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Il sogno di Daniel Larimer, cambiare il mondo con UBI

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Un reddito minimo garantito per ogni abitante del pianeta. Può essere considerato un sogno, una follia visionaria, ma è certamente una prospettiva suggestiva. Il suo nome è UBI, vale a dire Universal Basic Income.

A coltivarla come idea (e speranza), c’è fra gli altri un nome di grande rilievo nel mondo Crypto & Blockchain, vale a dire Daniel Larimer, CTO di EOS.

Larimer non è certo l’unico, avendo a fianco tra i sostenitori personaggi del calibro di Elon Musk secondo il quale “ci saranno sempre meno posti di lavoro che un robot non possa fare meglio“, Richard Branson e anche Mark Zuckerberg.

Si tratta di un club di miliardari, certo, che se anche cedessero un pezzettino delle loro ricchezze gli rimarrebbero in banca un mucchio di soldi, per 20 generazioni di eredi.

Ma l’importante è che le buone idee camminino. Del resto alcuni paesi hanno già esplorato qualcosa di simile a UBI, nella vita reale.

Proprio Daniel Larimer, co-fondatore di EOS, ha parlato recentemente della sua intenzione di realizzare UBI in casa propria.

Il buon inizio di questo progetto sarebbe la creazione di un sistema Basic Income su EOS, fondato sull’idea di destinare un 4% annuale della EOS total supply (offerta totale) alla creazione di un “tesoretto” da utilizzare appunto come Universal Basic Income.

Ma facciamo un passo indietro. L’automazione sempre crescente dei posti di lavoro colpirà il mondo in via di sviluppo mettendo a rischio – secondo alcune valutazioni – l’88% dei posti di lavoro in Etiopia, il 77% in Cina, il 69% in India, con una media globale del 57% dei posti di lavoro sostituiti da macchine.

La minaccia dell’automazione ovviamente sta per colpire anche il mondo sviluppato. Si stima che metterà a rischio quasi il 50% dei posti di lavoro. Che fare?

Molti lavoratori dovranno riqualificarsi, ma altrettanti rischiano di rimanere senza lavoro e avranno bisogno di aiuto e sussistenza. E’ il motivo per cui l’introduzione di UBI come reddito universale è ampiamente dibattuto.

UBI è pensato come un sistema che assegna a ogni cittadino un salario minimo, sponsorizzato dallo stato, magari ulteriormente aumentato grazie a produzione e lavoro.

Guy Standing, membro fondatore di Basic Income Earth Network e sostenitore di UBI in India, ha dichiarato a Business Insider:

“La cosa più sorprendente che non avevamo previsto è che l’effetto di emancipazione è perfino maggiore dell’effetto monetario. UBI permette alle persone di avere un senso di controllo sulla propria vita. Le persone usano una parte del denaro per pagare i debiti, riuscendo a fuggire dalla schiavitù. Alle donne UBI offre la possibilità di prendere decisioni in autonomia sulla propria vita“.

Un esempio concreto è il Permanent Fund Dividend (PFD) pagato a tutti i cittadini dell’Alaska dal 1982. È importante ricordare che nel 1956 l’Alaska ha ratificato una Costituzione che riconosce la proprietà congiunta di terreni non occupati e delle risorse naturali.

Nel 1976 è stato poi creato l’Alaska Permanent Fund (APF) composto da attività diversificate. Nel 1982 il governo ha deciso di distribuire parte di questi fondi, anche se l’ammontare cambia a seconda delle fluttuazioni del mercato.

Secondo alcuni studi realizzati, questo fondo ha aiutato lo sviluppo dell’Alaska e della sua popolazione a mantenere bassi tassi di povertà, più uguaglianza economica, aumento del potere d’acquisto e posti di lavoro.

Proprio il 27 agosto Larimer su Telegram ha discusso la sua idea di distribuzione di una “legittima eredità” delle generazioni passate e ha proposto l’implementazione di un sistema UBI così concepito: “un’inflazione del 5% distribuita uniformemente, oltre al 5% di tasse sul valore dei privilegi governativi concessi“.

Larimer sostiene che la Terra non è di proprietà delle persone: è solamente “affittata” dal governo: “Negli Stati Uniti, una tassa sul reddito del 5%, distribuita come UBI, significherebbe per ogni donna e bambino avere a disposizione quasi 15mila dollari l’anno. Questa tassa varrebbe solo per chi ha un reddito superiore ai 300 mila dollari annui, al di sotto non si dovrebbe contribuire a UBI“.

Secondo Larimer, UBI non solo aiuterebbe i poveri a ottenere un livello minimo di sostegno, ma contribuirebbe a porre la fine al lavoro minorile e alle carestie, oltre a limitare le migrazioni.

Non mancano le obiezioni: c’è chi sostiene che UBI comporterebbe un numero maggiore di persone improduttive, oltre a essere una sorta di “tassa ai ricchi per sfamare i poveri”.

Larimer insiste però che non si tratta di sfamare i poveri ma di creare pari opportunità.

Un altro tema di discussione è il seguente: quante persone userebbero UBI per scopi produttivi, magari per investire, e quanti per “sperperare” i fondi senza combinare nulla?

Non secondo Larimer, per il quale UBI può diventare una risposta efficace per prevenire le guerre, dando a tutti una quota nell’economia globale.

Non si dovrebbe più fare beneficenza sotto forma di cibi, case o istruzione, grazie a una gestione semplificata dei fondi tramite UBI. In tutto ciò, un aiuto enorme in termini di trasparenza sarebbe fornito dalla tecnologia blockchain.

Per Larimer si tratta di sviluppare un sistema di identità su EOS, senza che si debba richiedere alcuna carta d’identità nazionale ma semplicemente vincolare le persone a un account.

Le identità saranno implementate anche in Steem 2.0, l’app di social media su EOS in arrivo.

Il fondo UBI verrebbe creato da un’asta del 5% di tutte le azioni quotate ogni anno e dal 5% di una tassa sulle proprietà immobiliari. Le società potrebbero aumentare la loro offerta di azioni del 5% ogni anno, venderle e trasformarle in moneta UBI.

Un reddito universale verrebbe in seguito assegnato a persone identificate in modo univoco tramite account gratuiti.

Si tratterebbe a tutti gli effetti un cambiamento radicale, a livello planetario. Spiega Larimer “la comunità di EOS potrebbe implementare questa politica con un’inflazione del 4%”.

Proprio l’idea di un’inflazione del 4% in EOS è oggetto di grande dibattito nella comunità.

Ad ora viene tutto raccolto nell’account eosio.saving, in attesa di un referendum.

Inizialmente questa inflazione multimilionaria era destinata a far parte del Worker Proposal Fund (WPF), ma Larimer e Blumer hanno proposto di eliminare questa inflazione e bruciare tutti i token.

Il timore è che il WPF possa finire nelle mani di poteri centralizzati e corruttibili, oltre ad essere facilmente attaccato dai whale che votano per proposte di loro interesse.

La volontà di eliminare completamente il WPS è stata espressa più volte. Ora Larimer ha in mente una soluzione diversa, che può avere effetti importanti per tutti.

Aneta Karbowiak
Aneta Karbowiak
Laureata in Biologia all'Università degli Studi di Genova, si è presto interessata allo sviluppo delle applicazioni mobili e dei chat bot. È entrata nel mondo dell'editoria come manager di un sito di sport inglese dove ha gestito un team di dieci persone. Appassionata della tecnologia blockchain e delle criptovalute, ha cominciato a scrivere per Qubithacker.
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