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Due studiosi della facoltà di legge dell’Università di Oxford, Rosa Maria Lasta e Jason Grant Allen, stanno analizzando con profondità le sfide regolamentari, quindi legali, del mondo delle criptovalute.
In un report pubblicato sul sito del comitato ECON del Parlamento Europeo, i due ricercatori iniziano da una chiara distinzione: le Virtual currency (VC, Valute virtuali) private come bitcoin, e le VC pubbliche, emesse dalle banche centrali o da altri enti statali.
Lo studio non si ferma certo a questa sola divisione. Anche perché per gli studiosi la comparazione fra le VC con gli strumenti finanziari già presenti come forme di pagamento elettronico (future, azioni o titoli di credito), crea alcune difficoltà analitiche.
In sostanza, emerge come l’introduzione di uno strumento completamente nuovo abbia messo in luce (e anche in crisi), definizioni finora ritenute chiare e incontrovertibili legate alla finanza.
Questa opacità fa rende necessario analizzare prima le caratteristiche tecniche e le funzioni economiche, per poi successivamente passare a definizioni di carattere legale.
Il problema della definizione legale delle VC è principalmente un problema di confini, intesi da diversi punti di vista:
- Fra entità, o criptovalute, regolate e quelle che sono al di fuori di ogni regolazione;
- Fra diverse giurisdizioni nazionali;
- Fra mondo reale e cyberspazio, che rende ancora più difficile l’applicazione delle norme a un mondo virtuale.
Un problema per ora ritenuto secondario, ma che in futuro può diventare essenziale, collegato all’emissione delle VC private, è legato al fatto che modificano la quantità di moneta in circolazione senza il controllo o l’approvazione della Banca Centrale.
Questa quantità di moneta “fuori controllo” impatta il mondo finanziario ordinario attraverso vari canali:
- entità regolate che creano VC;
- entità non regolate che offrono servizi di carattere finanziario;
- entità regolate che fanno prestiti per la partecipazione e nuove VC;
- entità regolate che promuovono servizi finanziari offerti da VC.
Insomma, si può creare una profonda commistione fra un mondo nuovo poco regolato e poco regolabile, e un mondo tradizionale e altamente regolato.
E questo in futuro creerà conflitti che necessitano una regolamentazione.
Il report si occupa anche del tema delle CBVC, valute virtuali emesse da banche centrali o comunque da enti statali.
Un caso particolare è quello dell’Estcoin, la valuta proposta dallo Stato estone, combattuta dalla BCE perché contraria al suo statuto che ammette solo l’euro come moneta a corso legale nella UE.
Un’opposizione talmente forte, quella dell’Eurotower, da aver condotto al ritiro della proposta.
Nello stesso tempo, per gli studiosi, l’idea di E-euro, un euro in forma di VC, potrebbe avere una qualche utilità nel superare la completa dicotomia fra autorità fiscali e monetarie che si è venuta a creare nell’area euro con la creazione della BCE.