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Tether, la stablecoin torna in gioco in Giappone

Le stablecoin che non si appoggiano esclusivamente ad una valuta fiat sono state momentaneamente bannate in Giappone, tuttavia, la vision del Primo ministro sta per cambiare le carte in tavola ed abilitare anche il resto delle stablecoin tra le quali, spicca Tether che aveva ricevuto un ban.

Il Giappone, storicamente, ha sempre avuto una posizione sugli scudi rispetto al mondo delle criptovalute ma, nel tempo, questa posizione si è andata ammorbidendo. 

Sei mesi fa, con il fine di regolare un settore così nuovo e complesso, la compagine di governo di Fumio Kishida ha dato vita a un disegno di legge ad hoc sulle stablecoin. 

Il governo nipponico ha specificato che le stablecoin così come le altre criptovalute sono né più né meno denaro digitale e pertanto debbono essere trattate come tali. 

Con questo impianto legale il Paese di Kishida si pone come uno tra i primi paesi al mondo ad avere legiferato sulle stable.

In buona sostanza il testo di legge avalla l’utilizzo delle stablecoin a patto che queste siano garantite dallo yen giapponese o da qualsiasi moneta fiat in giro per il mondo così da permettere a chi ne possiede di spenderne il valore nominale. 

Per quanto riguarda chi avrà l’autorizzazione ad emettere queste valute digitali, nel caso specifico, le stablecoin, il governo impone che la possibilità sia riservata alle banche, ai fornitori di servizi di trasferimento di fondi e alle società fiduciarie.

Chi emetterà e/o distribuirà stablecoin sarà soggetto a una stringente normativa specifica sull’antiriciclaggio che prevede la registrazione dei dati sensibili dell’utente, questo quanto specificato dalla FSA a latere.

Il quadro normativo però non teneva conto di tutte le stablecoin che sono supportate da asset e da alcune eccezioni come ad esempio Tether (USDT) lanciando il sasso per una discussione sulla questione. 

Il Giappone e il ban sulle stablecoin Tether e USDC

Il Primo Ministro Fumio Kishida in campagna elettorale ha promesso ai cittadini quello che lui stesso ha chiamato “Nuovo capitalismo” ovvero la promozione di strumenti e stimoli volti a rimettere in moto l’economia del piccolo grande Paese. 

Parte della politica del governo è stata promettere ai cittadini di raddoppiare la propria ricchezza e per assolvere questa missione un valido alleato sono di certo i nuovi mercati che emergono.

La posizione di apertura del paese verso nuovi asset digitali (crypto), NFT e Metaverso è in ascesa e punta sempre più su questi mercati. 

Kishida ha recentemente dichiarato in una intervista quanto segue:

“Anche gli sviluppi relativi al metaverso e agli NFT faranno parte della strategia di crescita della nazione in futuro”. 

Non solo NFT, Metaverso e Crypto ma il paese del sol levante ha dichiarato che sosterrà da qui in avanti tutte quelle imprese che operano nel Web3. 

Le tasse sono l’altro grande tema sul quale punta Kishida, l’esecutivo si sta impegnando a rallentare la morsa della tassazione sulle criptovalute in un’ottica di libertà finanziaria e circolazione di capitali. 

L’FSA (Financial Services Agency) sta sostenendo una proposta di legge per cui tutte quelle società che ottengono guadagni in quanto emettono criptovalute debbano essere esentate dal pagamento delle tasse in quanto generatrici a loro volta di valore e di possibilità per milioni di giapponesi. 

Non solo le società ma anche i singoli investitori godranno di benefici infatti la proposta di legge tocca anche i privati tramite il potenziamento di alcune agevolazioni fiscali già in essere nel paese. 

La notizia che però tiene banco tra gli investitori sia locali che non è il fatto che la Financial Services Agency (FSA) tornerà sui suoi passi per quanto riguarda le stablecoin non basate su valute Fiat. 

Il divieto sarà tolto e valute digitali come Tether e USDC, ma con delle eccezioni rispetto a come sono trattate le altre stablecoin. 

Per la FSA infatti Tether potrà essere acquistata dagli utenti giapponesi ma non potrà essere scambiata almeno tra soggetti cittadini del paese asiatico. 

A tal proposito Coins Paid ha riportato che:

“Nel 2023, la Financial Services Agency revocherà il divieto di distribuzione nazionale di stablecoin emesse all’estero.”

Oltre all’impossibilità di essere scambiata, Tether avrà delle limitazioni anche per quanto riguarda la detenzione nei portafogli. 

Nel rapporto si legge che al massimo si potrà avere in portafoglio il controvalore di 7500 dollari americani (1 milione di Yen giapponesi). 

Nel frattempo Tether è in calo dello 0,0017% oggi ma oscillazioni di questo tipo sono all’ordine del giorno per una valuta così stabile. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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