Microplastic problem in the children toys

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    Direct contact with plastic microparticles starts as early as newborns

    Teddy bears, warriors, fairies, cars, robots, almost all toys are made of plastic which, through friction, heat or light, release microplastics and other chemicals directly onto the hands and mouths of babies and children.

    In fact, according to American research, already from an early age, direct contact with plastic, through toys, exposes people to the absorption of very dangerous substances.

    These are plastic additives, such as phthalates and bisphenols, used to make plastic flexible and elastic, but which, if absorbed by the human body, are transformed into endocrine disruptors causing both hormonal imbalances, fundamental for the normal development of reproductive organs and thyroid and a delayed development of language. 

    Plastic microparticles, present in toys, can also be inhaled and even from this point of view, children, being more active and breathing more quickly than adults, absorb more air in relation to body weight, thus exposing themselves to a higher risk of sickness due to microplastic in the lungs.

    A study on urban dust in the Iranian city of Tehran has revealed that children can ingest up to 3,200 plastic particles a year. A thrilling fact, if you think that the release of microplastic in the air can also be triggered by the toys themselves, the first objects a baby touches.

    In this regard, during last Christmas, the party par excellence dedicated to gifts for all children, according to reports, a joint EU customs operation announced that over 30,000 mainly Chinese dolls had been destroyed by market surveillance authorities due to the presence of high levels of phthalates in the plastic material used.

    Institutions, consumer associations and the entire toy industry are trying to intervene to reduce the use of petroleum-based material, plastic, and find alternative solutions.

    Bioplastics among the solutions for new sustainable toys

    To protect the environment, but especially future generations starting from today’s children, there are some toy manufacturers who are exploring the use of more sustainable plastics than the traditional one.

    bioplastic children toys

    Obviously, among the various alternatives there could only be bioplastics, or even better, biobased bioplastics, that is, those produced by the PLA – Polylactic Acid – which is based on renewable resources rather than oil.

    In a market where the recipients are primarily children, the EarthBi project also encourages toy manufacturers to use their own PLA-based bioplastics and therefore biobased, biodegradable and compostable.

    In fact, thanks to the use of this bioplastic, it will be possible to make toys that can be returned to nature once their useful life is over, as the material is compostable.

    Not only that, the choice of using renewable and sustainable bioplastics, reflects the desire to preserve natural resources of the planet and ensure that these toys leave a legacy of care and innovation rather than waste and degradation.

    A start of a new ERA on all fronts, capable of increasingly reducing the use of chemicals or other plastics such as PVC, preventing children from being constantly exposed to substances that are harmful to their health and growth.

     

    EarthBi: https://earthbi.io 


     

    Leggi l’articolo in italiano:

    Il problema della microplastica presente nei giocattoli per bambini 

    Il contatto diretto con le microparticelle di plastica inizia già da neonati

    Peluche, guerrieri, fatine, macchine, robot, quasi tutti i giocattoli sono fatti di plastica che attraverso attrito, calore o luce rilasciano le microplastiche ed altre sostanze chimiche direttamente su mani e bocca di neonati e bambini.

    Secondo una ricerca americana, infatti, già dalla tenera età, il contatto diretto con la plastica, attraverso i giocattoli, espone le persone all’assorbimento di sostanze molto pericolose. 

    Si tratta degli additivi plastici, come i ftalati e bisfenoli, utilizzati per rendere la plastica flessibile ed elastica, ma che se assorbite dall’organismo umano, si trasformano in interferenti endocrini provocando sia squilibri ormonali, fondamentali per il normale sviluppo degli organi riproduttivi e della tiroide, sia uno sviluppo ritardato del linguaggio 

    Le microparticelle di plastica, presenti nei giocattoli, possono essere anche inalate e anche sotto quest’ottica, i bambini, essendo più attivi e respirando più rapidamente degli adulti, assorbono più aria in relazione al peso corporeo, esponendosi così ad un rischio più elevato di malasanità dovuta alla microplastica nei polmoni

    Un caso di studio sulla polvere urbana della città iraniana Teheran, ha rivelato che  i bambini possono ingerire fino a 3.200 particelle di plastica all’anno. Un dato da brivido se si pensa che il rilascio della microplastica nell’aria può essere scaturito anche dai giocattoli stessi, i primi oggetti che un neonato tocca. 

    A tal proposito, durante lo scorso Natale, la festa per eccellenza dedicata ai regali per tutti i bambini, secondo quanto riportato, un’operazione doganale congiunta dell’UE ha annunciato che oltre 30.000 bambole principalmente cinesi erano state distrutte dalle autorità di vigilanza del mercato a causa della presenza di alti livelli di ftalati nel materiale plastico utilizzato. 

    Istituzioni, associazione di consumatori ma anche l’intera industria dei giocattoli stanno cercando di intervenire per ridurre l’utilizzo del materiale a base di petrolio, la plastica, e trovare soluzioni alternative. 

    La bioplastica tra le soluzioni per i nuovi giocattoli sostenibili

    A tutelare l’ambiente, ma soprattutto le generazioni future a partire dai bambini di oggi, sono alcuni produttori di giocattoli che stanno esplorando l’utilizzo di plastiche più sostenibili rispetto quella tradizionale. 

    bioplastic children toys

    Ovviamente, tra le varie alternative non poteva che non esserci la bioplastica, anzi meglio, la biobased bioplastica e cioè quella prodotta dal PLA – Acido Polilattico – che si basa sulle risorse rinnovabili piuttosto che il petrolio.

    In un mercato in cui i destinatari sono in primis i bambini, il progetto EarthBi sprona anche per i produttori di giocattoli sull’utilizzo della propria bioplastica basata sul PLA e quindi biobased, biodegradabile e compostabile.

    Infatti, grazie all’utilizzo di questa bioplastica, sarà possibile realizzare giocattoli che possono essere restituiti alla natura una volta terminata la loro vita utile, in quanto il materiale è compostabile.

    Non solo, la scelta dell’utilizzo della bioplastica rinnovabile e sostenibile, riflette il desiderio di preservare le risorse naturali del Pianeta e garantire che questi giocattoli lasciano un’eredità di cura ed innovazione piuttosto che spreco e degrado. 

    Un inizio di una nuova ERA su tutti i fronti, in grado di ridurre sempre di più l’utilizzo di prodotti chimici o altre plastiche come il PVC, evitando ai bambini di essere in continua esposizione con sostanze dannose per la propria salute e crescita.

     

    EarthBi: https://earthbi.io