Nell’area dell’innovazione dei pagamenti digitali, una nuova stablecoin in euro progettata da un consorzio di grandi banche europee punta a ridurre la dipendenza dal dollaro nei mercati globali.
Summary
Dieci banche europee uniscono le forze su un nuovo progetto
Dieci grandi istituti dell’Unione Europea hanno formato un consorzio per lanciare entro metà 2026 una stablecoin ancorata alla moneta unica, con l’obiettivo di contrastare il predominio del dollaro nel mercato globale delle stablecoin da oltre 300 miliardi di dollari.
Al gruppo guidato da BNP Paribas partecipano nove importanti banche: ING, UniCredit, CaixaBank, Danske Bank, SEB, Raiffeisen Bank International, Banca Sella, KBC e DekaBank. Insieme svilupperanno, tramite una nuova società con sede ad Amsterdam chiamata Qivalis, uno strumento di pagamento digitale conforme al regolamento MiCA.
L’iniziativa nasce mentre i regolatori europei esprimono crescente preoccupazione per l’eccessiva dipendenza del blocco da token denominati in dollari. Questi rappresentano infatti il 99,58% del mercato, mentre le alternative ancorate alla valuta unica restano marginali, con soli 649 milioni di dollari in circolazione.
Struttura di governance e supervisione olandese
Qivalis ha definito una struttura di vertice esperta per guidare il progetto dalla fase di autorizzazione regolamentare al lancio commerciale. Questo assetto mira a garantire sia solidità operativa sia credibilità presso le autorità.
Alla guida come CEO è stato scelto Jan-Oliver Sell, ex Managing Director di Coinbase Germany, noto per aver ottenuto la prima licenza di custodia crypto dalla tedesca BaFin. Al suo fianco opererà il CFO Floris Lugt, che in precedenza ha diretto l’area Digital Assets Wholesale Banking di ING.
La supervisione sarà affidata a Sir Howard Davies, ex presidente della Financial Services Authority e di RBS, che assumerà la presidenza del Consiglio di Sorveglianza. Porta al progetto decenni di esperienza regolamentare e bancaria. Tutte le nomine restano comunque soggette ad approvazione delle autorità competenti.
Inoltre, il consorzio ha già presentato domanda alla De Nederlandsche Bank per ottenere una licenza di istituto di moneta elettronica, passaggio necessario per operare pienamente nel quadro normativo europeo.
Secondo Sell, il lancio di una stablecoin denominata in euro e sostenuta da un consorzio di banche del continente rappresenta un momento di svolta per il commercio digitale e l’innovazione finanziaria in Europa. Ha sottolineato come l’iniziativa risponda anche alle preoccupazioni sulla sovranità monetaria nell’era digitale.
Detto ciò, il gruppo di istituti rimane aperto all’ingresso di ulteriori banche, con l’obiettivo di allargare la partecipazione del settore e rafforzare l’adozione di standard comuni nei pagamenti.
Preoccupazioni europee sui rischi sistemici dei token in dollari
Il progetto bancario arriva dopo una serie di avvertimenti da parte delle autorità finanziarie europee sui rischi collegati ai token ancorati al dollaro statunitense. Questi strumenti sono percepiti come potenziali fonti di instabilità sistemica.
Il governatore della banca centrale olandese Olaf Sleijpen ha avvertito che la rapida crescita delle stablecoin potrebbe costringere la BCE a rivedere la propria politica monetaria, qualora eventuali turbolenze innescassero vendite massive degli attivi sottostanti, in gran parte Treasury USA.
Ha dichiarato al Financial Times che, se negli Stati Uniti le stablecoin continueranno ad aumentare al ritmo attuale, diventeranno a un certo punto sistemicamente rilevanti. Rimane tuttavia incerto se, in tale scenario, la banca centrale sarebbe spinta a ridurre o ad alzare i tassi di interesse.
Inoltre, l’European Systemic Risk Board ha individuato vulnerabilità nei modelli multi-emittente in cui soggetti regolati nell’UE detengono riserve localmente, mentre partner extraeuropei gestiscono gettoni identici garantiti da asset detenuti all’estero. L’organismo ha sostenuto una raccomandazione per vietare tali strutture.
L’ESRB ha avvertito che, in condizioni di stress, richieste di rimborso su larga scala potrebbero mettere sotto pressione le riserve detenute in Europa ed esporre il blocco a passività offshore, amplificando i rischi per la stabilità finanziaria.
Pierre Gramegna, direttore generale del Meccanismo Europeo di Stabilità, ha ribadito l’urgenza del tema durante un’audizione di ottobre, affermando che l’Unione non dovrebbe dipendere da stablecoin denominate in dollari, oggi dominanti sui mercati.
Anche la presidente della BCE Christine Lagarde ha paragonato tali rischi a quelli di precedenti crisi bancarie, in cui squilibri di liquidità e riserve insufficienti hanno destabilizzato istituzioni oltre i confini nazionali.
Obiettivi infrastrutturali e ruolo nei pagamenti digitali
La nuova stablecoin in euro regolamentata dovrà consentire accesso ai pagamenti transfrontalieri 24 ore su 24, operazioni programmabili e miglioramenti nella gestione delle catene di fornitura e nei regolamenti di asset digitali.
Secondo Lugt, questo tipo di sviluppo richiede un approccio di filiera e l’adozione degli stessi standard da parte delle banche. L’obiettivo è costruire una base tecnologica condivisa che renda i servizi più efficienti e sicuri.
Inoltre, l’iniziativa punta a offrire pagamenti e regolamenti quasi istantanei e a basso costo, mantenendo una piena aderenza alle prescrizioni del regolamento MiCA, che disciplina gli asset cripto all’interno dell’Unione Europea.
Nel cuore del progetto, la stablecoin in euro mira quindi a rafforzare l’autonomia dell’ecosistema dei pagamenti europeo, riducendo l’esposizione a infrastrutture e valute esterne.
Digital euro, agenda normativa e strategia a doppio binario
Parallelamente all’impegno del settore privato, la BCE prosegue sul fronte della valuta digitale di banca centrale. Il membro del Comitato esecutivo Piero Cipollone ha definito l’accordo recente sui limiti di detenzione per i clienti un passo decisivo verso un possibile lancio nel 2029.
Ha indicato come stima ragionevole “la metà del 2029”, segnalando che i lavori procedono secondo una tabella di marcia strutturata. Questo percorso istituzionale si affianca agli sforzi delle banche commerciali, creando un quadro più articolato per il futuro dei pagamenti digitali.
Nel frattempo, il Parlamento europeo dovrebbe adottare entro maggio 2026 una posizione sul quadro legislativo relativo al progetto di valuta digitale, mentre gli Stati membri puntano a raggiungere un accordo generale entro fine anno. La Commissione europea ha inoltre manifestato interesse per attribuire a ESMA la supervisione diretta sulle imprese crypto, superando l’attuale modello MiCA basato su autorità nazionali.
Nel complesso, l’Europa sta perseguendo una strategia a doppio binario: da un lato lo sviluppo di soluzioni private, come una stablecoin euro per pagamenti transfrontalieri, dall’altro le iniziative pubbliche legate alla valuta digitale della banca centrale.
Guardando avanti, questa combinazione di strumenti mira a modernizzare in profondità l’infrastruttura dei pagamenti e a ridurre la dipendenza da sistemi dominati dal dollaro e da grandi operatori privati internazionali come Visa e PayPal. Se il calendario sarà rispettato, il lancio stablecoin euro 2026 potrebbe rappresentare un tassello chiave di questa trasformazione.

