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Il rischio flop del Petro

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Nella seconda metà del 2017 il Venezuela ha annunciato il lancio della crypto Petro, una criptovaluta nazionale basata sulla blockchain di NEM e con un backing in petrolio.

A fine dicembre, quando si sono avuti i particolari del progetto, il ministro della comunicazione di Caracas, Jorge Rodriguez, si è sbilanciato sino ad annunciare che la criptovaluta sarebbe stata garantita da ben 5,3 miliardi di barili di petrolio del giacimento della zona di Ayacucho, nella cintura dell’Orinoco, una delle zone più ricche al mondo di oro nero.

Occorre aggiungere che per poter funzionare come garanzia, una materia prima deve essere estraibile e utilizzabile perché, diversamente, il suo valore tende ad essere nullo.

Ora, come ha fatto notare dal famoso sito ZeroHedge (e come ha confermato un report emesso direttamente dall’Opec), il Venezuela sta per cessare l’estrazione di petrolio. Nell’arco degli ultimi due anni, infatti, la produzione si è dimezzata e tuttora continua a precipitare.

Crypto Petro

I problemi sono molteplici: le cisterne delle riserve sono stracolme perché le strutture portuali dello Stato non riescono a garantire il riempimento delle petroliere. Inoltre, l’embargo imposto dagli USA limita la disponibilità di pezzi di ricambio.

Infine, il particolare tipo di petrolio “pesante” venezuelano richiede strutture di raffinazione particolari. In pratica va mescolato al petrolio “Light & Sweet”. Ma queste strutture, presenti soprattutto negli USA, sono ora vietate per Caracas.

Come si può garantire un token se la garanzia resta sottoterra e non può essere estratta, o comunque non può essere raffinata? La risposta è semplice: non la garantisce.

In realtà, la legge istitutiva della crypto Petro prevedeva che non fosse redimibile direttamente in petrolio, ma in Bolivar, anche se il valore è indicizzato all’oro nero. Quindi chi ha comprato la criptovaluta venezuelana sperando di speculare sulla crescita dei prezzi energetici rischia un flop.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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