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Federico Tenga: “Sopravviverà solo Bitcoin”

Federico Tenga è il co-fondatore di Chainside, una società che aiuta le imprese ad accettare pagamenti in bitcoin. Una delle soluzioni più importanti in tale direzione è stata per esempio quella di aiutare i taxi in Italia ad accettare le criptovalute grazie ad una recente partnership con itTaxi, la più grande rete italiana di tassisti.

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Tenga fa parte dei 30 esperti blockchain selezionati dal MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) ed è anche membro del Blockchain Education Network Italia.

Durante la Blockchain Week Rome, Cryptonomist ha avuto l’opportunità di intervistarlo per parlare della sua visione maximalist su Bitcoin.

Federico Tenga bitcoin

Durante il tuo discorso alla Blockchain Week hai parlato del fatto che a lungo termine ti aspetti che la maggior parte delle blockchain diventino insostenibili. Puoi approfondire un po’ la tua visione?

In questo momento, anche se Bitcoin ha una posizione dominante significativa sulle altre criptovalute in termini di valore e di utenti attratti, esistono ancora numerose blockchain e spesso si propongono come reti specifiche per applicazioni. 

Ad esempio, Monero dovrebbe essere la catena di scelta per chi desidera la privacy e Ethereum quella per le dApp. Certo, da un lato sarebbe bello avere protocolli diversi per scopi diversi, ma ci sono alcune questioni importanti che nel lungo termine possono mettere a repentaglio la sostenibilità di molte blockchain. 

In primo luogo, per gli utenti che supportano più catene può diventare molto costoso man mano che i dati da convalidare aumentano, il che significa che, con la crescita dell’ecosistema, sempre meno reti blockchain potranno essere completamente controllate in parallelo da hardware più deboli. Poiché il concetto di trustlessness è la principale proposta di valore delle criptovalute, senza la capacità di autoverifica di un ledger, la blockchain perde la maggior parte della sua utilità rendendo più difficile continuare ad attrarre utenti e capitali. 

In secondo luogo, a tutt’oggi tutte le blockchain pubbliche esistenti richiedono una moneta nativa per gestire gli incentivi necessari per la sicurezza, ma l’utilità del denaro è massimizzata quando c’è una sola moneta. Avere più monete concorrenti che coprono nicchie diverse non sarebbe molto conveniente per il normale utente fuori dallo spazio crypto, rendendo la presenza di molte monete difficili da sostenere a lungo termine. Infine, le blockchain multiple tendono ad offrire compromessi sulle prestazioni di sicurezza leggermente diversi, ma molto simili, creando un rischio di cannibalizzazione intensiva. 

L’unica eccezione in questo caso sarebbe Bitcoin, in quanto si concentra sulla massimizzazione della sicurezza rispetto alle prestazioni, rendendolo la scelta naturale per tutti coloro che considerano la sicurezza del protocollo come la priorità numero uno. Per questi motivi, mi aspetto che nel lungo termine continueranno ad esistere poche (e probabilmente una sola) blockchain pubbliche.

Bitcoin è attualmente visto più come una riserva di valore (SoV) che come mezzo di scambio (MoE) anche a causa del costo delle transazioni. Come vedi il futuro dei pagamenti in bitcoin?

Penso che sia normale che qualsiasi attività monetaria emergente per natura inizi ad essere utilizzata prima come SoV e poi, solo quando un numero sufficiente di persone ne è già in possesso, può diventare un efficace mezzo di scambio. Dal momento che la caratteristica principale di Bitcoin è il fatto che nessuna terza parte può interferire in alcun modo nella vita finanziaria del utente, credo sia importante che Bitcoin continui a concentrarsi sulla priorità della sicurezza rispetto ai bassi costi di transazione, in quanto senza sicurezza non può diventare un SoV diffuso, e senza le qualità SoV è impossibile arrivare alla fase di scambio. Questo ovviamente non si applica alle valute fiat che si basano sull’applicazione delle norme governative per rimanere in circolazione.

Un’altra preoccupazione riguardo a Bitcoin è spesso la sua privacy. Come pensi che sarà affrontata questa problematica? 

Credo che l’unico modo per risolvere il problema della privacy su Bitcoin, o su qualsiasi rete di transazioni, sia quello di rendere la privacy più economica dell’alternativa.

Soluzioni come Monero tendono ad essere utilizzate solo da persone estremamente preoccupate per la privacy, mettendo tutti quei utenti nel gruppo di quelli che hanno “qualcosa da nascondere”. 

Solo quando tutti utilizzano un sistema confidenziale è possibile ottenere una reale privacy individuale, e speriamo che questo accada su Bitcoin in un futuro non troppo lontano, quando gli schemi di aggregazione delle firme possono rendere i meccanismi di miscelazione delle monete più economici delle normali transazioni.

Recentemente Facebook ha annunciato il lancio di Libra, con l’ambizione di diventare una valuta globale. Cosa ne pensi?

Penso che Libra sarà fantastico per Bitcoin per due ragioni principali: può far abituare le masse ad una tecnologia simile a Bitcoin su una piattaforma centralizzata di facile utilizzo, rendendo così più facile l’adozione futura di un sistema decentralizzato come Bitcoin, e farà capire al grande pubblico che il denaro non deve essere un monopolio governativo, ma può anche essere privato. 

Tuttavia, non sono sicuro che avrà successo, in quanto probabilmente si troverà ad affrontare molte opposizioni normative e potrebbe persino non riuscire a convincere la sua base di utenti ad adottare Libra. Quando ci si sposta in un settore diverso, non è facile convertire gli utenti esistenti, basta ricordare cosa è successo quando Google ha cercato di convincere la sua massiccia base di utenti ad utilizzare il suo nuovo social network.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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