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Il bitcoin, la moneta pura

Una caratteristica poco considerata delle criptovalute è il fatto che si scambiano all’interno di mercati puri, cioè senza interventi esterni di autorità monetarie o altri.

Chiaramente, come in ogni mercato, esistono pesci grandi e pesci piccoli, le cosiddette whale, ma si tratta pur sempre di operatori privati.

Al contrario di quanto accade nei mercati valutari ordinari e talvolta sui mercati azionario, non vi sono interventi di autorità istituzionali, dotate di un potere para-giuridico o di mezzi finanziari, in via teorica, illimitati.

Partendo da questa osservazione la ricercatrice Gina. C Pieters dello University College di Londra ha effettuato uno studio che evidenzia quanto gli interventi di Stati e Banche Centrali influiscono sui tassi di cambio, quindi sui commerci internazionali.

Infatti, un cambio intenzionalmente sottovalutato diventa un incentivo alle esportazioni. Basti pensare alla Cina negli ultimi due decenni.

Si tratta quindi di comparare i corsi reali delle valute utilizzando degli indicatori neutri, in modo da evidenziare eventuali discrasie. In passato si è provato tramite i valori di determinate materie prime, come il petrolio, oppure con indicatori quali il “Big Mac Index”, che compara i prezzi del famoso hamburger in diverse località del mondo.

Misurazioni però piuttosto imperfette e spesso soggettive.

Al contrario, il bitcoin permetterebbe una valutazione molto più corretta perché:

  • È completamente digitale, quindi indipendente dalla localizzazione e dai costi di trasporto;
  • Non è soggetta a barriere doganali o a regolamentazione nazionale;
  • Funge sia da bene di investimento sia da strumento di acquisto;

Purtroppo esistono elementi di disturbo nella rilevazione effettuata.

Questo per diversi motivi.

Ad esempio, i dati della ricerca fanno riferimento agli anni 2014/2015, quasi un’età della pietra per le criptovalute.

Inoltre, molti exchange muovevano i primi passi con forti inefficienze. Vi erano poi barriere all’entrata piuttosto forti. Tutto ciò è stato controbilanciato dalla ricercatrice con strumenti di carattere statistico per cancellare, o ridurre, la sensibilità agli elementi di disturbo.

I risultati, per quanto parziali, sono visibili in questo grafico esemplificativo preso dal paper originale:

La linea blu tratteggiata è relativa al cambio ufficiale, mentre quella continua nera al cambio relativo calcolato attraverso gli scostamenti dello Yuan e del Dollaro USA dal riferimento di bitcoin.

Come vediamo chiaramente, l’indicatore non influenzato dagli interventi di mercato delle Banche Centrali, indicava già con largo anticipo la necessità di una rivalutazione dello Yuan, poi avveratosi nell’agosto 2015.

Uno studio attento dei cambi comparati delle criptovalute può quindi condurre ad una nuova classe di indicatori predittivi sulle valute, tutti da studiare.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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