L’indice Fear & Greed di CMC misura la paura o l’avidità/entusiasmo presenti in un dato momento sui mercati crypto.
In genere è influenzato primariamente dai movimenti di prezzo di Bitcoin, ma anche su altri parametri che consentono di utilizzarlo come una sorta di termometro del sentiment sui mercati crypto.
L’indice esprime un valore giornaliero che va da zero a cento, dove zero è il massimo livello di paura possibile, e cento è il massimo livello di avidità (o entusiasmo) possibile.
Il valore neutro è 50, e per convenzione c’è paura estrema sotto i 20 punti, ed entusiasmo estremo sopra gli 80.
Summary
La discesa dell’indice Fear & Greed
Il livello attuale è bassissimo, parecchio sotto i 20 punti, ma sopra i 10.
Da quando è stato lanciato, due anni e mezzo fa, il livello attuale è ai minimi di sempre, anche se vi sono indici simili esistenti già da molto prima che in passato sono scesi anche sotto i 10 punti.
Fino al 28 ottobre era in fascia neutra, poi ha iniziato a scendere.
Dal 29 di ottobre al 14 novembre è sempre stato in zona paura, ma sopra i 20 punti.
Il vero problema è iniziato il 15 novembre, dopo che il prezzo di Bitcoin ha sfondato al ribasso la soglia psicologica dei 100.000$ portandosi a 94.000$.
Va ricordato che questo indice misura il sentiment del giorno prima, quindi ad esempio il valore visualizzato oggi si riferisce a ieri.
Fino al 20 novembre era comunque rimasto attorno ai 15 punti, ovvero lo stesso livello che aveva ad aprile dopo lo scoppio della mini-bolla di fine 2024 e prima di tornare ai massimi storici a maggio.
Tutto ciò sembrava relativamente normale, anche perchè era già accaduto pochi mesi fa senza intaccare il trend di medio termine.
Il crollo
Il vero problema è che a quel punto ci si aspettava una risalita, ed invece a partire da venerdì 21 c’è stato un vero e proprio crollo.
Il picco minimo lo ha toccato l’altroieri a quota 10, e anche ieri era rimasto su questo livello. Dato che questo indice misura il sentiment del giorno prima, il picco minimo di sabato si riferiva al crollo dei prezzi di venerdì, mentre quello di domenica si riferiva alla giornata di sabato.
Oggi è risalito a quota 12, misurando così il leggero rimbalzo del sentiment di ieri.
Il livello attuale è ancora molto basso, ma in teoria almeno il peggio sembra possa essere passato.
La dinamica del crollo
Mercoledì 19 il prezzo di Bitcoin aveva fatto segnare un minimo giornaliero a quota 88.500$.
Il giorno successivo aveva cercato di rimbalzare, ma qualcosa ha interrotto bruscamente il rimbalzino facendolo precipitare ulteriormente.
Proprio mercoledì 19 di colpo le probabilità che la Fed tagli i tassi a dicembre sono precipitate dal 56% al 33% su Polymarket, dando così il via ad una netta correzione sulle borse USA.
A dire il vero anche il principale indice di borsa statunitense, l’S&P500, giovedì in un primo momento aveva tentato un rimbalzo, ma nel corso della giornata aveva poi finito per perdere l’1,5%.
Quello stesso giorno gli 88.500$ di Bitcoin non hanno retto, ed è iniziato un ulteriore crollo durato fino al giorno successivo.
Venerdì 21 il prezzo di BTC ha fatto segnare un minimo locale addirittura a 80.500$, per poi chiudere la giornata a 85.000$.
Il giorno dopo l’indice Fear & Greed ha fatto segnare il suo minimo.
Sabato, con le borse tradizionali chiuse, il crollo è terminato, e ieri si è verificato addirittura un primo tentativo, poi fallito, di riportarsi a 88.500$.
Le ragioni del crollo
Ciò che è successo su Polymarket ha un nonsoché di sospetto.
Nel giro di sole cinque ore le probabilità di una taglio dei tassi della Fed a dicembre sono crollate dal 56% al 33%, salvo poi solo due giorni dopo ritornare di colpo addirittura sopra il 60% con uno spike durato solamente tre ore.
Appare quantomeno improbabile che i mercati possano cambiare idea così velocemente, e soprattutto con una tale intensità.
Se una discesa dal 56% al 49% potrebbe sembrare normale anche se avvenuta in poche ore, una da 56% a 33% invece non sembra affatto normale.
Se poi a ciò ci aggiungiamo una risalita in sole tre ore, e solamente due giorni dopo, da 33% a 68%, le stranezze aumentano.
Circolano ipotesi che si possa essere trattato di una manipolazione. L’obiettivo probabilmente era proprio quello di scatenare una correzione di breve durata sulle borse USA, che poi a cascata ha scatenato panico sui mercati crypto.
Ora tutto ciò è terminato, anche se a questo punto non si può escludere del tutto che vi possano essere altre manipolazioni simili.
Le borse USA non hanno ancora riaperto dopo il weekend, ma se oggi dopo la loro riapertura non dovessero più verificarsi stranezze simili, ed il prezzo di Bitcoin tornasse sopra gli 88.500$, allora l’indice Fear & Greed di CMC potrebbe anche tornare sopra i 15 punti, o forse anche sopra i 20 punti qualora non ci fossero poi altri crolli.

