Criptovalute? No, grazie. Iniziano a sciogliersi i dilemmi che in questi ultimi anni affliggevano le domande sulla vera natura delle criptovalute, ops…cripto-asset.
Sembra infatti che dalla bozza del documento a chiusura del G20 dei Ministri delle Finanze che è terminato nella notte Buenos Aires, al bitcoin e a tutte le sue consorelle mancano i tratti distintivi della valute nazionali.
La natura ubiqua delle crypto inizia a delinearsi come asset, al pari di altre materie prime. L’intero settore delle crypto apprezza la decisione è così la giornata inizia con una prevalenza del segno verde per tutte le prime 10 criptovalute.
Ampliando la classifica alle prime 100 per capitalizzazione, troviamo solamente due segni in rosso: NEM (XEM) -2% che insedia la 13sma posizione, e SmartCash (SMART) che occupa il 98° posto.
Bitcoin (BTC)
Arriva deciso il segnale tecnico sul bitcoin (BTC) che muta da semplice rimbalzo a movimento rialzista partito dal minimo di domenica pomeriggio.
Le prime indicazioni arrivate nel corso della giornata di lunedì trovano la conferma tecnica con la rottura della resistenza settimanale in area $8700-8800 accompagnata da volumi in acquisto che in queste prime luci della giornata segnano ulteriore allungo sopra i $9000 punti.
Si rivedono i livelli di metà mese che corrispondono al 50% della struttura moderatamente rialzista del ciclo bimestrale iniziato con il minimo di inizio febbraio e che ha visto segnare i suoi (doppi) massimi tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo.
Livelli operativi:
AL RIALZO: La tenuta del supporto giornaliero in area $8800 e 9000 indicherebbe la formazione di una base di accumulazione, aprendo la strada ad allunghi in area $9100 prima e $9500 nei prossimi giorni.
AL RIBASSO: Solamente un ritorno sotto $8200 durante la giornata, scalfirebbe il rialzo che dai minimi di domenica, in poco più di 48h, segna un recupero del 26%.
Ethereum (ETH)
Prosegue lento ed a fatica il movimento rialzista di Ethereum (ETH) iniziato con il minimo di domenica pomeriggio.
Livello ($450) che segna il minimo del nuovo anno riportando i corsi a metà novembre. Anche se la percentuale del recupero (+30%) dai minimi supera di una manciata di punti quella del bitcoin, la struttura tecnica di medio periodo rimane impostata al ribasso. E’ necessario il ritorno sopra area $600 accompagnato da volumi in acquisto.
Livelli operativi:
AL RIALZO: La congestione iniziata domenica notte e terminata ieri sera con la rottura al rialzo della resistenza a $570 ora diventa ampia base di supporto. Solamente un ritorno con volumi sopra area $600-610 darà un primo segnale rialzista in ottica mensile.
AL RIBASSO: Un ribasso sotto area $500 invaliderebbe la struttura rialzista iniziata a formarsi in questi ultimi tre giorni.
Ripple (XRP)
Più vigoroso il movimento al rialzo di Ripple (XRP), che dai minimi di domenica pomeriggio segna un recupero del 35%. La rottura del precedente minimo del 6 febbraio in area $0,57, avvenuta in armonia con gli altri nella giornata di domenica, ha spinto i prezzi poco sotto tale soglia aggiornando i minimi del 2018 ($0,5367).
Violazione ribassista che ha registrato un contestuale aumento dei volumi e che sta configurando quella che potrebbe essere la classica trappola degli ultimi orsi. Anche se la struttura trimestrale rimane ancora decisamente ribassista registrando un -83% dai massimi assoluti di inizio anno, il doppio minimo potrebbe essere un primo segnale tecnico positivo.
Livelli operativi da monitorare per la giornata
AL RIALZO: Necessario il ritorno oltre i massimi di lunedì ($0,725) per scacciare i timori di un vacuo rimbalzo.
AL RIBASSO: La mancata tenuta del primo supporto settimanale a $0,65 inizierebbe a far vacillare la struttura rialzista in formazione. Negativa una estensione sotto area $0,62.