HomeCriptovaluteEthereumL’aggiornamento Shanghai di Ethereum è ora attivo: addio al mining di criptovalute

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum è ora attivo: addio al mining di criptovalute

È ufficiale: l’aggiornamento Shanghai della blockchain Ethereum, di cui è nativa la seconda crypto più popolare al mondo, Ether, è ora disponibile: con questo aggiornamento, dunque, Ethereum dice addio al mining di crypto. 

Non solo, questo è anche il primo importante aggiornamento di Ethereum dopo The Merge. Vediamo nei dettagli cosa significa. 

Aggiornamento Shanghai di Ethereum: oltre il mining, cosa cambierà?

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum è avvenuto poco prima delle 18:30 ET, segnando il primo grande cambiamento da The Merge dell’anno scorso. 

Nello specifico, l’hard fork ha implementato la Ethereum Improvement Proposal (EIP) 4895, consentendo agli utenti e ai validatori di ritirare i loro Ether (ETH) in staking sulla rete. 

Gli sviluppatori monitoreranno eventuali problemi con il completamento dell’aggiornamento, come indicato in uno stream di YouTube. 

L’aggiornamento Shanghai/Capella (o Shapella) è stato rilasciato sulla mainnet all’altezza del blocco 6.209.536. 

Oltre al meccanismo di prelievo, gli sviluppatori hanno ottimizzato le tariffe del gas della rete per determinate transazioni, come precedentemente notato dal core team su GitHub.

È importante sottolineare che questo evento segna un cambiamento significativo per Ethereum a causa del suo potenziale impatto sull’ecosistema, incluso lo sblocco di fondi precedentemente inaccessibili. 

Infatti, ora che i prelievi sono stati abilitati, la rete ha finalmente completato la sua transizione verso il consenso. 

Ovviamente, la decisione della piattaforma di cambiare in modo radicale il proprio funzionamento e diventare più sostenibile ha riacceso il dibattito sull’impatto ambientale dei Bitcoin

Inoltre, l’upgrade di Shapella ha introdotto due tipologie di prelievo per gli ETH in stake: parziale e totale. I prelievi parziali distribuiranno automaticamente ETH ai validatori, assicurando che il loro saldo rimanga ai 32 ETH necessari per mantenere lo stato di validatore. 

I prelievi completi, d’altra parte, comportano la chiusura del validatore e il prelievo dell’intero saldo puntato.

L’impatto dei prelievi di Ethereum porterà a fluttuazioni dei prezzi? 

Con il meccanismo di prelievo abilitato, Ethereum dovrebbe fornire agli utenti una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse. Tuttavia, il rilascio di ETH potrebbe comportare fluttuazioni di prezzo a breve termine. 

Anche se non tutti i 18 milioni di ETH ($33 ​​miliardi) puntati sulla rete saranno disponibili per il prelievo tutti in una volta sola, a causa dei limiti dell’importo che può essere prelevato. 

In ogni caso, non si esclude che la possibilità di accedere a questi fondi precedentemente bloccati potrebbe portare a fluttuazioni dei prezzi. 

Vediamo che l’ether ora ha un prezzo inferiore rispetto a quando molti utenti puntavano i propri fondi, dunque è possibile che questi detentori non vogliano vendere in perdita, anche se non possiamo esserne certi. 

Alexander Esin, CEO della società di staking P2P.org, a proposito del potenziale impatto sul mercato, ha dichiarato quanto segue:

“La maggior parte dei detentori di ETH è sott’acqua all’attuale prezzo di mercato e la maggior parte di questi detentori è impegnata in Ethereum a lungo termine. Riteniamo che la maggior parte degli ETH ritirati possa essere restituita a nuovi validatori per aumentare le ricompense.” 

L’aggiornamento Shanghai di Ethereum riaccende il dibattito sulla sostenibilità della pratica del mining

Come anticipato, questo nuovo aggiornamento di Ethereum farà sì che la blockchain taglierà i suoi legami con il mining di criptovalute. Ma cosa significa questo? 

Vediamo che, con il vecchio sistema, il mining Proof-of-Work (PoW), il diritto di elaborare una serie di transazioni e guadagnare una ricompensa in criptovalute è determinato da una sorta di “gara” il cui obiettivo è risolvere un problema matematico. 

Dunque, maggiore è la potenza di calcolo che i “minatori” impiegano per risolvere un dato problema, più sono le loro possibilità di vincere la gara. Il nuovo sistema adottato da Ethereum, il Proof-of-Stake (PoS), invece, non prevede né una competizione né tantomeno minatori. 

Il vincitore è, infatti, determinato da una lotteria. Maggiore è la quantità di Ether depositati sulla rete, maggiori sono anche la possibilità di ottenere l’equivalente di un biglietto vincente. 

Di conseguenza, dimostrando che un’importante blockchain può passare da un sistema all’altro, Shanghai è destinato a riaccendere il dibattito sulla sostenibilità della pratica del mining. 

Pratica che oggi è ancora alla base di Bitcoin, la criptovaluta più scambiata al mondo. Non a caso, i dati dell’Università di Cambridge riportano che nel 2022 la rete di Bitcoin ha consumato 107 terawattora di energia, una cifra pari a quella dei Paesi Bassi e di cui solo poco più del 25% proveniva da fonti rinnovabili. 

Prima di The Merge, Ethereum consumava una quantità di energia che corrispondeva circa ai due terzi di quella impiegata da Bitcoin. L’abbandono del mining ha però ridotto il consumo della rete di almeno il 99,84%, secondo l’analisi di Alex de Vries, data scientist della De Nederlandsche Bank. 

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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