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La privacy di Bitcoin e come potrebbe migliorare

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Osservando la rete p2p, gli account che hanno subito le procedure AML/KYC e altri tipi di analisi possono rivelare come e chi sta usando bitcoin. Dal whitepaper originale sembra che Bitcoin sia stato pensato per ottenere l’anonimato, ma finora non è riuscito a farlo.

Certo, un design di questo tipo aiuta a combattere l’uso di BTC da parte dei criminali, ma non prende in considerazione i molti utenti che potrebbero non volere che tutti sappiano cosa fanno con i loro soldi.

Una banca che decide di rendere pubblici i registri di spesa di tutti gli utenti di carte di credito causerebbe uno scandalo significativo. La tracciabilità di BTC è la stessa cosa. Tuttavia si stanno compiendo progressi.

Miglioramenti all’anonimato di Bitcoin

Un metodo spesso utilizzato in passato per migliorare la privacy di Bitcoin era CoinSwap. Questo sistema utilizzava semplicemente un intermediario per il pagamento.

In questo modo la transazione poteva essere effettuata senza lasciare un chiaro legame tra il mittente e il destinatario.

Il problema più evidente di questo sistema era che l’intermediario poteva rubare i fondi, ma ora il problema è stato risolto.

La soluzione è Hash Time-Locked Contracts, che – grazie a delle intelligenti linee di codice – ha reso impossibile rubare i fondi.

Un altro problema è che l’intermediario sa chi ha scambiato e con chi e potrebbe pubblicare o vendere questi dati. L’accesso a questi dati da parte dell’intermediario lo rende praticamente inutile per qualsiasi transazione particolarmente sensibile alla privacy.

Un nuovo sistema proposto potrebbe essere una soluzione anche a questo problema.

Tumblebit

Tumblebit è stato proposto da Foteini Badimtsi, Ethan Heilman, Leen Alshenibr, Sharon Goldberg e Alessandra Scafuro – dell’università di Boston. Questa soluzione è stata recentemente presentata anche al workshop Scaling Bitcoin di Milano.

Questo progetto è migliore di CoinSwap in alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto, invece di impostare i canali di pagamento, utilizza puzzle crittografici.

Se un utente può fornire la soluzione al puzzle può richiedere i BTC. Così un utente può comprare la risposta al puzzle e poi usarlo per pagare un altro utente che lo accetterà in quanto gli concede l’accesso a dei BTC.

In secondo luogo, TumbleBit consente a molti utenti di utilizzare lo stesso intermediario, rendendo ancora più difficile la tracciabilità dei BTC.

Un’altra caratteristica utile è che l’intermediario può essere finanziato e poi utilizzato per pagamenti multipli, il che si traduce in un payment hub. Inoltre, tutto questo avviene attraverso molteplici livelli di crittografia per garantire la privacy.

Ciò che rende un tale hub ancora più utile è che bisogna scrivere sulla blockchain solo una volta. La necessità di scrivere una sola volta rende il sistema molto più scalabile ed economico.

L’implementazione del sistema non richiede il cambiamento del protocollo di Bitcoin.

Non esiste ancora un software utilizzabile dall’utente finale ma esiste già una prova di concetto open source che ha eseguito con successo i test on-chain. Tutto ciò significa che probabilmente possiamo aspettarci un sostanziale miglioramento della privacy di Bitcoin nei prossimi anni.

Adrian Zmudzinski
Adrian Zmudzinski
Adrian è un appassionato di tecnologia e IT, specializzato nell'analisi di token, tecnologia blockchain e crypto. Il suo interesse verso Bitcoin risale al 2009, espandendosi al mondo delle crypto più in generale. Le sue analisi si concentrano per lo più sulle potenzialità tecnologiche alla base dei token.
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