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Il mining diventa ecosostenibile

C’è chi sostiene che estrarre criptovalute non sia più conveniente e cita come fattore negativo il consumo energetico esagerato, alla lunga insostenibile, delle attività di mining.

La notizia è che una startup russa, Comino, ha ideato un prodotto che ha l’obiettivo di risolvere entrambe le questioni in un colpo solo: il primo impianto al mondo di raffreddamento a liquido per il mining di criptovalute in casa.

Si tratta di un sistema di raffreddamento a liquido a basso consumo ed ecologico, facile da usare perché pensato per ampie fette di popolazione. Si tratta di un “miner per tutti” come lo definisce il fondatore della società madre, Evgeny Vlasov. Grazie all’impianto veloce e silenzioso per la casa, che supporta diversi tipi di algoritmo ed è pensato per estrarre ether e altre criptovalute come Zcash, “non bisognerà più trascorrere delle ore per imparare come assemblare e configurare la propria piattaforma”, si legge sulla pagina di presentazione del dispositivo.

In questa intervista esclusiva a The Cryptonomist, Vlasov spiega che “l’infrastruttura IT potrebbe essere utilizzata per supportare tutta la blockchain”. Quanto alle specifiche tecniche, il dispositivo “plug’n’play” – in vendita a 4.999 euro – assomiglia a un computer comune, ma in realtà all’interno della “scatola” si nasconde un super computer dotato di una scheda grafica all’ultimo grido, che consente di ottimizzare l’efficienza delle prestazioni. Qui il video in cui viene mostrato come funziona il miner.

La macchina di Comino consente non soltanto di risparmiare l’energia che si ottiene dalle infrastrutture IT, ma anche di utilizzarla di nuovo, trasferendola in un altro luogo. “Possiamo usare questa energia per riscaldare l’acqua negli appartamenti e nelle case, per riscaldare le case stesse”, osserva Vlasov.

Lato regulation, Vlasov si lamenta del fatto che per contrastare il fenomeno delle criptovalute alcune autorità si stiano muovendo per vietare le attività di mining.

Secondo  il manager questo non farà che moltiplicare il numero di azienda fuorilegge o che operano ai limiti della legalità. La potenzialità dei miner di Comino risiede nel fatto che qualunque cosa accada sul piano della regolamentazione, bisognerà per forza passare da questi dispositivi per le transazioni e per la costruzione di blockchain.

Anche se le attività di mining vengono messe al bando in certi paesi, sarebbe difficile fermare il fenomeno su scala globale. E in tutti i casi il super computer di Comino, basandosi su schede GPU, potrebbe essere utilizzato anche in settori extra crypto, per esempio per lo sviluppo di reti neurali, intelligenza artificiale, progetti statistici o di database.

Aiuta anche il fatto che il target sia vasto: per ora è rappresentato sia da persone che non sanno nulla di monete digitali o di come si gestisce un wallet, sia da esperti frustrati per il tempo perso nella creazione dei propri GPU farm o GPU Data Center; ma con la nuova generazione di data center IT, Comino pensa più in grande e punta a creare qualcosa che contraddistingua le città del futuro.

Signor Vlasov, ci può parlare del suo background e di come ha fatto il suo ingresso nell’industria delle criptovalute?

Ho iniziato la mia carriera come sviluppatore e in seguito sono diventato responsabile tecnico di progetti internazionali, fra cui in Canada, Nuova Zelanda, Malesia, Argentina.

Ho deciso di iniziare a fare qualcosa che potesse essere il mio progetto. Un ragazzo mi ha parlato di un’idea per avviare un servizio di tracciamento delle chiamate. La nostra azienda è stata la prima ad offrire un monitoraggio dinamico delle chiamate. Si tratta di una tecnologia di sostituzione e visualizzazione di un certo numero associato ad ogni visitatore unico del sito. Questo tipo di monitoraggio delle chiamate consente di tracciare la fonte pubblicitaria con la precisione della frase di ricerca, e legare la pubblicità contestuale ad un’inserzione specifica. E nello spazio di 5 anni questa società è cresciuta fino a diventare la più grande società di servizi di tracciamento delle chiamate in Russia.

Durante il mio lavoro in quell’azienda e, in realtà, prima di essa, ero già stato coinvolto nel business delle criptovalute come appassionato. È stato molto interessante per me capire cosa fosse BTC, perché fosse stato costruito, ecc.

Uno degli amici con cui abbiamo realizzato un progetto in Canada era Anatoly Knyazev, che ha anche sviluppato il primo fondo in BTC. Lui mi ha contattato e mi ha raccontato la sua idea: creare un dispositivo raffreddato a liquido.

