HomeCriptovaluteBitcoinI trend che hanno dominato il 2025 sul mercato di Bitcoin

I trend che hanno dominato il 2025 sul mercato di Bitcoin

In questo 2025 il mercato di Bitcoin è stato dominato di volta in volta da diversi trend. 

Tra tutti però ce n’è uno in particolare che è stato il vero protagonista dell’anno, anche perchè molti degli altri trend hanno riguardato più il mercato crypto in generale che non specificatamente Bitcoin. 

Invece il trend dominante ha riguardato specificatamente proprio BTC, e solo in misura molto minore altre criptovalute. Si tratta della cosiddetta adozione istituzionale, o meglio il trend delle tesorerie. 

L’adozione istituzionale di Bitcoin

Con adozione istituzionale di Bitcoin non si intende l’adozione da parte delle istituzioni pubbliche. Si intende invece l’adozione di BTC da parte dei cosiddetti investitori istituzionali.

Con “investitori istituzionali” infatti si identificano tutti gli investitori che investono ingenti risorse finanziarie per conto di altri, e che quindi effettuano investimenti in modo sistematico e professionale.

Si tratta di investitori professionali che non investono per sè stessi, come fanno i comuni cittadini (detti investitori retail), ma per conto dei loro clienti, e quindi con le risorse dei loro clienti e non necessariamente con risorse proprie. 

Ad esempio rientra in questa categoria l’ormai celebre ETF di BlackRock su Bitcoin (IBIT), che nel corso del tempo ha raccolto più di 62 miliardi di dollari dai suoi investitori, ed ha acquistato più di 770.000 BTC. 

Invece i privati cittadini che investono loro fondi per loro conto vengono chiamati semplicemente retail, a prescindere dalle cifre investite, anche se poi nella stragrande maggioranza dei casi (ma non tutti) si tratta di cifre medio-piccole. 

In particolare gli investitori istituzionali sono quelli che sono obbligati ad operare secondo rigidi standard etici e normativi, garantendo trasparenza ed agendo nel migliore interesse dei loro clienti. 

Ebbene, l’adozione istituzionale di Bitcoin tra i grandi investitori istituzionali è un fenomeno nato su larga scala solamente lo scorso anno, con l’esordio in borsa dei grandi ETF, e consolidatosi quest’anno. 

In particolare il 2025 ha segnato un ingresso massiccio degli istituzionali nel mercato di Bitcoin, cosa che potrebbe essere riuscita addirittura a ridurre la volatilità del prezzo di BTC del 40% rispetto al 2021. 

La principale conseguenza di ciò è stata la trasformazione di Bitcoin in un asset abbastanza “maturo”, adatto anche a molti portafogli diversificati.

Le tesorerie

Tra i principali investitori istituzionali ci sono quelle società che sono diventate vere e proprie tesorerie di BTC, ovvero che comprano Bitcoin semplicemente per tenerli in portafoglio nella speranza che ciò aumenti il loro valore. 

La più famosa è Strategy (ex MicroStrategy), che è arrivata a detenere più di 660.000 BTC. Sebbene siano meno di IBIT, sono nello stesso ordine di grandezza. 

Anche diverse altre aziende hanno iniziato ad acquistare BTC sono per tenerli in portafoglio e sebbene Strategy abbia iniziato ben cinque anni fa, è stato il 2025 l’anno del boom delle tesorerie Bitcoin. 

Ad oggi risultano esserci più di 1,3 milioni di BTC sui portafogli di decine di società private in tutto il mondo, ovvero non molto di meno degli 1,6 milioni di BTC detenuti dagli ETF.  

Da notare che addirittura gli Stati Uniti d’America hanno creati una loro tesoreria in Bitcoin, chiamata riserva strategica, all’interno della quale sono confluiti più di 300.000 BTC sequestrati nel corso degli anni dal Dipartimento della Giustizia. 

Gli sviluppi regolatori

Un altro trend importante, che però ha riguardano il mercato crypto nel suo complesso, è quello legato agli sviluppi della regolamentazione pubblica. 

