Dal 10 al 19 dicembre 2025, New York City ospiterà una delle mostre più attese dell’anno: Tech Won’t Save Us, una personale del celebre pioniere dell’arte digitale XCOPY presso Offline Gallery. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con The Doomed DAO e curata dai suoi membri, promette di ridefinire i confini tra arte, tecnologia e partecipazione collettiva. La mostra si inserisce nel cuore pulsante della scena artistica newyorkese, offrendo un’occasione unica per esplorare le tensioni e le possibilità dell’arte nell’era della blockchain.
Summary
XCOPY: un linguaggio visivo tra glitch e satira
L’estetica del digitale
XCOPY è riconosciuto a livello internazionale come uno degli artisti più influenti nel panorama della crypto art. Il suo stile distintivo, caratterizzato da glitch visivi e loop ipnotici, costruisce un vocabolario critico capace di affrontare temi urgenti della contemporaneità. Mortalità, identità, alienazione e il ruolo in trasformazione dei collezionisti nell’era blockchain sono al centro della sua ricerca. Le sue opere, spesso permeate da ironia e satira, mettono in luce sia la fragilità esistenziale dell’individuo sia l’assurdità dei comportamenti collettivi, in particolare nel contesto della speculazione Web3.
Una riflessione sulla condizione umana
Attraverso un dialogo costante tra morte e decadenza, XCOPY invita il pubblico a riflettere sulla precarietà dell’esistenza, senza rinunciare a una vena di sarcasmo che smaschera le contraddizioni del mondo digitale. La sua produzione illumina il paradosso insito nella promessa della tecnologia: se da un lato la blockchain offre strumenti di conservazione e autenticità, dall’altro la sopravvivenza e la vitalità culturale dell’arte digitale dipendono dall’impegno umano, dal dialogo e dalla cura collettiva.
The Doomed DAO: collezionismo decentralizzato e nuove pratiche culturali
Oltre il collezionismo tradizionale
Al centro della mostra si trova il ruolo innovativo di The Doomed DAO, una decentralized autonomous organization composta da oltre 150 membri-collezionisti. A differenza dei collezionisti tradizionali, i membri del DAO operano come un’infrastruttura vivente: condividono decisioni, narrazioni e responsabilità, trasformando la proprietà in stewardship e la collezione in autorialità collettiva. Il DAO non si limita a garantire la sopravvivenza tecnica delle opere sulla blockchain, ma ne tutela anche la rilevanza culturale, inserendole in una narrazione condivisa che ne sostiene il significato nel tempo.
Il Caso Doom Party: resilienza e decentralizzazione
Un esempio emblematico di questa filosofia è rappresentato da Doom Party. Dopo la chiusura della piattaforma Async Art, l’opera sembrava destinata a “disassemblarsi”. Tuttavia, grazie ai dati blockchain e agli smart contract, il DAO è riuscito a ricostruirla integralmente, dimostrando che le piattaforme sono solo strumenti e che la vera dimora dell’arte digitale è la rete decentralizzata. In questo modo, The Doomed DAO ridefinisce il concetto di conservazione culturale nell’era digitale, sottolineando che “Code doesn’t save culture, people do”.
Offline Gallery e SuperRare: un nuovo spazio per l’arte e la tecnologia
Offline Gallery: un ponte tra fisico e digitale
Offline Gallery rappresenta il primo spazio permanente alimentato dalla piattaforma di arte digitale SuperRare a New York. Situata al 243 Bowery, la galleria si dedica a celebrare una nuova generazione di artisti che riflettono e rispondono ai cambiamenti tecnologici del nostro tempo. Con mostre, panel ed eventi regolari, Offline si propone come punto d’incontro per artisti, collezionisti e tecnologi desiderosi di plasmare il futuro dell’arte attraverso l’impegno comunitario.
SuperRare: avanguardia della crypto art
Dal 2018, SuperRare è in prima linea nel movimento dell’arte digitale, offrendo agli artisti una piattaforma per esporre e vendere le proprie opere e ai collezionisti l’accesso a lavori tra i più ricercati della cultura contemporanea. Più di un semplice marketplace, SuperRare ha contribuito a legittimare l’arte digitale come medium artistico serio, curando esposizioni innovative e promuovendo una comunità che ridefinisce i concetti di proprietà e creatività nell’era digitale.
Un’esperienza culturale senza precedenti
La visione dei curatori
Secondo BBA, membro di The Doomed DAO:
“La nostra comunità è entusiasta di mostrare come un gruppo decentralizzato possa curare e realizzare progetti culturali ambiziosi nel mondo fisico”.
An Rong, direttrice della curatela di SuperRare, sottolinea come questa collaborazione consenta di riunire alcune delle opere più rappresentative di XCOPY, offrendo al pubblico newyorkese una lettura approfondita e contestualizzata della sua pratica e del suo impatto.
Un invito alla riflessione
Tech Won’t Save Us non è solo una mostra, ma un invito a interrogarsi sul rapporto tra tecnologia e cultura. Il titolo stesso evidenzia il paradosso centrale della pratica di XCOPY: la promessa della tecnologia e l’inevitabilità del suo fallimento. Se la blockchain può offrire strumenti di conservazione, è la comunità a garantire la sopravvivenza e la vitalità dell’arte digitale. In un’epoca in cui il digitale permea ogni aspetto della vita, la mostra invita a riscoprire il valore insostituibile dell’impegno umano nella costruzione e nella trasmissione del significato culturale.
Informazioni pratiche
Tech Won’t Save Us sarà visitabile presso Offline Gallery (243 Bowery, New York City) dal 10 al 19 dicembre 2025, dal mercoledì al sabato, dalle 12 alle 17. Per ulteriori dettagli, è possibile visitare il sito o seguire la galleria su Instagram (@offllinenyc).
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XCOPY, The Doomed DAO, SuperRare e Offline Gallery si confermano protagonisti di una rivoluzione culturale che ridefinisce il modo di intendere, collezionare e vivere l’arte nell’era digitale.

