Secondo la sentenza del Tribunale distrettuale di Tokyo, l’ex CEO di Mt. Gox Mark Karpeles è stato dichiarato colpevole e condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione.
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Lo ha riferito su Twitter Yuji Nakamura, che ha anche aggiunto che l’esecuzione della sentenza è stata sospesa: Karpeles pertanto non dovrebbe andare in carcere.
L’imputato però è stato ritenuto colpevole solo di manomissione di documenti finanziari, mentre è stato assolto dall’accusa di appropriazione indebita.
Infatti, il CEO era accusato anche di aver sottratto fondi all’exchange poco prima del fallimento del medesimo, ma era già stato dimostrato che l’ammanco era dovuto ad un furto subito dall’esterno.
Nakamura ha anche pubblicato le fotografie del verdetto del Tribunale, in cui emerge che la Corte ha scoperto che il modo con cui Karpeles dirigeva Mt. Gox era “un disastro totale”, e che ha manomesso alcune registrazioni contabili per nascondere l’ammanco di bitcoin.
Finished reading Karpeles verdict. In summary, the court found that the way he ran Mt. Gox was a total mess and that he tampered w/ records to hide the fact it was missing a lot of Bitcoin, but he did not do it for personal gain or have ill intent. Attaching relevant parts. pic.twitter.com/3n7oEwSsK0
— Yuji Nakamura (@ynakamura56) March 15, 2019
Tuttavia non avrebbe tratto alcun guadagno personale da questa sottrazione di fondi, e secondo la corte non avrebbe nemmeno avuto “cattive intenzioni”.
La sentenza sull’ex CEO di Mt. Gox Mark Karpeles
Nella sentenza si legge:
“Le manomissioni dei registri contabili hanno coinvolto importi estremamente significativi, con conseguenti gravi danni alla fiducia degli utenti […]
Non ci sono scuse per l’imputato, che è un ingegnere con conoscenze esperte, per aver abusato del suo status e della sua autorità per eseguire atti criminali intelligenti. Non possiamo trattare con leggerezza le responsabilità penali dell’imputato”.
Inoltre, l’ex CEO di MT Gox, Karpeles, non avrebbe adeguatamente separato le sue finanze personali con quelle della società, “giocando” con i vari account in modo confuso ed inappropriato, ma senza cattive intenzioni.
L’imputato aveva sempre negato di essere coinvolto nel furto di bitcoin, che portò poi all’inevitabile chiusura dell’exchange, ma non aveva mai nemmeno nascosto di aver commesso degli errori. Questa sentenza in qualche modo gli dà ragione, visto proprio che gli riconosce di non essere stato coinvolto nel furto.
Inoltre, non essendo un vero e proprio manager, o imprenditore, ma uno sviluppatore informatico francese che si è trovato a dirigere Mt. Gox dopo averlo acquistato da Jed McCaleb nel 2011 quando era ancora un exchange semi-sconosciuto, i suoi errori contabili possono realmente apparire solo come errori di una persona non esperta di contabilità aziendale giapponese, piuttosto che come tentativi deliberati di commettere un crimine.
Secondo la Corte di Tokyo questo merita comunque una punizione, perché si tratta pur sempre di un reato grave, ma anche loro ammettono che non ci sia stato intento doloso.
Karpeles di fatto si sarebbe soltanto trovato di fronte ad una situazione che non era preparato a gestire al meglio, senza sapere come uscirne fuori in modo pulito.