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UE, prima multa a X per la DSA: €120 milioni e tensioni con gli USA

Nel cuore del confronto tra Bruxelles e Washington arriva la prima importante multa a X dalla DSA, che apre un nuovo fronte sulle regole digitali e sulla trasparenza online.

La decisione della Commissione europea e l’importo della sanzione

La Commissione europea ha imposto una sanzione da 120 milioni di euro alla piattaforma di Elon Musk, X, concludendo la prima parte dell’indagine avviata quasi due anni fa.

Si tratta della prima multa emessa nell’ambito del Digital Services Act (DSA), la legge di riferimento dell’Unione europea sulla moderazione dei contenuti e sulla trasparenza delle grandi piattaforme online.

L’importo è considerato moderato rispetto alle maxi sanzioni inflitte in passato ad altri colossi tecnologici, ma assume un forte valore politico, anche in rapporto con gli Stati Uniti.

Perché la piattaforma è stata sanzionata

X è stata ritenuta responsabile di violazioni degli obblighi di trasparenza previsti per le cosiddette “piattaforme online di grandi dimensioni” dalla normativa europea.

Secondo Bruxelles, il design della spunta blu, trasformata da strumento di verifica dell’identità a funzionalità a pagamento, è “ingannevole” per gli utenti del mercato europeo.

Inoltre, l’esecutivo UE contesta alla società la scarsa trasparenza dell’archivio pubblicitario e il mancato accesso ai dati pubblici per i ricercatori, come previsto dal DSA.

Un tassello di un’indagine più ampia su X

La multa chiude solo uno dei capitoli dell’istruttoria comunitaria sulla piattaforma, avviata quasi due anni fa come prima grande inchiesta formale sotto la nuova legge digitale.

Restano aperte altre parti fondamentali, in particolare quelle relative al contrasto alla diffusione di contenuti illegali e alle misure contro la manipolazione informativa sulla piattaforma.

Bruxelles è sotto crescente pressione da parte di governi nazionali, eurodeputati e associazioni per i diritti digitali affinché dimostri di saper tutelare i cittadini europei nello spazio online.

Confronto con TikTok e approccio dell’UE

L’iter su X è stato messo a confronto dalla stessa Commissione con un caso parallelo riguardante TikTok, concluso il medesimo venerdì senza sanzioni pecuniarie.

Nel caso di TikTok, l’indagine sulla libreria pubblicitaria è stata chiusa dopo che la società ha offerto modifiche al design del servizio per adeguarsi alle richieste europee.

“Non siamo qui per imporre le multe più alte, ma per far rispettare la legislazione digitale”, ha dichiarato la vicepresidente esecutiva responsabile della sovranità tecnologica dell’UE.

Criteri di calcolo e proporzionalità della sanzione

La Commissione ha ricordato che il DSA consente di infliggere multe fino al 6% del fatturato annuo globale delle aziende soggette alla normativa.

Nel caso di X, i ricavi globali sono stimati in pochi miliardi di euro, mentre altre società del gruppo di Elon Musk registrano volumi ben superiori.

L’importo di 120 milioni è stato definito “proporzionato” alla natura delle violazioni, alla gravità in termini di utenti UE coinvolti e alla durata degli inadempimenti.

La controversia sul metodo di calcolo

Interrogato sul dettaglio matematico utilizzato per quantificare la sanzione, un alto funzionario della Commissione ha sottolineato che non esiste una formula puramente economica.

Ha ribadito che il concetto di proporzionalità è centrale e integra una valutazione qualitativa sulle condotte, oltre ai meri indicatori finanziari della piattaforma.

Tuttavia, Bruxelles mantiene una certa opacità sui parametri esatti, in contrasto con la richiesta di maggiore prevedibilità da parte delle grandi aziende tecnologiche.

Reazioni politiche dagli Stati Uniti

La decisione europea ha immediatamente alimentato le tensioni transatlantiche, con nuove critiche alla normativa da parte di esponenti politici statunitensi.

Il vicepresidente USA JD Vance ha definito la sanzione come una multa per “non aver praticato censura”, criticando duramente l’approccio regolatorio dell’Unione.

In un messaggio pubblicato giovedì sera su X, Vance ha sostenuto che Bruxelles non dovrebbe attaccare le aziende americane e ha chiesto di difendere la libertà di espressione online.

Divergenza tra Bruxelles e Washington sul DSA

Negli ultimi mesi, funzionari statunitensi hanno più volte accusato la normativa europea di tradursi in pratiche di censura, minacciando possibili ritorsioni tariffarie sul fronte commerciale.

Un portavoce della Commissione ha replicato che la normativa “non riguarda la censura” e che la decisione su X è legata esclusivamente agli obblighi di trasparenza.

Su questo punto, Bruxelles e Washington “convengono di essere in disaccordo” sul modo in cui la legge viene percepita oltre Atlantico, ha chiarito l’esecutivo europeo.

Il cuore della contestazione sulla trasparenza di X

Nel merito, la multa X DSA riguarda soprattutto la mancanza di chiarezza verso gli utenti sull’uso della spunta blu e l’insufficiente apertura dei dati alle analisi indipendenti.

La Commissione contesta alla piattaforma un archivio pubblicitario inadeguato rispetto agli standard fissati dalla normativa, giudicandolo poco accessibile e scarsamente consultabile.

Inoltre, secondo Bruxelles, viene impedito ai ricercatori l’accesso a dati pubblici necessari per monitorare fenomeni come disinformazione, campagne coordinate o contenuti illegali.

Silenzio di X e la posizione di TikTok

X non ha per ora rilasciato commenti ufficiali sulla sanzione, né ha risposto alle richieste di chiarimento inviate dai giornalisti in seguito all’annuncio di Bruxelles.

Un portavoce di TikTok, invece, ha ribadito che l’azienda prende “molto seriamente” i propri obblighi ai sensi del diritto dell’Unione europea.

Ha inoltre chiesto condizioni di “level playing field” e ha affermato di aspettarsi che gli standard del DSA vengano applicati in modo equo e coerente a tutte le piattaforme.

Implicazioni future per la regolazione digitale europea

Nel complesso, la vicenda segna un banco di prova cruciale per gli strumenti di enforcement del DSA e per la credibilità dell’Unione sui temi digitali.

Tuttavia, la distanza politica con gli Stati Uniti sulla percezione delle regole online rischia di amplificare le tensioni su commercio, dati e governance delle piattaforme globali.

Le prossime fasi delle indagini su X, in particolare su contenuti illegali e manipolazione dell’informazione, saranno decisive per misurare l’efficacia della nuova architettura regolatoria europea.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder di Cryptonomist, e di Econique.art. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Amelia è stata anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamato The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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