Un’agenzia del governo USA ha creato un finto token per smascherare alcune frodi crypto.
La vicenda è stata resa pubblica con un comunicato stampa ufficiale del Dipartimento di Giustizia, ovvero il ministero del governo che opera in ambito giudiziario.
Summary
Il token crypto del governo USA per smascherare le frodi
Nel comunicato si legge che tre market maker (ZM Quant, CLS Global e MyTrade) sono stati contattati da NexFundAI per effettuare wash trading.
NexFundAI è una una società crypto creata proprio su indicazione delle forze dell’ordine per poter approfondire le indagini, e che ha emesso un proprio token su Ethereum.
La società ha chiesto ad alcuni trader di manipolare il mercato, e questi l’avrebbero accontentata.
Dalle conversazioni tra i presunti promotori di NexFundAI ed i trader, uno di questi (Liu Zhou) avrebbe descritto MyTrade MM come superiore a CLS e Gotbit perché quei market maker “tengono i clienti all’oscuro” e “controllano il pump and dump”, il che significa che “possono fare inside trading facilmente”.
Zhou avrebbe anche descritto alcuni dettagli di come funziona il wash trading. Secondo i documenti del tribunale, Zhou ha anche rivelato che l’obiettivo sui mercati secondari [gli exchange] era trovare altri acquirenti per far perdere loro soldi per realizzare profitti.
Crypto frodi: gli altri token sotto l’occhio del governo USA
Gli imputati a loro volta avevano creato società crypto che avevano emesso dei token, e sono stati accusati di aver rilasciato false dichiarazioni ed eseguito operazioni fittizie (i wash trade) per creare l’apparenza di un’attività di trading che avrebbe fatto sembrare i loro token dei buoni investimenti.
Con queste tattiche ingannevoli avrebbero attratto nuovi acquirenti, per far aumentare il prezzo dei loro token. In seguito hanno così potuto vendere i loro token a prezzi artificialmente gonfiati, con il classico schema “pump and dump”, definito senza mezzi termini come una frode dal Dipartimento di Giustizia.
Nel comunicato ufficiale scrivono:
“La più grande di queste società crypto, Saitama, ad un certo punto aveva un valore di mercato multimiliardario”.
Per poter effettuare il wash trade dei loro token in cambio di pagamenti, queste società crypto avrebbero anche assunto delle società di servizi finanziari, i market maker. Uno di questi ha poi accettato di dichiararsi colpevole, ed ha descritto nel dettaglio la pratica descritta sopra.
Le accuse
18 entità (3 società crypto e 15 individui) sono così stati accusati di aver operato a livello internazionale per frodare degli investitori con manipolazioni diffuse sui mercati crypto.
Le società sono Gotbit Consulting LLC, ZM Quant Investment LTD e CLS Global FZC, LLC.
I 15 individui sono Aleksei Andriunin, Fedor Kedrov e Qawi Jalili di Gotbit, Riqui Liu e Baijun Ou di ZM Quant, Andrey Zhorzhes di CLS, Liu Zhou di MyTrade MM, Manpreet Kohli, Haroon Mohsini, Nam Tran, Max Hernandez, Russell Armand e Vy Pham di Saitama, Michael Thompson di VZZN, Bradley Beatty di Lillian Finance.
I procuratori federali di Boston hanno incriminato queste aziende e queste persone, tanto che l’operazione ha già portato a quattro arresti, al sequestro di criptovalute per un valore di oltre 25 milioni di dollari, e ad accordi con cinque persone che si sono già dichiarate colpevoli.
Secondo il procuratore Joshua Levy, gli imputati hanno effettuato operazioni fittizie per gonfiare artificialmente il volume degli scambi di vari token prima di venderli, “lasciando gli investitori innocenti con il cerino in mano”.
Levy ha rivelato che veniva utilizzato il classico schema “pump and dump” esistente da secoli, e che la creazione della società crypto NexFundAI e del suo token è servita per accalappiare gli imputati chiedendo loro proprio di eseguire un pump and dump.
La strategia investigativa
Il token di NexFundAI è stato così scambiato sugli exchange, ma le autorità ne hanno monitorato attentamente i movimenti per ridurre al minimo il rischio che gli investitori retail potessero acquistarlo prima che venissero disabilitati gli scambi.
Così hanno scoperto che Saitama, la maggiore delle aziende coinvolte, ad un certo punto aveva raggiunto un valore di mercato di 7,5 miliardi di dollari, dopo che i suoi dirigenti avevano iniziato a manipolare il trading dei suoi token ed a venderli segretamente.
Infatti il suo amministratore delegato, Manpreet Kohli, è uno di quelli che è stato arrestato. Inoltre tre dipendenti si sono già dichiarati colpevoli.
Dato che le movimentazioni dei token su Ethereum sono pubbliche, gli accusati non le hanno potute ricusare, e visto che gli inquirenti hanno tenuto le registrazioni delle conversazioni, non hanno potuto nemmeno negare ciò che avevano dichiarato.
Con questa operazione denominata “Token Mirrors” è un po’ come se la magistratura avesse truffato i truffatori per scovarli e coglierli in flagrante.
Così come spesso gli investitori non controllano chi c’è dietro i token che comprano, in questo caso i truffatori non hanno controllato chi c’era dietro il token che stavano utilizzando per truffare.
Tale indagine viene definita dal Dipartimento di Giustizia americano come la prima del suo genere, ed è stata commentata dicendo che le persone che pensano di fare investimenti nel settore delle criptovalute dovrebbero prima capire come funzionano queste truffe in modo da potersi proteggere.