Perplexity, ambiziosa start-up dell’intelligenza artificiale, ha ufficializzato una maxi-offerta da 34,5 miliardi di dollari per rilevare Google Chrome. Una mossa che scuote dalle fondamenta l’universo tech, costringendo gli analisti a interrogarsi sul futuro della leadership nei browser e nel search online.
Summary
Che cosa prevede l’offerta di Perplexity AI per Google Chrome?
La proposta, formalizzata con una lettera a Sundar Pichai (CEO di Alphabet), punta a “portare Chrome presso un operatore indipendente impegnato sulla sicurezza degli utenti”. Secondo Perplexity, questa strategia favorirebbe il pubblico, rilanciando il concetto di open web e libertà di scelta.
L’intenzione della società è mantenere Google come motore di ricerca predefinito, lasciando comunque agli utenti la possibilità di modificare le impostazioni.
Altra promessa chiave: continuità e supporto per Chromium, cioè la piattaforma open source su cui si basa Chrome stesso e moltissimi altri browser come Microsoft Edge e Opera. Fattore strategico, dato il ruolo cruciale di Chromium nell’ecosistema web globale.
Il valore reale di Chrome: quanto vale davvero?
Nonostante la cifra da capogiro, per quasi tutti gli analisti del settore l’offerta di Perplexity è largamente inferiore al valore reale di Chrome. Secondo l’investitore tech Heath Ahrens, si tratta di “un semplice stunt, lontanissimo dal vero valore del browser, viste le sue capacità di raccolta dati e la sua portata globale senza eguali”.
Tomasz Tunguz (Theory Ventures) ipotizza addirittura che il valore effettivo possa essere fino a 10 volte superiore rispetto a quanto proposto, ovvero ben oltre i 300 miliardi di dollari. Alcuni osservatori aggiungono che una vera corsa per il potere AI, guidata da figure come Sam Altman o Elon Musk, potrebbe salire alle stelle:
“Se uno di loro triplicasse l’offerta, potrebbe davvero assicurarsi il dominio dell’intelligenza artificiale”.
Google è davvero pronta a cedere Chrome?
Attualmente Google non ha dato segnali di voler vendere Chrome, né ha rilasciato dichiarazioni formali in risposta alla proposta. Il colosso di Mountain View si trova però sotto la pressione crescente di due cause antitrust negli USA: una sentenza federale attesa per giugno 2024 potrebbe imporre la scissione delle attività search, ipotesi che Google definisce “senza precedenti” e dannosa per utenti e sicurezza.
A complicare il quadro, la percezione che Chrome non sia solo un browser, ma uno snodo cruciale per dati, pubblicità e outreach globale. Google ha già preannunciato ricorso in caso di decisioni sfavorevoli.
Perplexity: la start-up AI che sfida i giganti
Perplexity è sulla bocca di tutti non solo per questa offerta: la società guida la scalata delle nuove piattaforme AI in concorrenza con ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google. Nel giugno 2024 ha anche lanciato un browser AI chiamato Comet, segnando un altro passo nel processo di convergenza tra intelligenza artificiale e strumenti di navigazione.
Dopo aver tentato di rilevare la versione americana di TikTok (che rischia il ban a settembre 2025 se non sarà venduta da ByteDance), Perplexity avrebbe attirato l’attenzione di big come Apple e Meta.
Cosa succederebbe agli utenti Google Chrome in caso di vendita?
Secondo Perplexity, la transizione sarebbe indolore: nessuna interruzione del servizio e continuità nelle funzionalità offerte. Google resterebbe il motore predefinito, ma gli utenti potrebbero scegliere liberamente. Importante anche la promessa di supporto allo sviluppo open-source di Chromium, rassicurando la vasta comunità degli sviluppatori.
Tuttavia, il rischio che un cambio di proprietà impatti su privacy, pubblicità e compatibilità tecnologica è forte: la questione della protezione dei dati resterebbe centrale, anche alla luce delle attuali battaglie legali che coinvolgono Google su scala globale.
La strategia di Perplexity: visione o marketing?
Molti investitori bollano l’offerta come una “trovata pubblicitaria”. Secondo Ahrens, quella di Perplexity è “un’operazione per attirare attenzione nella corsa all’AI”. Allo stato attuale, la start-up vale circa 18 miliardi di dollari, ovvero la metà della cifra proposta per Chrome, e non ha ancora dichiarato formalmente come sarà finanziata l’eventuale acquisizione.
Lo scenario, di conseguenza, sembra quello di una spregiudicata mossa per posizionarsi con forza all’interno del mercato AI e browser, anche grazie alla visibilità generata dai media.
Quali sono le prospettive dopo l’offerta di Perplexity?
Ad oggi, Google non commenta e non ci sono segnali di trattative in corso. Il futuro di Chrome rimane saldo nelle mani di Mountain View. Ma la tempistica della mossa di Perplexity, in pieno clima di tensioni antitrust, pone comunque la questione della struttura futura del web e del ruolo dei browser nell’ecosistema AI.
Se altri colossi (o multimiliardari con ambizioni AI) rilanciassero davvero, il settore browser potrebbe conoscere la più grande rivoluzione degli ultimi vent’anni. Tutto dipende dalle risposte di Google, dai nuovi attori che vorranno entrare in gioco e soprattutto dall’evoluzione dei contenziosi legali negli USA.
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