L’analisi dell’andamento del prezzo di Bitcoin in dollari suggerisce che questo potrebbe essere un momento decisivo.
Il suo andamento di recente ha subito alcune anomalie che lo hanno allontanato dalla normalità, ma tali anomalie potrebbero rientrare nel corso delle prossime settimane.
Occorre però suddividere l’analisi in tre momenti: il passato, il presente ed il futuro.
Summary
Il passato
Fino al 2 novembre non c’era nulla di anomalo sull’andamento del prezzo di Bitcoin in dollari.
Il giorno successivo però si è verificata la prima delle tre anomalie.
Infatti tra il 3 ed il 4 novembre il prezzo di BTC è sceso da 110.000$ a 101.000$, mentre il Dollar Index saliva solamente dello 0,5%.
In genere, a medio termine, l’andamento di BTCUSD tende ad essere inversamente correlato a quello di DXY, pertanto in quei giorni la discesa del prezzo di Bitcoin avrebbe potuto essere ben inferiore.
Quella prima anomalia è poi stata seguita da una seconda anomalia, più lunga e pesante, verificatasi tra l’11 ed il 14 novembre, con il prezzo da 105.000$ a 94.000$.
In questi giorni addirittura il Dollar Index era in calo, quindi in teoria il prezzo di Bitcoin avrebbe dovuto risalire.
A dire il vero a partire dal 17 novembre DXY in effetti è poi salito, quasi come se il calo di BTC stesse anticipando quel movimento, ma a quel punto c’è stata una terza anomalia.
Il presente
Tra il 20 ed il 21 novembre, ovvero all’inizio della scorsa settimana, la risalita del Dollar Index praticamente si è fermata.
Tuttavia se BTCUSD fino al 19 novembre era correttamente sceso, la sua discesa è continuata inaspettatamente anche il 20 ed il 21, facendo così segnare la terza anomalia.
Questa terza anomalia però è già in parte rientrata, perchè a fronte di una discesa da 93.000$ a 80.000$, il prezzo attuale si aggira attorno agli 87.000$. Qualora questa anomalia venisse recuperata del tutto, ci si potrebbe attendere un ritorno sopra i 93.000$.
L’ultima delle tre anomalie è stata innescata in particolar modo dallo strano e violento aumento delle probabilità che la Fed non tagliasse i tassi a dicembre. Dato che nel giro di pochissimi giorni le probabilità sono tornate sotto il 30%, dopo essere schizzate ben oltre il 60%, c’è la possibilità che si sia trattato di una manipolazione.
Sta però di fatto che anche quando le probabilità sono tornate sotto il 30% (ora sono scese addirittura sotto il 20%), il prezzo di BTC non è riuscito a riportarsi sui livelli precedenti all’anomalia.
Le cause della discesa
Con l’inizio dello shutdown del governo USA, il primo ottobre, dai conti bancari dello stesso governo per ben 43 giorni non sono mai uscite grosse cifre.
Anzi, il cosiddetto WTREGEN (i dollari governativi totali in depositi presso le Banche della Fed) è cresciuto da 804 miliardi di dollari a 957.
Con la fine dello shutdown questa cifra prima è scesa a 953 miliardi, e poi agli attuali 941.
È possibile affermare che in questo modo il governo, giocoforza e malvolentieri, abbia drenato circa 140 miliardi di dollari dai mercati, rilasciandone poi solamente 12 nella settimana dopo la fine dello shutdown.
Il nuovo dato aggiornato è previsto per dopodomani, ma sembra che difficilmente si scosterà molto dai 930 miliardi.
Tutto ciò potrebbe avere creato una mini-crisi di liquidità, non ancora esaurita, che ha fatto scendere molti prezzi sui mercati USA, compreso BTCUSD.
In teoria nelle prossime settimane tutti i 140 miliardi di dollari drenati vengano rimessi in circolazione, anche perchè è attesa nei prossimi giorni, o nelle prossime settimane, la sentenza della Corte Suprema sui dazi di Trump.
Pare che la Corte annullerà o dazi aggiuntivi, e che forse addirittura costringerà il governo a restituire gli incassi dovuti proprio a quei dazi. Potrebbero pertanto tornare in circolazione quasi di colpo parecchie centinaia di miliardi di dollari.
Il futuro
In parte l’andamento del prossimo futuro di BTCUSD potrebbe essere legato proprio al termine della mini-crisi di liquidità di cui sopra.
In parte però potrebbe giocare un ruolo fondamentale anche l’andamento del Dollar Index.
Infatti da fine luglio l’andamento di DXY sta ricalcando molto da vicino quello di fine 2017, ovvero del primo anno di Donald Trump alla Casa Bianca durante il suo primo mandato.
Se tale correlazione dovesse proseguire, come ha fatto ininterrottamente fino ad oggi compreso, ci si potrebbero attendere altre discese di DXY.
La prima potrebbe avvenire tra venerdì (dopodomani) e lunedì, mentre una seconda potrebbe arrivare durante la prima settimana di dicembre, ovvero proprio quando molti si aspettano la sentenza della Corte Suprema sui dazi.
Potrebbe poi però avvenire anche un terzo calo, tra la fine di dicembre e l’inizio di febbraio 2026. Qualora questo terzo calo dovesse avvenire con la stessa intensità di quello di fine 2017/inizio 2018, ci si potrebbe attendere una discesa di DXY sotto i 97 punti, e forse addirittura sotto i 94 punti.
Il fatto è che 97 punti è il valore minimo attuale del canale ascendente del Dollar Index che va avanti da novembre 2007, ovvero prima ancora che venisse creato Bitcoin. Qualora ciò avvenisse, sarebbe la prima volta in assoluto nella storia di Bitcoin che DXY non fosse all’interno di quel canale ascendente.
La situazione pertanto è sì fluida, ma con una direzione che potrebbe sembrare chiara, qualora la correlazione di DXY fon fine 2017 dovesse proseguire.