Anzi, nel corso del 2025, soprattutto grazie al nuovo governo Trump negli USA, la regolamentazione è passata da ostacolo a trampolino, tanto che gli USA hanno varato lo specifico GENIUS Act che ha creato un framework per stablecoin, e la CLARITY Act classifica BTC come commodity, esentando da SEC Rule 204A-1 e riducendo overlap con CFTC.

In realtà questo trend è legato primariamente proprio alle stablecoin, e solo in secondo luogo anche le criptovalute, ma è di tale importanza storica che non può essere ignorato nemmeno nello specifico caso di Bitcoin. 

A dire il vero ciò ha anche avuto un rovescio della medaglia, ovvero l’aumento stimato al 13% dei costi per la compliance, ma ciò che conta al fine di questa analisi è che il 2025 sia stato l’anno della svolta legislativa.

L’innovazione tecnologica

Un trend minore, ma importante, è stato quello legato all’innovazione tecnologica. 

A dire il vero il trend dell’innovazione tecnologia ha dominato i mercati finanziari, ed ha avuto impatti significativi anche sui mercati crypto, ma su Bitcoin ha avuto impatti minori. 

Il fatto è che a livello tecnico Bitcoin cambia sempre molto poco, anche se sopra il layer-1 che evolve poco c’è poi tutto uno sviluppo di layer-2 o protocolli superiori che continua a procedere. 

Nel 2025 infatti ci sono stati sviluppi che hanno potenziano l’utilità di Bitcoin, anche se nessuno di questi riguarda direttamente il protocollo di base. Si tratta infatti di soluzioni aggiuntive che però possono lo stesso avere un impatto significativo. 

La correlazione con l’azionario

Un trend che invece ha influito molto sull’andamento del prezzo di BTC è stato quello della correlazione con l’andamento del mercato azionario, in particolare quello statunitense. 

In realtà tecnicamente si tratta semplicemente dell’emergere di una correlazione con l’andamento di altri asset risk-on già emersa nel passato, ma che quest’anno si è molto consolidata. 

Se fino a pochi anni fa era opinione abbastanza comune che l’andamento del prezzo di Bitcoin potesse seguire logiche differenti rispetto a quelle ad esempio del mercato azionario, in questo 2025 è diventato invece abbastanza evidente che la sua natura risk-on lo rende inevitabilmente molto simile da questo punto di vista ad altri asset risk-on, e profondamente differente da asset risk-off come l’oro. 

Ed ecco che così gli stessi investitori istituzionali hanno iniziato ad inquadrare Bitcoin non più come “oro digitale”, ma soprattutto come una componente di diversificazione ad alto rendimento, paragonabile ad una “chiamata” asimmetrica sul futuro digitale.

Pertanto il prezzo di Bitcoin sembra sempre più legato non solo alle dinamiche interne di domanda ed offerta sui mercati crypto, ma anche e soprattutto alle politiche fiscali, monetarie e geopolitiche negli USA, ed a livello globale.

Il nuovo ciclo

Uno dei trend più discussi, soprattutto nell’ultima parte dell’anno, è stato quello legato alla narrativa del cosiddetto “ciclo lungo”, o della variazione del ciclo. 

Bitcoin ha un ciclo di circa 4 anni (3 anni e 10 mesi, per la precisione) legato all’halving. 

Fino ad oggi ci sono stati quattro halving (2012, 2016, 2020 e 2024) tutti seguiti da bullrun l’anno seguente (2013, 2017, 2021 e 2025). 

Il fatto però è che non solo quest’anno la bullrun è stata differente, perchè molto più limitata, ma è anche venuta a mancare una vera e propria grande bolla speculativa, come nei tre casi precedenti. 

Questa differenza è stata interpretata da molti come la fine del classico ciclo di 4 anni, o un suo cambiamento epocale, mentre invece potrebbe anche trattarsi solamente di un’anomalia. 

Satoshi ed il Dollaro USA

Inizialmente Satoshi Nakamoto avrebbe voluto che ci fosse esattamente un halving ogni quattro anni, in particolare a gennaio. Infatti minò il primo blocco di Bitcoin il 3 gennaio 2009, con l’aspettativa che gli halving successivi fossero a gennaio 2013, gennaio 2017, gennaio 2021, gennaio 2025, e così via. 

