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Bitcoin: holding vs. mining. Chi vince?

È meglio l’holding o fare mining di bitcoin?

Innanzitutto, va chiarito cosa si intende per holding di bitcoin o col neologismo “holdare”: vuol dire comprare BTC per tenerseli e non per venderli, nella speranza che in futuro aumentino di valore.

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Il mining, o minare, significa, invece, partecipare alla competizione che premia chi convalida i nuovi blocchi che vengono aggiunti alla blockchain ogni circa 10 minuti.

Le due cose sono completamente differenti l’una dall’altra, ma è possibile calcolarne e confrontarne la profittabilità.

Con profittabilità si intende la percentuale di guadagno che si può generare nel medesimo lasso di tempo a partire da un investimento di pari valore.

In altri termini, la domanda può essere anche posta chiedendosi come è meglio investire il proprio denaro in bitcoin, minando o limitandosi a fare holding.

Ovviamente per calcolare la profittabilità di un investimento in mining o holding bisognerebbe conoscere il futuro, ed in particolare l’andamento del valore di bitcoin, ma questo semplicemente non è possibile.

Quindi, si può solo analizzare il presente e fare delle ipotesi che potrebbero rivelarsi vere o anche false.

Ad oggi, il mining di BTC è al di sotto della soglia di redditività e la profittabilità potrebbe rimanere negativa, o al massimo positiva, ma molto bassa, ancora per il prossimo anno, qualora l’attuale trend ribassista dovesse continuare.

Secondo la medesima analisi, condotta dal co-fondatore di howtotoken.com Kirill Shilov, la classica strategia buy-and-hold invece potrebbe consente agli investitori guadagni anche del 75%, oltre a non richiedere grandi sforzi o di sostenere costi regolari.

Quindi, da un lato le attuali condizioni del mercato impongono ai miner guadagni molto limitati, o addirittura inesistenti, mentre dall’altro il potenziale di crescita dell’intero mercato di bitcoin viene ritenuto interessante.

La profittabilità del mining non è influenzata solo dal prezzo di bitcoin, ma anche da altri fattori, tra cui il consumo ed il costo dell’energia elettrica, la disponibilità ed il costo dell’hardware, e la difficulty dell’attività di mining stessa.

Nonostante quest’ultima sia in netto calo, così come il costo dell’hardware sembra possa ridursi parecchio, pur producendo un calo nei consumi di energia elettrica, questi minori costi per ora non sembrano essere sufficienti a compensare il calo del prezzo.

Proiettando nel 2019 la situazione attuale, Shilov calcola un ROI del -243,07%, che richiederebbe un prezzo di almeno 9.640 dollari per tornare in positivo.

Va aggiunto che la difficulty è ancora in calo, quindi aggiornando questi calcoli tra qualche settimana, o qualche mese al massimo, i risultati potrebbero essere diversi.

Ragionando con la stessa logica, il calcolo del ROI dell’holding sarebbe pari al 75%, qualora il prezzo dovesse risalire dagli attuali minimi e tornare attorno alla mediana degli ultimi 15 mesi.

Ovviamente, queste sono solo ipotesi basate su una proiezione della situazione attuale, mentre il futuro in realtà potrebbe anche rivelarsi molto diverso, ma sono frutto di calcoli basati su dati reali attuali che evidenziano come il mining sia effettivamente in questo momento in grossa sofferenza.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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