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Con la Blockchain finisce l’era dei monopoli di Internet

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Internet, quando nacque, venne pensato come un sistema decentralizzato: invece di avere computer collegati a un singolo server, come nei sistemi BBS, si aveva una rete decentralizzata di server a cui collegarsi.  

Pur essendo stato disegnato con questa idea, i servizi sviluppati su di esso hanno subito i cosiddetti “net effects”, che determinano oligopoli naturali per pochi provider.

E nel corso di questi anni abbiamo toccato con mano l’ineluttabile e veloce concentrazione: nato per essere un sistema di server senza padroni, ma con un insieme di player simili, si è evoluto in direzione opposta, verso una situazione in cui le forze del mercato impongono che ci sia spazio solo per pochi attori di servizi che diventano oligopolisti.

Le reti, in particolare Internet, subiscono la legge di Metcalfe, che spiega che “il valore d’uso di una rete cresce con il quadrato del numero n dei suoi utenti” e la legge di Reed, che spiega che, se il valore di una rete è legato al numero di gruppi di utenti (come in una social network), esso cresce come 2N (N=numero di utenti).

In sintesi significa che il valore creato da una rete ai suoi utenti esplode con la crescita del numero dei suoi utenti. Questa esplosione di valore attira nella rete ulteriori utenti ancora una volta con un feedback positivo (“effetto rete”, o “network effect”).

L’ascesa e la dominanza di Twitter, Facebook, YouTube e Instagram sono un chiaro esempio di come l’effetto rete: Winner takes it all!

Questo ineluttabile outcome è confermato da numerose studi, come una recente analisi di Mozilla che mostra come oltre il 90% delle ricerche avvengono tramite il motore di Google.

E sulla base di questa dominanza, quest’ultima influenza anche il disegno e sviluppo dei sistemi operativi per smartphone, tramite, Android e dei browser con Chrome. Winner takes it all.

Il Web 2.0 e le leggi che lo modellano hanno creato piattaforme centralizzate e  giganti che governano miliardi di persone – Facebook a più i 2.2 miliardi di utenti attivi – ora sembrano lasciare il passo ad un’altra evoluzione tecnologica che dispiegherà i suoi effetti sulla società e il valore creato dagli utenti da piattaforme centralizzate a decentralizzate, sulla scia della spinta propulsiva di modelli basati sul peer-to-peer networking, come la blockchain.

Partendo dalla base del web, semplifichiamo questa evoluzione in atto.

Su Internet l’indirizzo numerico che identifica un sito viene tradotto in un nome, ad esempio in www.cryptonomist.ch, da un servizio chiamato DNS, Domain Name System, ma si tratta di un servizio centralizzato: ad esempio, uno dei maggiori gestori di server DNS è proprio Google.

Questa struttura ha due problemi:

  • Prima di tutto può essere utilizzata per censurare alcuni siti, impedendo di raggiungere alcuni domini, con un sistema che è utilizzato anche dal Grande Firewall cinese;
  • Il sistema può essere hackerato sostituendo a un IP un URL maligno, con una modalità chiamata DNS poisoning.

Ora, grazie allo sviluppo delle 4 tecnologie sottostanti la blockchain di bitcoin, sono nati progetti ed aziende che indirizzano la centralizzazione illustrata sopra, ad esempio, Namecoin, con il quale le informazioni dei server DNS vengono distribuite sulla blockchain, per cui non è più possibile bloccare o inquinare un indirizzo.

Infatti, Namecoin assegna, invece che indirizzi .com o .net, indirizzi .bit e quindi li collega agli IP con i dati immagazzinati sulla blockchain che, essendo diffusa e immutabile, non può essere censurata o hackerata.

Pensando al segmento dei social media, il modello di business incentrato su piattaforme centralizzate sta lasciando il campo al suo opposto.

Infatti, la blockchain ha visto nascere numerose alternative disponibili, dal noto Steemit, simile a Reddit, ma decentralizzato, a Diaspora, succedaneo di Facebook, a Mastodon, che vuole sostituirsi a Twitter, il tutto decentralizzato e senza possibilità di utilizzo inadeguato dei dati personali.

Ci sono anche altri esempi, come BATbrowser, il browser in cui è l’utente a scegliere se vuole la pubblicità e, in caso affermativo, riceve una remunerazione con il token BAT per seguirla, la cui piattaforma è stata completata nello scorso mese di giugno.

Lentamente, ma non meno inesorabilmente, si è tornati all’idea fondante di Internet, “empowerment” di una moltitudine crescente

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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