Malta procede spedita per diventare la nazione delle crypto e della blockchain.
I tre progetti di legge approvati nelle scorse ore legiferano sulle norme per favorire l’innovazione digitale e l’implementazione di sistemi e i servizi tecnologici.
La conferma è arrivata dal segretario per i servizi finanziari, l’economia digitale e l’innovazione, Silvio Schembri, che ha dichiarato:
“Una volta che a Malta saranno emanate nuove leggi sulla tecnologia blockchain e sulla criptovaluta, le banche saranno meno diffidenti ad accogliere le aziende che lavorano nel settore, anche grazie alla certezza giuridica che fornirebbe.”
Da qui l’intenzione, come confermato dai vertici governativi della nazione europea, di voler “proteggere l’investitore e fornire integrità del mercato e solidità finanziaria.”
Una conferma, a sua volta, di quanto dichiarato dal primo ministro, Joseph Muscat, secondo il quale le criptovalute saranno “l’inevitabile futuro del denaro e costituiranno il prossimo fondamento dell’economia globale”
I particolari
Guardando ai singoli disegni di legge sulle criptovalute, il primo propone l’istituzione di un nuovo dipartimento denominato Malta Digital Innovation Authority, regolando anche doveri e responsabilità e concentrandosi sugli accordi di governance interna “per garantire credibilità e offrire certezza giuridica agli utenti che desiderano utilizzare una piattaforma DLT“.
Il secondo riguarda la regolamentazione delle prestazioni e dei servizi tecnologici, la registrazione degli operatori e la certificazione delle disposizioni tecnologiche, come ad esempio gli amministratori del sistema e i revisori dei conti.
Infine, il terzo si concentra sulle organizzazioni internazionali “e sul regolamento relativo a determinati fornitori di servizi che saranno coinvolti in attività collegate alle organizzazioni internazionali”, illustrando il relativo regime normativo che dovrà essere applicabile agli scambi di criptovaluta.
Inoltre, il dispositivo autorizza l’Autorità per i servizi finanziari di Malta (MFSA) “con i necessari poteri normativi e investigativi” ad emanare direttive, adottare e pubblicare regole, richiedere informazioni e sospendere una ICO o il trading di una precisa criptovaluta.
Malta non è nuova a queste iniziative
La piccola isola del Mediterraneo che non arriva ad avere mezzo milione di abitanti è una delle poche nazioni al mondo dotate di bancomat per crypytocurrency.
Non solo, ma recentemente due dei principali exchange dell’universo crypto (Binance e OKEx) hanno confermato il trasferimento a Malta, la cui legislatura, come è noto, è fiscalmente molto accomodante, in particolare grazie al fatto che le società internazionali pagano un’aliquota di appena il 5%.
Anche questo è stato uno dei motivi che hanno recentemente spinto Justin Sun, fondatore di Tron, ad affermare di essere intenzionato a voler spostare i propri investimenti e le attività operative nella piccola nazione europea.
Tutto ciò avviene proprio nel momento in cui il resto del mondo, pur riconoscendo le potenzialità innegabili del sistema blockchain, teme la volatilità delle monete virtuali e l’uso come strumento di riciclaggio.
Quella che la piccola isola del Mediterraneo sembra intenzionata a mettere in atto, dunque, appare come una delle più ampie normative del settore.