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Coinbase ha manipolato le fee di Bitcoin?

Di recente molti utenti che utilizzano la blockchain di Bitcoin hanno notato un significativo aumento delle fee delle transazioni, sproporzionato rispetto al prezzo di BTC e, approfondendo il tema, alcuni utenti hanno scoperto che questo fenomeno potrebbe forse essere stato causato dall’exchange Coinbase, così come mostrato dai dati condivisi ad esempio dal CEO di Bitrefill, Sergej Kotliar.

L’analisi ha tenuto conto di oltre 2 milioni di indirizzi, anche se viene stimato che potrebbero essere anche oltre 4 milioni, e tutti presentano una configurazione multisign e script P2SH o P2WPSH. Al soggetto che sta effettuando queste operazioni è stato dato il nome di Crazy1o1.

Controllando il numero delle UTXO si è scoperto che queste transazioni hanno generato più di 100 BTC di fee, per un controvalore superiore agli 800mila dollari.

Dalla relativa analisi sono emerse alcune caratteristiche:

  • Da giugno 2019 questo indirizzo ha lentamente e pazientemente accumulato un enorme numero di UTXO;
  • Presenta sempre lo stesso output, ossia 1 output in uscita e 2 verso se stesso;
  • L’utilizzo di un algoritmo che consolida le UTXO in maniera decrescente.

Inoltre dal grafico risulta evidente che, a partire dagli inizi di marzo, Crazy1o1 ha inviato continuamente importi proprio verso Coinbase, probabilmente con un BOT appositamente programmato per effettuare queste transazioni. 

Tutto ciò è iniziato 10 giorni prima del famoso crypto crash di metà marzo: stiamo parlando di oltre 9 mila transazioni mandate verso Coinbase, per un totale di oltre 1100 BTC. 

Secondo l’ipotesi sostenuta anche da Kotliar, questo misterioso soggetto ha utilizzato fee decisamente elevate, aumentando di conseguenza il costo delle commissioni anche per tutti gli altri utenti. 

Ad esempio negli ultimi 14 giorni ha generato almeno 720mila output, più di quanto faccia ad esempio l’intero exchange BitMEX. 

Non è noto di preciso quale sia la natura del rapporto che lega Crazy1o1 a Coinbase, se non per il fatto che siano numerosi e costanti gli invii di BTC dall’uno all’altro. 

A questo punto l’unica cosa da fare è aspettare che le fee si abbassino per poter operare senza spendere troppo per fare una semplice transazione e questo problema dimostra come forse BTC non sia adatto come metodo di pagamento e sempre più sta assumendo la struttura di riserva di valore, lasciando inevitabilmente il posto ad altre crypto.

Alfredo de Candia
Alfredo de Candia
Android developer da oltre 8 anni sul playstore di Google con una decina di app, Alfredo a 21 anni ha scalato il Monte Fuji seguendo il detto "Chi scala il monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, chi lo scala due volte è un pazzo". Tra le sue app troviamo un dizionario di giapponese, un database di spam e virus, il più completo database sui compleanni di serie Anime e Manga e un database sulle shitcoin. Miner della domenica, Alfredo ha una forte passione per le crypto ed è un fan di EOS.
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