Ripple sta valutando se introdurre lo staking su XRPL per rafforzare la sicurezza del network e ampliare l’utilizzo di XRP nei servizi di finanza decentralizzata.
Summary
Come Ripple vuole portare lo staking su XRPL?
La discussione sull’eventuale arrivo dello staking sul XRP Ledger è partita da un post tecnico di J. Ayo Akinyele, responsabile engineering di RippleX.
Nel testo, l’ingegnere analizza come questa funzione potrebbe aumentare l’utilità di XRP e ridefinire gli incentivi tra validatori e detentori del token.
Akinyele spiega che l’idea nasce in modo naturale, man mano che nuove funzionalità vengono introdotte sulla rete. Tuttavia, un’estensione di questo tipo richiederebbe una revisione profonda dell’architettura del registro, attivo da oltre dieci anni.
Lo staking su XRP Ledger migliorerebbe davvero la sicurezza?
Secondo Akinyele, un meccanismo di staking favorirebbe la “partecipazione di lungo periodo” e rafforzerebbe la sicurezza, premiando chi contribuisce al consenso.
Oggi il ledger brucia le commissioni di transazione per mantenere una quantità di token leggermente deflattiva, scelta che riduce lo spam e incentiva l’efficienza.
Reindirizzare tali commissioni come ricompense agli staker, però, implicherebbe un cambiamento radicale dei sistemi di base.
Inoltre, XRPL è stato progettato originariamente per il trasferimento di valore ad alta efficienza, con un focus particolare sui pagamenti transfrontalieri, rimasti per anni il suo caso d’uso principale.
Nel tempo, XRP ha guadagnato visibilità tra le tesorerie aziendali e in vari prodotti negoziati in borsa. Per questo, Ripple sta valutando se nuove funzioni, tra cui lo staking, possano mantenere competitivo il network rispetto ad altre blockchain orientate alla DeFi.
Quali sono i vincoli del modello Proof of Association di XRPL?
Un passaggio verso un sistema basato in modo più marcato sulle ricompense economiche solleva interrogativi sui principi fondanti della rete. XRPL si basa infatti su un modello di Proof of Association, che privilegia relazioni di fiducia tra validatori autorizzati invece di incentivi puramente monetari tipici del Proof of Stake.
Detto ciò, Ripple non esclude un’evoluzione graduale. L’eventuale introduzione di premi economici dovrebbe però conciliarsi con questo impianto, evitando di snaturare l’attuale governance distribuita e il ruolo delle UNL, le liste di nodi ritenuti affidabili dalla comunità.
Quali modelli di staking su XRPL ha proposto David Schwartz?
Per inquadrare il dibattito, il CTO di Ripple, David Schwartz, ha illustrato due possibili modelli, entrambi ancora puramente teorici. Il primo prevede un consenso a doppio livello, con un “strato interno” incentivato composto da circa 16 validatori, selezionati dall’insieme più ampio dei nodi in base alla quantità messa in stake.
In questo schema, il gruppo interno porterebbe avanti il ledger usando meccanismi di staking e slashing, cioè penalizzazioni per comportamenti malevoli o inattivi. Lo “strato esterno” manterrebbe invece funzioni di governance, monitorando l’operato del livello interno e sostituendo eventuali validatori inadempienti.
Rispetto all’assetto attuale, questo modello introdurrebbe una componente economica più forte nelle decisioni di consenso, senza rinunciare all’idea di un insieme controllato di nodi affidabili. Tuttavia, aumenterebbe anche la complessità operativa e la superficie di rischio.
In che modo le ZKP potrebbero finanziare la verifica sul ledger?
Il secondo approccio delineato da Schwartz manterrebbe invece l’attuale protocollo di consenso XRPL, ma cambierebbe l’uso delle commissioni di rete. Invece di bruciarle interamente, parte delle fee verrebbe destinata a finanziare la verifica tramite zero-knowledge proof (ZKP).
Le ZKP consentono di dimostrare la validità di una certa informazione senza rivelarne il contenuto.
In questo contesto, permetterebbero una verifica della partecipazione più “trust-minimized”, cioè meno basata sulla fiducia diretta, pur conservando alcuni tratti caratteristici del modello attuale.
Inoltre, un sistema del genere potrebbe aprire la strada a nuove applicazioni compatibili con la privacy e a forme di partecipazione che non espongono tutti i dati on-chain. Resta però da capire come integrare queste tecnologie senza compromettere la velocità del ledger, che oggi è uno dei principali punti di forza.
Perché lo staking su XRPL non è imminente?
Schwartz avverte che entrambe le ipotesi sono ancora lontane dalla realizzazione. Il livello di sforzo ingegneristico, i rischi e le modifiche strutturali necessarie rendono improbabile un debutto a breve di questa funzione sulla rete principale, nonostante il crescente interesse della comunità.
Detto ciò, il dibattito interno e i contributi pubblici indicano che Ripple sta analizzando con attenzione il tema, anche in relazione al posizionamento di XRPL nel panorama DeFi globale. Finora non sono state annunciate date né roadmap ufficiali.
Qual è il contesto regolamentare negli Stati Uniti per Ripple?
Il confronto tecnico sullo staking si inserisce in uno scenario regolamentare in rapida evoluzione negli Stati Uniti. All’inizio di questo mese, il Chief Legal Officer di Ripple ha commentato una proposta di Christopher Waller, governatore della Federal Reserve, che punta a consentire alle società crypto l’accesso a conti “snelli” presso la banca centrale.
Waller sostiene che gli emittenti di stablecoin e altri operatori del settore dovrebbero poter utilizzare direttamente i sistemi di pagamento della Fed, riducendo la dipendenza da banche tradizionali spesso restie a servire queste controparti.
In un discorso pubblico, ha invitato i regolatori a “abbracciare la disruption, non evitarla”, suggerendo un approccio più aperto verso la finanza decentralizzata.
Secondo Ripple, una simile apertura potrebbe ridisegnare in profondità il mercato statunitense degli asset digitali.
In particolare, offrirebbe alle imprese un accesso più diretto alle infrastrutture di regolamento in dollari, accorciando i tempi tra operazioni on-chain e movimenti nel sistema bancario.
Che impatto avrebbe l’accesso diretto ai sistemi Fed su RLUSD?
Ripple ha già presentato richiesta per un conto master presso la Fed, funzionale al supporto della sua stablecoin RLUSD. Se accolta, la proposta di Waller potrebbe velocizzare i regolamenti, ridurre i costi operativi e migliorare la posizione del token in un mercato dominato da Tether e Circle.
Inoltre, l’accesso diretto ai sistemi di pagamento della banca centrale rafforzerebbe stabilità e capacità di rimborso, facilitando i passaggi tra titoli del Tesoro USA e dollari senza l’intermediazione costante delle banche commerciali. Questo aspetto sarebbe particolarmente rilevante per un emittente che punta su trasparenza e rapidità di regolamento.
Quali scenari futuri per XRPL tra DeFi e regolamentazione?
Nel complesso, il dibattito sullo staking su XRPL e l’evoluzione del quadro regolatorio statunitense mostrano come Ripple si muova su due fronti paralleli: innovazione tecnica e integrazione con le infrastrutture finanziarie tradizionali.
Se da un lato lo staking potrebbe avvicinare XRPL al mondo DeFi, dall’altro l’accesso ai sistemi di pagamento della Fed potrebbe consolidare il ruolo dell’ecosistema Ripple nei flussi di pagamento regolati in dollari. L’esito di queste iniziative determinerà il posizionamento competitivo della rete nei prossimi anni.

