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Con ArtBit debutta la cryptomusic

Matt Sorum, ex batterista dei Guns N’ Roses e Velvet Revolver, lancia ArtBit, una startup che potrebbe rivoluzionare radicalmente la distribuzione della musica online e dal vivo.

Il progetto mira infatti ad eliminare gli intermediari, ad esempio come l’italiana SIAE, che ad oggi raccolgono e distribuiscono i diritti d’autore per conto degli artisti.

È lo stesso Sorum a spiegarlo a Yahoo Finance:

Il mio interesse è eliminare gli intermediari. Questo è ciò che gli artisti vorrebbero fare da anni. C’è un sacco di gente che devi pagare lungo il percorso. Con la blockchain, immagina di voler comprare una canzone online per 99 centesimi e che quel denaro venisse automaticamente distribuito direttamente al produttore di quella stessa canzone.

Secondo l’artista, il superamento dell’attuale funzionamento del diritto d’autore garantirebbe maggiore ritorno economico per gli artisti, accesso più semplice al mercato musicale per gli artisti emergenti e più equità nei confronti di grandi player come Spotify.

Come funzionerà ArtBit

La startup si basa su quella che potrebbe essere considerata l’evoluzione della blockchain, ovvero la tecnologia a registro distribuito hashgraph.

Il progetto, che sarà finanziato da una ICO, prevede quindi anche l’emissione di una nuova criptovaluta. La nuova crypto aprirebbe un nuovo mercato diretto tra i fan e gli artisti che sarebbero ricompensati sui propri wallet digitali.

Blockchain e musica

Un precursore del mondo delle crypto è stato il rapper 50 Cent, che nel 2014 raccolse circa 700 bitcoin dalla vendita  del suo album “Animal Ambition”. Inutile ricordare che il valore monetario di Bitcoin si sia moltiplicato di circa di dieci volte in quattro anni.

ArtBit non è l’unica iniziativa nel campo musicale che si propone di utilizzare una tecnologia distribuita. L’artista Imogen Heap ha lanciato Mycelia, un progetto che si basa sull’utilizzo di smart contract per la raccolta dei diritti d’autore. L’idea di lanciare una propria piattaforma basata su blockchain è nata dopo aver collaborato con la startup Ujo per la distribuzione della canzone “Tiny Human” utilizzando gli smart-contract Ethereum.

In modo analogo, anche le startup Musicoin e Revelator propongono di utilizzare la blockchain per semplificare la gestione dei diritti digitali tramite un sistema di micropagamenti.

In occasione della Milano Digital Week di metà marzo, anche la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha dichiarato il proprio interesse verso la tecnologia blockchain per la gestione della catena dei diritti d’autore.

Secondo la FIMI, la lotta contro la pirateria musicale passa anche dall’innovazione e dalla blockchain.

Nel mercato dello streaming musicale si sta affacciando Voise. L’applicazione, basata su Ethereum, abbina le potenzialità del registro blockchain alla tecnologia peer-to-peer. A differenza di un servizio di streaming tradizionale come Spotify, l’intera libreria musicale è ospitata su una rete distribuita peer-to-peer che la mantiene sempre disponibile. L’obiettivo della startup è quello di garantire la massima libertà decisionale agli artisti e di rendere lo streaming semplice ed immediato anche per utenti non esperti.

Con buona pace dei “bagarini”, anche il mondo che ruota intorno ai biglietti di eventi e concerti potrebbe subire una vera e propria rivoluzione. BitTicket, startup inglese, propone un nuovo sistema di vendita basato su blockchain. L’obiettivo è quello di evitare il “secondary ticketing”, l’acquisto massivo e fraudolento finalizzato alla rivendita, di prevenire la contraffazione e offrire ai propri utenti la possibilità di regalare e scambiare biglietti.

Alessandro Marrandino
Alessandro Marrandino
Laureato in Ingegneria Informatica, Alessandro è anche specializzato in Big Data e Cloud. Dopo aver lavorato per diverse multinazionali, si è appassionato al mondo Blockchain e Bitcoin cogliendone la portata dell'innovazione.
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