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Paolo Savona contro le criptovalute private

Il presidente della Consob italiana, Paolo Savona, si è scagliato fortemente contro le criptovalute private. 

Infatti nel discorso pronunciato in occasione dell’incontro annuale della Consob con il mercato finanziario ha avuto parole sprezzanti nei confronti di queste nuove tecnologie finanziarie. 

Ha detto: 

“L’esistenza di alcuni cryptoasset, individuati nei Bitcoin, o Coin, o Stablecoin, o Token, ha fatto perdere il senso di ciò che si dovrebbe fare: unificare e modernizzare il sistema dei pagamenti, riconducendolo nell’alveo legale di garantire la stabilità del potere d’acquisto e di essere l’unico mezzo legale liberatorio dei debiti”.

Ma in realtà l’attacco è stato molto più mirato. Infatti ad un certo punto ha aggiunto: 

“Si mostrano ancora esitazioni nello stabilire che non possano convivere criptomonete private e pubbliche, perché causerebbero confusione, se non proprio disastri. Problemi non minori di mancata regolazione si delineano per le criptoattività finanziarie che, dopo l’esperienza non proprio brillante delle ICO (Initial Coin Offering), paiono indirizzarsi verso la loro tokenizzazione, un ibrido monetario-finanziario a cui manca una regolamentazione pubblica”.

In altre parole sta di fatto chiedendo che le criptovalute private siano decretate fuori legge, in modo da non convivere con quelle pubbliche. 

La motivazione dietro questo ragionamento sembra risiedere in queste altre parole:

“Nell’ambito di questo regime alternativo la protezione del risparmio sarebbe decisamente più difficile, se non impossibile, perché la competizione tra monete pubbliche, che ricercano la stabilità, e monete private, che ricercano profitti, altererebbe il funzionamento dell’attuale architettura istituzionale, che già vive la stretta dipendenza descritta tra gestioni monetarie, finanziarie e fiscali”. 

Il problema sembra essere la competizione, proprio il motivo per cui, sulla linea di quello che il premio Nobel Friedrich Hayek scrisse nel 1976 nel celebre libro “La denazionalizzazione della moneta”, è nato Bitcoin. 

Secondo Hayek, invece di un governo nazionale che emette una sua valuta specifica, imponendone a forza l’utilizzo a tutti i membri della sua economia, dovrebbero essere autorizzate a emettere le proprie forme di denaro anche le imprese private. Savona di fatto sta sostenendo l’esatto contrario. 

Inoltre sostiene che le sole criptovalute buone sarebbero quelle pubbliche (ovvero di Stato), senza aver probabilmente compreso che nessuna criptovaluta di Stato può essere decentralizzata.

In altre parole, non può esistere una vera criptovaluta pubblica, ma solo eventualmente valute fiat centralizzate gestite con strumenti tecnologici in parte derivati dalle vere criptovalute. 

Cita poi esplicitamente la “criptovaluta” di Stato cinese, che invece tecnicamente è una valuta digitale della banca centrale (CBDC), rendendo oltremodo evidente l’equivoco di cui è vittima. 

Va comunque detto che la Consob, ovvero la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, è un’autorità pubblica rivolta specificatamente alla tutela degli investitori, quindi Savona parla come presidente di un ente che ha come obiettivo principale quello di difendere gli investitori anche da potenziali truffe. 

Visto che nel settore crypto purtroppo le truffe finanziarie sono frequenti, è possibile che dietro l’ostilità di Savona nei confronti delle criptovalute ci sia proprio la necessità della Consob di dover lottare contro queste innumerevoli truffe per difendere gli investitori.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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