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Bitfinex replica alle accuse su Tether

Bitfinex ha replicato alle accuse del procuratore generale di New York di aver utilizzato i fondi di Tether per coprire un buco nell’exchange. L’exchange ha quindi rigettato le accuse, affermando la cattiva fede del Procuratore Letitia James.

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Ieri il procuratore generale dello stato ha ottenuto un ordine da un giudice che impedisce il trasferimento di denaro tra Tether e Bitfinex, quindi blocca la distribuzione di utile da parte dell’exchange ed i compensi agli amministratori ed obbliga gli amministratori a consegnare un insieme di documenti alle autorità.

L’accusa è di aver utilizzato i fondi derivanti dalla stablecoin per coprire 850 milioni di perdite derivanti dal trasferimento di fondi alla Crypto Capital Corp, avente sede a Panama, nel 2018, per l’effettuazione di una serie di pagamenti e di rimborsi che poi non avrebbero avuto luogo, mentre i fondi stessi sarebbero usciti della disponibilità di Bitfinex. Per compensare le perdite Bitfinex avrebbe attinto ai fondi della valuta virtuale.

La società di exchange risponde in modo secco alle accuse del procuratore:

“Le richieste dell’ufficio del procuratore generale dello stato di New York sono state scritte in cattiva fede e sono inficiate da affermazioni false, inclusa la supposta perdita per 850 milioni verso la Crypto Capital Corp. Al contrario siamo stati informati che questi fondi della Crypto Capital non sono persi, ma sono sotto sequestro e custodia. Ora stiamo agendo per vedere questi fondi liberati e poterli recuperare. Purtroppo l’azione del procuratore generale sembra diretta a minare i nostri sforzi a danno dei nostri clienti”.

Bitfinex ha quindi ribaltato le accuse contro il procuratore, ritenendolo indirettamente responsabile per qualsiasi danno che venga portato ai clienti a causa della perdita del denaro attualmente sotto sequestro presso Crypto Capital Corp.

La dichiarazione di Bitfinex prosegue ponendo in evidenza l’atteggiamento collaborativo della società e la solidità assoluta sia di Tether sia dell’exchange stesso.

Da ricerche effettuate da Cryptonomist abbiamo verificato che la società al centro della supposta sparizione dei fondi, Crypto Capital, potrebbe avere in realtà sede in Svizzera, nel Cantone di Zurigo, dove ha sede una società omonima, nel cui board siede un cittadino tedesco residente a Panama.

Sono noti i legami fra la finanza tedesca ed il paese centro americano, ben documentati dal recente caso dei “Panama Paper”. Attualmente la società è controllata ed operata dalla Global Trade Solution AG , avente sede nella Crypto Valley svizzera, società di piccole dimensioni operativa nella gestione dei capitali il cui presidente è un cittadino canadese, anch’egli però residente a Panama.

Sarebbe utile verificare se nel corso del 2018 vi siano stati dei trasferimenti fra l’exchange e la stablecoin di valore corrispondente alle accuse del procuratore. La mancanza o presenza di questi spostamenti sarebbe una prova sul caso.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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