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EOS: in arrivo un referendum system decentralizzato

Dopo 7 lunghi mesi di attesa il referendum system di EOS è realtà: la comunità della blockchain ideata da Daniel Larimer ha finalmente fatto partire la prima votazione grazie alla quale i token holder possono decidere su argomenti quali governance e upgrade del codice.

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L’importanza di questo referendum non è da sottovalutare: EOS si basa su DPOS, un algoritmo di consenso comparabile ad una democrazia su blockchain.

Il DPOS è un’alternativa alla PoS (Proof of Stake) in quanto i token holder votano per 21 block producer (BP) responsabili per la validazione delle transazioni e la produzione dei blocchi.

La maggioranza dei BP, ovvero 2/3 +1 BP, può prendere le decisioni che riguardano il network, ma ci sono delle cose, come la costituzione di EOS, che possono essere cambiate soltanto se passano il referendum.

Il DPOS si basa sul coinvolgimento della comunità nel prendere le decisioni. Quando il coinvolgimento scende, il network viene spinto da un piccolo numero di stake holder.

L’interesse della comunità di EOS è scemato con l’andare del tempo e questo si potrebbe ascrivere al ribasso generale dei prezzi delle criptovalute, e alla governance, che è stata inefficiente nel gestire le cose.

EOS è stato negli ultimi mesi soggetto a diversi eventi controversi: il trading dei voti, i BP che creavano altri BP, i cosiddetti sock puppet, la decisione di EOS Core Arbitration Forum (ECAF) di cambiare le chiavi di un account. Tutte questioni che hanno influito negativamente sulla reputazione del network e sul prezzo del token.

La costituzione che vieta il vote buying e l’operare di più BP da una sola entità è stata ignorata ed ECAF si è dimostrato inefficiente nella soluzione del problema. Ora però, grazie al sistema di referendum, la community di EOS ha finalmente la possibilità di cambiare le cose e di prendere le decisioni che possono influire sul fato del network.

Al momento della scrittura dell’articolo,il 47,55% di tutti i token EOS sono messi in staking, ma soltanto il 24,47% dei token holder totali ha votato. Nel voting hanno partecipato 44,322 account rispetto ai 653,477 account totali.

I numeri sono quindi bassi e bisognerà che la community si mobiliti per aumentarli, altrimenti il referendum system di EOS si rivelerà un grande fallimento e bisognerà trovare un altro sistema di consenso.

EOS referendum system

Le proposte per il referendum di EOS

Ciò che tutti aspettavano con il fiato sospeso era la possibilità di votare sulla costituzione di EOS. L’attuale costituzione è solo provvisoria e, per essere cambiata, ha bisogno di ottenere il 15% di partecipazione di token holder, più il 10% di voti SI per un periodo sostenuto di 30 giorni ed entro un periodo di 120 giorni.

Daniel Larimer ha proposto una sua versione della costituzione e tante altre sono nate negli scorsi mesi. Se nessuna di queste proposte passerà, la costituzione provvisoria verrà accettata come permanente.

Al giorno d’oggi, però, nessuna costituzione alternativa fa parte del sistema di referendum di EOS e questo potrebbe essere dovuto al recente intervento di Brendan Blumer, il co-founder di Block.one, che ha affermato che la compagnia rilascerà questa settimana una dichiarazione che riguarda la governance.

Si potrebbe presumere che la community voglia vedere la posizione di Block.one prima di votare su una proposta particolare.

La proposta di referendum EOS di Block.one

Durante conversazioni su Twitter e Telegram, Brendan Blumer ha proposto un sistema di voto in cui ogni token vale un voto. Questo è un cambio radicale nel sistema di voto attuale. Attualmente i token holder possono votare per 30 block producer con un solo voto.

Blumer ritiene, invece, che adottando questo sistema l’interesse del BP di scambiare i voti con altri BP si riduca, il che renderebbe la creazione dei cartelli meno facile.

Quasi 13 milioni di EOS sono stati destinati a votare per la eliminazione dell’ECAF, il che rende questa proposta la più votata di tutte.

Il 98.8% dei voti si è posto a favore dell’eliminazione del forum di arbitraggio attuale. Anche Brendan Blumer si è espresso sull’argomento dicendo che l’arbitraggio non dovrebbe essere sulla base layer.

Resources Exchange (REX) è poi un’altra proposta che gode di tanto interesse. REX è stato inizialmente proposto da Daniel Larimer, che ha suggerito un sistema di referendum EOS in cui gli utenti possono affittare i token al REX in cambio di risorse NET e CPU per un certo periodo di tempo.

Per implementare questo sistema, i fondi che si trovano attualmente negli account eosio.ramfee e eosio.names avranno bisogno di essere dirottati verso eosio.rex. La community deve quindi decidere in questo referendum EOS se vuole rendere questi fondi disponibili per REX oppure no.

La riduzione del numero dei Block Producer di EOS

EOS ha un’inflazione totale del 5%, della quale l’1% viene utilizzata per pagare i Block Producer e il 4% viene accumulato in eos.saving account.

Daniel Larimer e Brendan Blumer avevano proposto di bruciare tutti i token finora raccolti. Nonostante non abbiano detto il motivo esatto di questa decisione, l’opinione generale è che la proposta sia dovuta al fatto di poter ridurre il rischio che il fondo finisca nelle mani sbagliate. E il 90% dei votanti è a favore di questa proposta.

Le due proposte con più voti negativi sono invece quelle che riguardano la riduzione del numero totale dei BP a 10 con 5 BP di riserva e l’implementazione del EOS Commons Development Program.

Su quasi 7 milioni di EOS, il 99,9% è contrario alla riduzione del numero dei BP e su quasi 6,5 milioni di voti il 77,9% sono contrari all’implementazione del programma EOS Commons Development che sarebbe il vecchio Worker Proposal System (WPS).

Il referendum system di EOS è online soltanto da pochi giorni e non ha ancora colto interesse dei token holder. La community sta anche aspettando Block.one per vedere la sua posizione riguardo alla governance generale. La comunità di EOS però dovrà partecipare numerosa per aiutare a prendere le decisioni perché soltanto così potrà influenzare la sorte del network.

 

Aneta Karbowiak
Aneta Karbowiak
Laureata in Biologia all'Università degli Studi di Genova, si è presto interessata allo sviluppo delle applicazioni mobili e dei chat bot. È entrata nel mondo dell'editoria come manager di un sito di sport inglese dove ha gestito un team di dieci persone. Appassionata della tecnologia blockchain e delle criptovalute, ha cominciato a scrivere per Qubithacker.
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