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JP Morgan userà Quorum per la tokenizzazione dei lingotti d’oro

Secondo quanto riportato dall’Australia Financial Review, la piattaforma Quorum, creata dal gigante JP Morgan in collaborazione con l’Ethereum Enterprise Alliance, consentirà ai minatori sostenibili di guadagnare un premio sui mercati globali, attraverso alcuni smart contract che automatizzano i processi con delle regole prestabilite, definendo il tutto come “indicatore delle nuove opportunità commerciali che la tecnologia dirompente creerà nel prossimo decennio.”

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Tokenizzare le materie prime o gli asset digitali è dunque quello che Umar Farooq, capo delle iniziative blockchain di JP Morgan, definisce come “nuove opportunità per i commercianti globali’”. Proprio questo è stato il tema di discussione della conferenza di Sibos tenutasi a Sydney la scorsa settimana, e sembra che la tecnologia di Ethereum sia la più adatta per la missione.

Le banche d’investimento non rinunciano, anzi sono sempre più attratte dal potenziale blockchain, che viene utilizzato però non per le transazioni o scambi di denaro, ma per migliorare le inefficienze dell’informazione, fornendo più privacy ai clienti dei servizi finanziari o, negli ultimi tempi, per creare realtà crittografate (diverse dalle valute).

Quorum cerca di trasformare le risorse con l’uso della tecnologia blockchain per digitalizzarle in modo efficiente, in modo che possano spostarsi sui libri mastri distribuiti.

In merito a Quorum, Umar Farooq dichiara:

“Siamo l’unico operatore finanziario a possedere l’intero stack, dall’applicazione al protocollo.”

E poi spiega come alcuni soggetti tokenizzeranno l’oro:

“Si avvolge il lingotto d’oro in una custodia a prova di manomissione etichettata elettronicamente, e si può tracciare il lingotto d’oro dalla miniera al punto finale – con il caso d’uso, se si sa che è una miniera socialmente responsabile, qualcuno sarà disposto a pagare un maggior spread su quell’oro rispetto invece quelli di cui non si sa da dove provengono. I diamanti sono un altro esempio.

La possibilità di tokenizzare asset rappresenta un miglioramento anche per la gestione della liquidità delle banche d’investimento stesse a livello globale consentendo, per esempio, la compensazione tra le filiali senza dover spostare denaro effettivo.

In casa JP Morgan, in passato, c’era stata una dichiarazione che aveva creato scalpore da parte dell’amministratore delegato Jamie Dimon che affermava Bitcoin come “una truffa”.

All’inizio di quest’anno, pare che lo stesso abbia poi ritirato la sua affermazione, cambiandola radicalmente con: blockchain è reale.

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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