Dopo mesi di discussioni la Banca di Spagna ha aperto il registro per tutti gli operatori di asset digitali nel paese. Con questa mossa l’istituto centrale spagnolo stabilisce alcune linee guida per tutti gli operatori del settore.
Summary
Come funzionerà il registro per operatori di asset digitali in Spagna
Nelle linee guida del provvedimento emesso il 19 ottobre scorso, l’istituto centrale spagnolo specifica come l’obbligo di iscrizione nel registro si applica a “tutti gli individui e le istituzioni che forniscono servizi di cambio valuta virtuale” come l’acquisto e la vendita di criptovalute e i servizi di custodia.
L’obbligo di registrarsi compete a tutte le società che offrono servizi nel paese, e non solo quelle con sede legale in Spagna. La Banca di Spagna ha inoltre stabilito che le aziende potranno registrarsi solo online, mentre i privati potranno anche recarsi presso gli uffici del registro generale della Banca di Spagna.
Per chi non ottemperasse a questo obbligo sono previste pesanti sanzioni. Le multe partono da € 150.000 e possono arrivare fino a € 10 milioni. Non sono stati chiariti ancora i tempi entro cui iscriversi al registro da parte delle aziende interessate dal provvedimento, ma probabilmente sarà entro la fine del 2021.
Le banche spagnole sono pronte ad offrire servizi crypto
Questa decisione della Banca di Spagna arrivata con grande ritardo, farà sicuramente felici le tante banche spagnole, che da tempo erano pronte ad offrire servizi in criptovalute alla propria clientela, ma erano appunto in attesa di una decisione da parte delle autorità.
È da giugno che la Banca di Spagna ha comunicato alle banche che avrebbe presto istituito un registro per regolare l’attività legate agli asset digitali, ma alcune banche si erano già mosse per non perdere il treno delle criptovalute.
Il BBVA, uni dei due principali istituti del paese, dispone già di un servizio di trading di criptovalute in Svizzera, che fornisce servizi di custodia e negoziazione di asset digitali.
CaixaBank invece ha scelto Onyze, una piattaforma per la custodia di asset digitali spagnola, per promuovere un progetto pilota per servizi di questo tipo, anche se, per il momento, non sarà disponibile per i clienti.
Secondo Finder la Spagna sarebbe il secondo paese in Europa dietro alla Polonia in quanto a percentuale di persone (14%) che usano le criptovalute per fare pagamenti.
È invece al primo posto in quanto a conoscenza del mercato delle criptovalute, considerando che il 18% degli spagnoli ha qualche nozione delle crypto.