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Satoshi Nakamoto: chi è l’inventore di Bitcoin

Scoprire l’identità di Satoshi Nakamoto, inventore di Bitcoin, è diventato un mistero talmente affascinante da spingere numerosi giornalisti e curiosi a creare addirittura dei siti internet interi per rivelare l’identità di tale persona.

Sono state varate molteplici ipotesi su chi possa essere realmente Satoshi Nakamoto ma la triste realtà è che non si è in grado neanche di definire il sesso, l’età o se si tratti di un singolo soggetto o una pluralità di individui. 

Probabilmente non sapremo mai la reale identità ma ciò che possiamo affermare per certo è che Satoshi Nakamoto è l’inventore di Bitcoin, che ha rivoluzionato il mondo del denaro elettronico.

L’inizio di questo mistero risale al 31 ottobre del 2008 quando è apparso nella mailing list di crittografia il messaggio che annunciava la creazione di un nuovo sistema di moneta elettronica da parte di un utente misterioso. 

Da quel momento in poi si è aperta la partita a “indovina chi” sull’identità di  Satoshi Nakamoto. 

L’identikit delineava un uomo di mezza età britannico in quanto il suo linguaggio era stato definito erudito e formale, con uno stile old school. Questa prima analisi era però stata subito rivista in quanto, successivamente, erano apparsi online altri testi firmati da Nakamoto ma con un linguaggio decisamente più colloquiale e meno formale.

Ad oggi l’ipotesi più accreditata e più frizzante è quella fornita dal documentario “Banking on Bitcoin” rilasciato da poco su Netflix e che contiene diverse interviste ad alcuni membri coinvolti nel mondo Bitcoin. 

Il docu-film ha rilevato che dietro allo pseudonimo si potrebbero celare tre o quattro persone facenti parte del gruppo che ha partecipato alla creazione dell’intera blockchain e di Bitcoin.

Si tratterebbe di: Hal Finney, Nick Szabo, Dorian Nakamoto, Adam Back, Wei Dai, ma l’attenzione delle indagini si è concentrata sui primi due.

Hal Finney, ormai deceduto nel 2014, era un eccezionale crittografo che collaborò con Satoshi. 

Nick Szabo, inventore del Bit Gold, fonte ispiratrice del bitcoin, descrive il suo progetto con uno stile e un linguaggio molto simile a quello utilizzato nel whitepaper di Nakamoto.

“La privacy è necessaria per una società aperta nell’era digitale. Non possiamo aspettarci che i governi, le aziende o altre grandi organizzazioni senza volto ci concedano la privacy. Dobbiamo difendere la nostra privacy”.

Questa riservatezza ha permesso a Nakamoto di operare senza essere sottoposto a delle pressioni dirette alla sua persona.  Il mistero non ha fatto altro che alimentare la curiosità ed è impossibile che gli uomini non siano curiosi. L’essere umano come ha detto Einstein non smetterà mai di domandare.

Sarà stata proprio la privacy ad essere  “moto” – in giapponese, il fondamento – del suo successo?

Roberta Di Mario
Roberta Di Mario
Roberta Di Mario, nata a Roma nel 1993, è una studentessa universitaria. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Economia e Gestione delle Imprese, attualmente si sta specializzando nel corso magistrale di Management and Finance.
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