Anatoly mi ha presentato un altro ragazzo, Alexey Chistov, ora nostro direttore tecnico. Insieme abbiamo discusso di questa idea. Ho pensato che fosse molto rischioso ma, allo stesso tempo, interessante e stimolante. E così ho deciso di iniziare a impegnarmi questo progetto.

Va detto che questo non è un progetto che riguarda solo le criptovalute. In realtà si tratta di un supercomputer con schede GPU con sistema di raffreddamento a liquido all’interno. Ma, naturalmente, in questo momento, il modo più redditizio per usarlo è il mining.

Può fornire ulteriori dettagli sulla nascita di Comino e su come l’azienda si è sviluppata nella sua forma attuale?

Alexey, il nostro direttore tecnico, aveva già realizzato molti progetti con un sistema di raffreddamento a liquido. E Anatoly ha sviluppato molti servizi finanziari basati sulle criptovalute. Da parte mia ho una grande esperienza con i software e i progetti di statistiche.

Una volta presa la decisione di creare questo miner, ci siamo subito messi al lavoro. Alexey è responsabile di tutte le decisioni di architettura, per tutta la parte tecnica. Io ero responsabile della sezione marketing, per le prime vendite, e ho creato la struttura della nostra futura azienda. Exante ha investito 10 milioni di dollari.

L’idea era quella di creare un dispositivo plug’n’play che fosse molto facile da usare e, allo stesso tempo, fosse in grado di riscaldare l’ambiente; creare un dispositivo per tutti, per le persone che non sanno nulla di criptovalute, che non hanno idea di come gestire un wallet. Abbiamo sviluppato un miner con raffreddamento a liquido all’interno – un miner per tutti. Era quello il concept principale all’inizio.

L’approccio “plug’n’play” dà a Comino un certo vantaggio rispetto alla concorrenza quando si tratta di attrarre novizi nel settore del mining, ma che dire dei miner esperti, delle aziende e degli stati? Che tipo di particolarità può indirizzare questo tipo di clienti verso Comino?

Durante la produzione del dispositivo B2C, abbiamo analizzato la domanda e abbiamo capito che non ci sono dispositivi B2B di questo tipo. E c’è un importante problema di risparmio energetico al quale sempre più aziende prestano attenzione. E così, è diventato molto chiaro per noi che la nostra missione è quella di risparmiare energia che otteniamo dalle infrastrutture IT e di trasferirla in un altro luogo. Possiamo usare questa energia per riscaldare l’acqua negli appartamenti e nelle case, per riscaldare le case stesse, ecc.

Così ora, oltre a produrre dispositivi plug’n’play per la vendita al dettaglio, stiamo anche lavorando su una soluzione B2B che ci permetterà di non sprecare energia.

Una volta che abbiamo iniziato a produrre e vendere i nostri dispositivi, ci siamo resi conto che molti miner esperti li stavano comprando. Perché? Perché sanno cosa significa costruire la propria GPU farm o il proprio GPU Data Center. Sanno che ci sono un sacco di problemi che dovranno affrontare, a cominciare dalle schede grafiche che non funzioneranno nel modo che vogliono, perché non possono funzionare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e non possono essere utilizzate in modalità overclock. In effetti non è un compito così semplice come può sembrare in un primo momento. Gli utenti più esperti acquistano i nostri dispositivi perché sanno che sul momento pagheranno un po’ di più, ma nel lungo termine ci potranno guadagnare.

Molte aziende sono interessate ad acquistare grandi infrastrutture. E adesso stiamo lavorando ad una nuova soluzione di grande impatto, non è ancora stata lanciata quindi non posso dire molto, ma posso dire che permetterà di consumare anche 1 MW e più.

In questo momento ho un paio di richieste da parte di persone che rappresentano degli Stati, sono interessati alla nostra soluzione da attuare nelle città. Mi riferisco a un’infrastruttura IT su GPU per produrre energia che può essere utilizzata per riscaldare acqua, case ed edifici. Ora stiamo costruendo questo progetto con un’unica società e probabilmente, tra 2-3 mesi saremo in grado di mostrarlo al pubblico.

Abbiamo molte richieste da parte dei neofiti dell’industria del mining. I “minatori” esperti prestano meno attenzione alla qualità, ma acquistano più miner.

Il vostro miner è disponibile in due versioni, una pensata per Ethereum e l’altra per ZCash. A cosa si deve questa scelta?