Invece il mining di BTC è andato più veloce rispetto alle aspettative ed ha ridotto le tempistiche medie tra un halving e l’altro a 3 anni e 10 mesi, tanto che il primo halving non fu a gennaio 2013 ma a novembre 2012, il secondo a luglio 2016, il terzo a maggio 2020 ed il quarto ad aprile 2024. 

È probabile che non solo la scelta dei 4 anni di Satoshi non sia stata casuale, ma che non sia nemmeno stato un caso che abbia minato il primo blocco proprio ad inizio gennaio 2009. 

La cosa curiosa è che il protocollo Bitcoin fu pubblicato da Nakamoto il 31 ottobre 2008, ma attese più di due mesi per minare il primo blocco. 

Altra cosa curiosa è che proprio a gennaio 2009 entrò in carica il nuovo presidente USA (Barack Obama), eletto a novembre dell’anno precedente, e che le elezioni presidenziali statunitensi si tengono proprio sempre ogni quattro anni, a novembre, con l’entrata effettiva in carica del nuovo presidente a gennaio dell’anno successivo. Infatti a gennaio 2013 iniziò il secondo mandato di Obama, a gennaio 2017 il primo mandato di Trump, a gennaio 2020 il mandato di Biden, ed a gennaio 2025 il secondo mandato di Trump. 

Queste curiosità potrebbero avere una spiegazione se si ipotizzasse che Satoshi Nakamoto fosse a conoscenza del ciclo del Dollaro USA, e che ambisse a connettere l’andamento del prezzo di Bitcoin a quel ciclo. D’altronde lo creò proprio per dare vita ad uno strumento di difesa contro la perdita di potere d’acquisto delle valute fiat, tra cui il dollaro è in assoluto la principale a livello mondiale, e la tecnica utilizzata per ottenere ciò era proprio l’halving. 

In effetti nel corso degli anni successivi, e poi soprattutto dopo il 2017 ed ancora di più dopo il 2020, l’andamento del prezzo di Bitcoin in dollari (BTCUSD) iniziò ad essere correlato al rapporto USCPI/DXY, ovvero l’indice dei prezzi al consumo negli USA (USCPI) ed il Dollar Index (DXY). 

Da notare che USCPI aumenta quasi sempre, mentre DXY spesso segue per l’appunto un ciclo quadriennale legato alle elezioni presidenziali, salendo l’anno delle elezioni, e scendendo l’anno successivo. 

Ciclo modificato o no?

Ebbene, il ciclo del Dollar Index non è cambiato, tanto che nel corso del 2025 sta avendo un andamento estremamente simile a quello del 2017. Nel 2021 invece usciva dal più grande QE della storia, che ne aveva temporaneamente modificato il ciclo. 

Pertanto il ciclo che dovrebbe stare alla base dell’andamento del prezzo di Bitcoin, ovvero quello dell’andamento del rapporto USCPI/DXY, non è cambiato, ma l’andamento del prezzo di Bitcoin in questi ultimi mesi del 2025 è nettamente differente rispetto a quello del 2017. 

Il problema è che su BTCUSD si sono formate due gigantesche anomalie, sia ad ottobre 2017 che ad ottobre 2025, che rendono non confrontabili gli andamenti di questi due mesi.

Infatti ad ottobre 2017, mentre DXY risaliva leggermente, BTCUSD avrebbe dovuto scendere, ed invece in modo totalmente anomalo si gonfiò una colossale bolla speculativa che poi scoppiò un paio di mesi più tardi. Questa anomalia quest’anno non si è verificata, ma in realtà è piuttosto normale che le anomalie non si ripetano. 

Inoltre ad ottobre 2025 negli USA è iniziato il più lungo shutdown governativo della storia, che ha avuto un forte impatto negativo su BTDUSD soprattutto a novembre. Anche in questo caso si tratta di un’anomalia, oltretutto mai accaduta in passato perché i precedenti shutdown erano durati molto meno, da quando esiste Bitcoin. 

A questo punto i due cicli di Bitcoin (quello culminato nel 2017 e quello culminato nel 2025) non sono paragonabili, mentre invece il ciclo che sta alla base dell’andamento di BTCUSD non solo è paragonabile ma è anche sostanzialmente lo stesso.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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