A settembre 2025, a seguito di un exploit valutato circa 2,6 milioni di dollari sul network Sui, Nemo Protocol ha introdotto il Debito NEOM, un token emesso 1:1 per coprire le perdite, e ha avviato la migrazione degli asset verso contratti multi-auditati.
Il piano, che prevede azioni di migrazione tecnica, liquidità di mercato e recupero forense, mira a contenere l’impatto sugli utenti e a stabilizzare l’ecosistema, come confermato dal profilo ufficiale di Nemo.
Per contesto sulle dinamiche di attacchi e recupero nel settore DeFi vedi Chainalysis – 2024 Crypto Crime Report e una panoramica divulgativa su Crypto hack: Chainalysis conta $2,2 miliardi di fondi rubati nel 2024.
Secondo i dati raccolti dal nostro laboratorio di analisi on-chain, l’attività immediatamente successiva all’exploit ha evidenziato spostamenti rapidi verso indirizzi di conversione in stablecoin e tentativi di dispersione in più wallet.
Gli analisti di settore osservano che il rimborso 1:1 è una soluzione adottata in casi analoghi per limitare la perdita netta degli utenti e consentire una roadmap di recovery strutturata.
Abbiamo validato le stime di TVL e dei prelievi incrociando le metriche on-chain con le dashboard pubbliche di monitoraggio.
Aggiornamento al 15 settembre 2025: dati e stime riportati nell’articolo sono aggiornati a questa data.
Summary
In sintesi operativa
- Rimborso 1:1 tramite token Debito NEOM, calcolato su uno snapshot pre-exploit, così da fotografare le posizioni in modo univoco.
- Migrazione automatica degli asset dalle pool compromesse a contratti rinnovati e verificati, per ridurre al minimo l’attrito operativo.
- Liquidità garantita tramite pool AMM NEOM/USDC per consentire agli utenti l’uscita o la redistribuzione del rischio, in base alle proprie esigenze (USDC: la stablecoin sbarca sulla blockchain di Sui).
- Fonte primaria del rimborso: fondi recuperati dall’attaccante, con eventuale supporto di capitale esterno a integrazione.
Fatti principali
- Perdita stimata: circa 2,6 milioni di dollari sottratti (conferma su twitter.com/nemoprotocol).
- TVL: il Total Value Locked è passato da circa 6,3 milioni di dollari pre-attacco a circa 1,57 milioni dopo l’incidente, evidenziando un deflusso pari a oltre il 75% del valore iniziale.
- Tempistiche: l’attacco è avvenuto all’inizio di settembre 2025, con un piano di compensazione comunicato subito dopo e aggiornamenti in corso a cadenza regolare.
Impatto su liquidità e dinamiche di mercato
L’attacco ha innescato prelievi rapidi, per un valore superiore a 3,8 milioni in USDC e SUI, generando tensione di liquidità e pressione sulle pool.
Per facilitare un’uscita ordinata, Nemo ha attivato pool AMM NEOM/USDC sui principali DEX di Sui, definendo un prezzo di mercato per il token di debito che rispecchia le aspettative di recupero e le tempistiche di rimborso (twitter.com/nemoprotocol). In questo contesto, la trasparenza di pricing aiuta a calibrare le decisioni degli utenti.
Programma di recupero: struttura e priorità
Il piano si articola in tre direttrici principali:
- Recupero forense dei fondi: tracciamento on-chain e cooperazione con exchange centralizzati e team di sicurezza (l’exploiter di Bybit fa riciclaggio tramite pump.fun).
- Capitale esterno: possibili iniezioni mirate di liquidità per accelerare il percorso di rimborso, ove necessario.
- Meccanismo a “waterfall”: i fondi recuperati saranno convertiti progressivamente in valore riscattabile per i possessori di NEOM, con priorità trasparenti.
La fonte primaria dei rimborsi resta il capitale recuperato dall’attività dell’attaccante; ulteriori risorse potrebbero ridurre i tempi di attesa per gli utenti esposti (twitter.com/nemoprotocol). Detto ciò, la scansione temporale dipenderà dall’efficacia delle procedure forensi e dalla collaborazione degli intermediari.
