Ripple ha annunciato di aver stretto una partnership con Mercy Corps per migliorare l’inclusione finanziaria dei paesi in via di sviluppo, al fine anche di “potenziare l’economia globale”, come si legge nel comunicato stampa ufficiale diffuso oggi.
Per farlo, Ripple ha contribuito con 10 milioni di dollari. L’obiettivo è quello di aiutare i quasi 2 miliardi di unbanked di tutto il mondo a migliorare il proprio stile di vita a partire proprio dalla loro vita finanziaria.
Le crypto da sempre hanno questo vantaggio e possono aiutare a tale scopo: fornire un metodo di pagamento facile, veloce e con poche fee a gente che non ha un conto in banca e spesso neanche dei documenti.
Ripple vuole quindi aiutare questa parte cospicua della popolazione globale, in un periodo in cui la pandemia del Coronavirus sta spingendo sempre più verso i pagamenti digitali e aumentando purtroppo il divario tra ricchi e poveri.
Tra le NGO, ovvero le organizzazioni non governative, Mercy Corps lavora proprio per cercare opportunità economiche per la popolazione più povera, aiutando 28 milioni di persone nel 2019.
Ripple per l’inclusione finanziaria globale
In questo scenario, la partnership con Ripple e Rippleworks, non profit co-fondata da Chris Larsen, Mercy Corps Ventures aiuterà la diffusione di tecnologie quali le crypto proprio per ampliare il numero di persone che possono diventare economicamente indipendenti. L’iniziativa durerà tre anni.
Attualmente Ripple e Mercy Corps Ventures stanno definendo il progetto pilota e le aziende fintech su cui investire, soprattutto avendo un occhio di riguardo nei confronti dell’America Latina.
Scott Onder, Senior Managing Director di Mercy Corps Ventures, ha dichiarato:
“Il sistema finanziario esistente è frammentato, antiquato, ed escludente, lasciando 1,7B persone “unbanked” e escludendo le donne in modo sproporzionato. Le emergenti tecnologie fintech, crypto e blockchain hanno il potenziale per una trasformazione radicale, ma ci sono rischi sostanziali per le persone più vulnerabili del mondo se le loro esigenze non vengono prese in considerazione nel momento in cui queste nuove tecnologie vengono progettate e implementate. Faremo leva sulle nostre risorse globali e la nostra portata per garantire che le community siano ascoltate e che le popolazioni vulnerabili non vengano lasciate indietro nella rivoluzione fintech”.