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Il Giappone volta pagina sulle token sale

Il Giappone si sta evolvendo dal punto di vista tecnologico e finanziario in modo estremamente rapido. Il paese che nella seconda parte degli anni ’90 si trovò ai margini nello sviluppo di Internet vuole tornare una delle locomotive mondiali.

E le autorità monetarie e statali si stanno comportando in modo coerente con questa finalità

Il governo Abe ha costituito un gruppo di studio specifico per regolare i token launch alla cui guida è stato posto Takuya Hirai, già autore della normativa sugli exchange, di cui fanno parte sia rappresentanti dei maggiori istituti bancari sia Yuzo Kano di BitFlyer. Dal lavoro di questo think tank è nata una proposta di normativa per le ICO che si presenta con linee guida chiare e tutto sommato piuttosto favorevoli per la raccolta delle risorse finanziarie.

Questi i principali punti:

  • Necessità di una compliance totale con con le normative KYC (KnowYour Client) ed AML (Anti Money Laundering);
  • Predisposizione di una informativa chiara per quanto riguarda gli attivi e i debiti iniziali e lo sviluppo della raccolta dei fondi;
  • Trasparenza circa la roadmap dei progetti e gli impieghi dei fondi raccolti;
  • Standardizzazione dei criteri con cui gli exchange vengono a introdurre le ICO  nelle proprie quotazioni.

Il cammino per questa proposta non sarà breve: prima sarà discusso dall’Agenzia giapponese per i servizi finanziari, dopo passerà al governo che dovrà farla approvare al parlamento, attualmente scosso dallo scandalo Morimoto. Insomma potrebbero passare mesi prima di vedere una legge applicabile.

Bisogna ammettere che quello di Tokio è un atteggiamento completamente diverso rispetto alla chiusura completa della Cina e della Corea del Sud.

Per comprendere la nuova apertura giapponese alle criptovalute possiamo anche citare il recente documento di domande e risposte predisposto da Masashi Kuramoto, responsabile dei servizi informativi della Bank of Japan, nel quale si cerca di dare un’informativa generale al pubblico sui punti di forza e di debolezza del modo delle valute virtuali.

Il tono del documento è assai diverso dagli equivalenti emessi sia dalla SEC sia dalla BCE e si sofferma anche sugli aspetti positivi e sulle possibilità di reddito derivabili da questo mondo.

Attualmente la valuta virtuale è ancora in fase di sviluppo: infatti ci sono sia aspetti positivi sia negativi. In questo senso, è importante non lasciarsi fuorviare dalla parola valuta, da un’immagine high-tech o da varie voci che circolano in tutto il mondo, per riflettere sull’obiettivo della proprietà della moneta virtuale”.

Ricordiamo che, secondo un recente sondaggio,  il 14% degli impiegati giapponesi fra i 25 ed i 30 anni possiede criptovalute.

Se la percentuale sembra impressionante, la stessa ricerca fa notare che, in realtà, vi è stato un calo sensibile rispetto al periodo di picco di ottobre-dicembre 2017, quando questa percentuale era pari al 24,3%. I giovani giapponesi sono stati anche piuttosto oculati negli acquisti: il  15% dei nuovi possessori hanno acquistato dopo il calo dei prezzi dovuto all’hacking dell’exchange locale CoinCheck.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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