I nostri miner possono estrarre tutte le criptovalute. L’unico motivo per cui abbiamo scelto Ethereum e ZCash è la redditività. Quando abbiamo iniziato a produrre i nostri miner, era più profittevole minare ZCash con schede grafiche 1080 Ti ed Ethereum con schede grafiche 1060 Ti. Questa è l’unica ragione, solo la questione della redditività.

Il mining di Bitcoin e il mining di criptovalute in generale sono stati a lungo oggetto di critiche per il loro presunto impatto ambientale. Qual è la sua posizione in merito a questo dibattito e quale ruolo ritenga possa svolgere Comino in tal senso?

Come ho detto, stiamo facendo tutto il possibile per creare una struttura in grado di trasportare il riscaldamento da un luogo all’altro. Nel nostro caso non sprechiamo il calore, lo usiamo per riscaldare l’appartamento, l’acqua, ecc. Utilizziamo tutta l’energia che proviene dall’infrastruttura IT, in particolare dalle schede GPU.

Noi miniamo ETH. Il suo creatore, Vitalik Buterin, ha dichiarato che presto ETH passerà al proof of stake, in primo luogo per risparmiare energia. Ma noi lo stiamo già facendo. Possiamo usare questa energia, trasformarla in riscaldamento domestico, riscaldamento dell’acqua. Una volta che si utilizza Comino per questi scopi, sicuramente si viene a consumare meno energia. Stiamo quindi facendo tutto il possibile per rendere queste reti IT più ecologiche. Ecco perché il nostro logo è di colore verde.

Che cosa pensa dell’attuale caos normativo nel mondo delle criptovalute e di quanto questo possa avere un impatto sulla redditività del settore del mining?

Il mondo sta ancora decidendo come accettare le criptovalute e il mining e così via. Ma noi fin dall’inizio abbiamo detto che non stavamo producendo solo un miner, ma un supercomputer. La nostra azienda non dipende da questo caos. Ci riguarda, certo, ma non ci influenza per il 100%. Sappiamo che allo stesso tempo molti progetti, come reti neurali, intelligenza artificiale, progetti statistici, progetti di database possono essere realizzati con schede GPU. In questo modo i nostri dispositivi non perderanno il loro valore.

Se parliamo di algoritmi possiamo dire che, naturalmente, l’infrastruttura IT potrebbe essere utilizzata per supportare tutta la blockchain. La blockchain non esisterà se non c’è nessuna infrastruttura. Ma, assumendo un altro punto di vista, non sappiamo ancora cosa ci sarà in futuro – proof of work, proof of stake o proof di qualsiasi altra cosa. Ma in ogni caso, i miner saranno utilizzati per le transazioni, per la costruzione di blockchain o in generale per sostenerla.

Ora, a volte è difficile dire cosa stia facendo una persona – sta solo giocando a un gioco per computer o sta minando criptovalute? Non si può mai sapere di sicuro. Quindi direi che non si tratta di accettare o no le criptovalute, ma più di regolarla nel modo giusto. Mi piace la posizione che gli Stati Uniti e Bielorussia hanno assunto proprio su questo punto. Stanno regolamentando il settore, non proibendo. E come risultato c’è più business in questi paesi, girano più soldi, e vengono pagate più tasse.

Penso che non sia giusto proibire il mining, non è possibile ora. Ma se alcuni paesi lo faranno, finiranno per avere molte imprese che operano illegalmente. Non credo che abbia senso.

Puoi dirci qualcosa sui progetti futuri della sua azienda?

Abbiamo iniziato come una società indirizzata ai clienti retail. Ora stiamo creando qualcosa di nuovo, qualcosa di più grande, siamo pronti al livello successivo, pronti a offrire la nostra soluzione per le imprese e gli Stati. Stiamo sviluppando le nostre tecnologie e stiamo cercando di creare qualcosa di davvero impressionante, di grande e importante per la nostra vita, per le nostre città. Stiamo cercando di creare la nuova generazione di data center IT basati su schede GPU.

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Daniele Chicca
Daniele Chicca
Laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Bologna, con un anno da undergraduate presso la UCL di Londra. Giornalista professionista dal 2007, si è con il tempo specializzato in finanza, economia e politica. Dopo tre anni presso il desk di Reuters a Milano, ha lavorato per diverse testate, contribuendo tra le altre cose a portare a un incremento del traffico progressivo sul sito Wall Street Italia e offrendo servizi di vario genere da inviato per Radio Rai e per le agenzie stampa AGI e TMNews (ex Apcom). Al momento è responsabile della redazione, della linea editoriale e del coordinamento di un importante sito di informazione economica e finanziaria
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