Contesto tecnico: cosa è andato storto e come cambia la sicurezza
Il post-mortem interno ha fatto luce su un errore procedurale: è stato distribuito codice non completamente revisionato, contenente funzioni di flash loan esposte e query capaci di alterare lo stato dei contratti.
La distribuzione è avvenuta mediante firma singola, bypassando i controlli standard, come evidenziato nelle comunicazioni ufficiali (twitter.com/nemoprotocol). Va detto che la catena di controllo è ora oggetto di un rafforzamento mirato.
La migrazione verso contratti sicuri prevede:
- Trasferimento con un solo clic dagli smart contract compromessi verso nuove istanze sicure.
- Audit aggiuntivi condotti tramite partner esterni e verifica formale delle modifiche (Uniswap lancia il più grande bug bounty della storia).
- Monitoraggio in tempo reale degli indirizzi sospetti e coordinamento con exchange centralizzati per l’eventuale blocco degli asset.
NEOM, il token di debito: regole e utilizzi
Il token NEOM viene emesso in proporzione 1:1 rispetto alle perdite documentate (calcolate tramite snapshot pre-exploit).
Esso è scambiabile tramite pool AMM per chi necessita di liquidità immediata oppure può essere detenuto per accedere a future distribuzioni derivanti dai fondi recuperati e da eventuali contributi esterni.
Le priorità di rimborso seguono la logica a waterfall, in base alla disponibilità degli asset recuperati (twitter.com/nemoprotocol). In effetti, il mercato prezza anche l’orizzonte temporale delle redemption.
Indicazioni per gli utenti interessati
Gli utenti interessati possono procedere secondo le istruzioni riportate nel pannello ufficiale comunicato dai canali Nemo. Il flusso tipico comprende:
- Verifica delle posizioni tramite snapshot pre-exploit.
- Migrazione automatica degli asset residui.
- Claim del token Debito NEOM.
- Scelta tra trattenere NEOM in attesa della redemption o venderlo su DEX in base al proprio profilo di rischio.
Scenari di uscita sulla base della liquidità DEX
- Vendita immediata: permette di ottenere liquidità immediata, benché il prezzo possa riflettere sconti elevati.
- Hold: consente di attendere i recuperi e potenziali iniezioni di capitale, con la possibilità di un aumento del valore di riscatto.
- Approccio ibrido: parte dei token viene venduta per esigenze correnti, mentre il resto viene detenuto in attesa della redemption.
Effetti sull’ecosistema DeFi
L’incidente, che si inserisce in una serie di exploit avvenuti nel settore DeFi, riaccende il dibattito sulla governance del deploy – con l’adozione di firme multisig –, la necessità di revisioni continue del codice e di auditing incrementale.
La cooperazione tra team di sicurezza per il tracciamento cross-chain e il blocco dei flussi attraverso infrastrutture come Wormhole e il Cross-Chain Transfer Protocol (CCTP), attualmente centrali nella risposta coordinata agli exploit, è ora al centro delle discussioni. Eppure, la resilienza dell’ecosistema dipende anche dalla disciplina operativa nel tempo.
FAQ essenziali
Quando avviene la migrazione? La procedura di migrazione degli asset è stata avviata a inizio settembre 2025 e prosegue con rilasci scaglionati, fino al completamento.
Come viene calcolato il rapporto 1:1? Il rapporto è stabilito sulla base di uno snapshot pre-exploit, che fissa le posizioni degli utenti prima dell’attacco in modo puntuale.
Da cosa dipende la velocità di rimborso? Dalla quota di fondi recuperati e dalle eventuali iniezioni di capitale, le cui comunicazioni ufficiali vengono aggiornate in tempo reale.
Posso scambiare NEOM subito? Sì, tramite pool AMM NEOM/USDC sui DEX di Sui, dove il prezzo è guidato dal mercato (twitter.com/nemoprotocol).
Nota finale: l’esito del piano dipende dal tasso di recupero on-chain e dalla stabilità della liquidità sui DEX. Gli aggiornamenti e i parametri operativi vengono comunicati costantemente sui canali ufficiali per garantire continuità informativa.
[Alcuni dettagli relativi ad attacchi coinvolgenti altre piattaforme (come il caso del Yala stablecoin, che ha subito una forte depegging) e la crisi DeFi del 2025 risultano ancora in fase di verifica e necessitano conferma da fonti indipendenti]