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Gli ambientalisti coniano NFT per salvare le foreste

“Gli ambientalisti coniano NFT per salvare le foreste”, il titolo di oggi sembra quasi un ossimoro, parlare di NFT che salvano foreste è po’ destabilizzante ma andiamo a fondo della questione.

Da anni ormai si discute e si lavora per trovare una soluzione al grande problema dell’inquinamento creato dalla Blockchain e fortunatamente, negli ultimi mesi, si inizia a vedere una luce in fondo al tunnel!

Gli ambientalisti nel mentre hanno trovato però una valida soluzione per ovviare al problema, facendo, come diceva un grande saggio, del proprio nemico il loro più grande amico! 

Con il grande boom degli NFT l’attività e il volume tradato sulle blockchain è aumentato esponenzialmente quindi gli ambientalisti che si battono da sempre per salvare la foresta Amazzonica, hanno deciso di utilizzare gli stessi NFT per arrivare ad una momentanea risoluzione del problema.

Moss Amazon forest NFT

Moss è la la società ambientalista brasiliana di cui stiamo parlando, la società che ha deciso di proteggere la foresta amazzonica tokenizzandola e rivendendo la proprietà sotto forma di NFT.

Prima di tutto, per essere più precisi, hanno comprato un’enorme fetta della foresta Amazzonica e solo successivamente l’hanno suddivisa in ettari e tokenizzata.

Quindi ora i diritti di ogni ettaro sono rappresentati da NFT, che stanno tradando sul mercato.

Cosí facendo le parti interessate che comprano la proprietà certificata contribuiscono indirettamente al mantenimento della foresta stessa.

Moss quindi ha trovato il modo per permettere a chiunque creda nella causa di aiutare a conservare la foresta pluviale più grande al mondo.

I token in questione sono stati messi sulla piattaforma OpeanSea per un round di prevendite e sono andati esauriti in meno di un’ora!

Dai dati raccolti da Moss sembra proprio che questa iniziativa possa davvero avere un forte impatto sulla deforestazione della foresta Amazzonica.

Cosa si ottiene dall’acquisto di questi NFT

Specifichiamo che gli acquirenti dei Moss Amazon NFT ora possiedono a tutti gli effetti un pezzettino dell’immensa foresta, un terreno dalle dimensioni equivalenti a quelle di un campo da calcio. 

Hanno poi ricevuto anche un certificato digitale criptato di proprietà, che attesta l’autenticità e il governo delle aree forestali.

L’augurio e la speranza di Moss company è quello poi di vedere l’area trasformarsi in un vero oggetto “da collezione”.

Luis Felipe Adaime è il CEO di Moss ha dichiarato: “Salvare l’Amazzonia è il nostro scopo e attraverso la tecnologia blockchain, permetteremo a sempre più persone di essere parte di questo sogno. Con l’acquisto di un’area di 50 ettari, abbiamo dato inizio ad un nuovo movimento per proteggere questa regione. 

Una cosa è certa: ci saranno più aree e NFT disponibili nel prossimo futuro”.

Dopo l’acquisto l’utente non deve fare nient’altro.

L’azienda agisce come guardiano e custode dell’appezzamento di terra ed è anche responsabile della sua conservazione, hanno infatti creato un fondo di protezione di 30 anni.
Specifichiamo che il 20% di tutti i proventi della vendita degli NFT vanno a coprire i costi. Costi che includono pattugliamento dell’area, immagini satellitari e sicurezza della stessa.

Anche il WWF gioca la carta degli NFT

Anche il WWF-UK lancia la sua collezione di non fungible token ma dopo poche ore, cambia idea e la ritira dal mercato.

Nei giorni scorsi il WWF-UK ha lanciato la  sua collezione di NFT con tutti i buoni propositi del caso. L’obiettivo infatti era quello di mettere sul mercato delle opere digitali rappresentanti 13 specie animali in via di estinzione, ovviamente a scopo benefico.

Dopo aver lanciato il progetto però l’organizzazione internazionale non governativa con sede nella città di Gland, dopo sole 48 ore, ha interrotto l’asta in seguito a forti proteste da parte di alcune organizzazioni ambientaliste.

La tesi principale utilizzata dai protestatari riguardava l’impatto ambientale che ha la blockchain e quindi gli NFT. Impatto che non può esser negato.

Quindi il  WWF-UK davanti ad un malcontento generale ha subito deciso di fare dietrofront ritirando la collazione e restituendo i soldi agli utenti che nella breve finestra di tempo disponibile avevano già concluso l’acquisto.

Il WWF-UK ha però sottolineato di non voler abbandonare completamente l’iniziativa, promettendo di ritornare sull’argomento dopo che il problema dell’impatto ambientale sarà stato risolto.

Il lancio tuttavia stava riscuotendo grande successo, l’associazione era infatti riuscita a vendere nel breve lasso di tempo ben 174 NFT, accumulando un totale di 46.000 dollari.

La questione non riceve un consenso unanime 

La cosa più strana in tutta questa vicenda peró non è il cambio di direzione da parte del WWF-UK ma l’eterogeneità decisionale da parte della stessa organizzazione nei confronti della questione.

Infatti mentre il WWF-UK dopo un timido tentativo di apertura a questi nuovi strumenti ha deciso di cambiar rotto, la stessa organizzazione in Germania ha invece lanciato un’altra collezione chiamata NFA – Non fungible Animals, grazie alla quale ha già accumulato piu’ di 250.000 euro di fondi.

La tesi di cui si fa scudo la sede del WWF tedesco, è quella riguardante il tipo di blockchain utilizzata. 

L’organizzazione infatti, per proteggersi dalle critiche, sostiene che il suo progetto NFT ha un impatto ambientale ridotto perché lanciato sulla blockchain di Polygon.

Affermazione che risulta palesemente falsa agli occhi dei più esperti e risulta anche difficile credere che gli sviluppatori degli NFT per il WWF tedesco e l’associazione stessa non siano davvero a conoscenza del reale stato delle cose.

Martina Canzani
Martina Canzani
Laureata in Legge all'Università degli Studi di Milano. Concluso il percorso accademico ha iniziato ad interessarsi al mondo della blockchain, trovando in quest'ultimo un potente strumento di riscatto. La passione si è poi trasformata in lavoro, ora infatti investe in progetti early-stage di finanza decentralizzata e DAO e scrive articoli raccontando tutte le news riguardanti il mondo crypto.
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