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George Soros cambia idea sul bitcoin

Ad ora di George Soros, 87 anni ben portati, tra i maggiori speculatori del pianeta per decenni, si sapeva che aveva bocciato, senza se e senza ma, il bitcoin.

Lo aveva fatto nel gennaio scorso in quel di Davos, in Svizzera, dove ogni anno si riuniscono i potenti della terra.

Nelle ultime ore, invece, la notizia, che forse Soros ha cambiato idea.

Infatti, secondo rumor riportati da Bloomberg, pare che Adam Fisher, responsabile del Soros Fund Management con base a New York, avrebbe già da alcuni mesi l’autorizzazione ad effettuare trading in criptovalute. Un’autorizzazione che, ad ora, non si sa se sia mai stata utilizzata.

La cosa non stupisce: un grande speculatore non dice mai al mercato cosa ha in mente, cosa pensa di comprare e cosa pensa di vendere.

Altrimenti che grande speculatore sarebbe? Il mercato, come si usa dire, sconta tutto. Se gli dici cosa fai, lo sconta subito.

Semmai, viene in mente in contrario: cioè che Soros, o altri per lui, possano avere accumulato grandi partite di bitcoin, in fase di forte ribasso, per rivenderle a suo tempo ai pesci piccoli.  

Soros resta in ogni caso un nome famoso nel mondo della finanza e della politica. Basti pensare alla Open Society Foundation, cui ha recentemente donato gran parte del proprio patrimonio. Una colossale ricchezza nata dalla sua abilità, ad esempio con la scommessa ribassista nei primi anni ’90 contro la lira italiana e la sterlina inglese. Una speculazione che gli rese miliardi di dollari e costrinse Banca d’Italia e Bank of England a bruciare riserve prima, alla resa poi.

Tornando all’oggi, dopo aver parlato di bolla a proposito di criptovalute, utili al massimo a creare nidi dorati per qualche dittatore, forse Soros ha cambiato idea.

Del resto bitcoin ha perso ben il 62% dai massimi di gennaio 2018, e circa il 42% da fine gennaio, quando Soros tenne il discorso a Davos, come si può facilmente notare da questo grafico proposto da Coinmarketcap.com:

Il Soros Management Fund, una sorta di azienda di famiglia, fondato nel 1969, ha operato da sempre come un vero Hedge Fund.

Nel 2010 poteva vantare una redditività media di oltre il 20%, nonostante alcuni  investimenti “sbagliati”, come l’acquisto di una quota di Lehman Brothers poco prima del suo fallimento.

Il filantropo-speculatore George Soros non sarebbe comunque il solo gestore miliardario di Hedge Fund ad investire nelle criptovalute: a metà marzo Allan Howard, cofondatore del Brevan Howard Asset Management, ha fatto una grossa puntata sulle  valute virtuali in modo personale, tenendola separata dal fondo a lui affidato.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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