senso sembrerebbe essere quello della Russia, che l’anno scorso aveva annunciato tramite l’ex ministro dell’energia Igor Yusufov di essere nelle fasi finali dell’emissione di una criptovaluta supportata dal petrolio. 

L’idea era quella di utilizzarla effettivamente per la compravendita di petrolio, in modo da aggirare le sanzioni e le limitazioni internazionali, ad esempio contro l’Iran o lo stesso Venezuela, ma il progetto a quanto pare non è mai riuscito a concretizzarsi.

La valuta digitale avrebbe dovuto chiamarsi Neft-Coin, ma ad oggi non vi è traccia del livello di avanzamento del suo sviluppo. 

È possibile tuttavia immaginare che, dopo aver valutato bene ed in profondità la reale fattibilità, si siano accorti che le difficoltà da affrontare ed i problemi da risolvere fossero troppo ardui per poter immaginare di ottenere qualcosa di veramente utile e fungibile. 

Pertanto ad oggi sui mercati crypto non esiste ancora nessuna criptovaluta o token supportato dal petrolio, che consenta di investire su questo asset in exchange crypto, nonostante qualche tentativo in tal senso sia stato effettuato. 

Il fallimento di tutti questi tentativi sembra rivelare che una tale soluzione sia ancora troppo difficile da attuare in totale sicurezza.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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