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Oro e metalli preziosi in rosso

Le parole di Jerome Powell, Presidente della Fed, al Jackson Hole, hanno sgomberato il campo dalle sottovalutazioni dell’anno precedente su crisi ed inflazione e hanno smosso in maniera negativa i mercati e tutti gli asset hanno subito ingenti perdite. In questo contesto, per preservare il valore dei propri investimenti, gli addetti ai lavori riponevano la propria fiducia in beni rifugio come l’oro.

I cosiddetti beni rifugio più conosciuti sono infatti i metalli preziosi come oro e argento, tuttavia le parole del Presidente della Federal Reserve, sembrano aver portato problemi anche in questo settore.

L’oro scende di prezzo

Per quanto riguarda l’oro, il prezzo all’oncia è capitolato al minimo da sei settimane rompendo il supporto dei 1.700 dollari il pezzo.

L’argento ha seguito le orme del metallo giallo ed è sceso a 17,80 dollari l’oncia. 

Entrambi i metalli preziosi hanno perso terreno anche rispetto al dollaro americano rispettivamente dello 0,85% e dello 0,89%.

Anche il palladio perde terreno passando di mano con un 4,18% in meno. 

Quest’anno sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea, l’inflazione ha superato il 9% e questo si è trasformato nella flessione dei metalli più inaspettata di sempre per gli analisti che vi riponevano fiducia. 

Un’oncia di oro rispetto al dollaro americano aveva raggiunto i 2.070 dollari l’oncia l’8 marzo 2022 mentre l’argento era arrivato al suo massimo dell’anno ovvero 26,46 dollari l’oncia, tuttavia l’argento ha perso il 23,14% del proprio valore da inizio anno ad oggi. 

Ai nastri di partenza l’oro registra 1.827,49 dollari americani l’oncia mentre oggi che ha raggiunto i 1.695,45 dollari per oncia raggiunge una perdita del 7,22%. 

La Banca Centrale Americana che vede come una battaglia principe la lotta all’Inflazione per riportarla a un più mite 2% ha rafforzato il dollaro a seguito dei sistematici interventi rialzisti sui tassi di interesse. 

“Una Fed più aggressiva, che implica tassi di interesse reali più elevati e un dollaro USA più forte, indicano entrambi un calo dei prezzi dell’oro”.

Questa è l’opinione di Przemyslaw Radomski, CEO della società di consulenza per gli investimenti Sunshine Profits. 

Dhwani Mehta di fxstreet.com invece ritiene che il prezzo d’oro non abbia ancora toccato il fondo. 

“Se i venditori troveranno una solida base al di sotto di quest’ultimo, sarà inevitabile una forte svendita verso il pivot point S3 di un giorno a 1.688 dollari”. 

Della stessa opinione di Metha anche David Meger, direttore del commercio di metalli presso High Ridge Futures che dichiara 

“C’è una continua pressione sull’oro dai commenti della scorsa settimana di Powell che hanno sollevato [la] aspettativa di una Fed più aggressiva. L’oro essendo un asset infruttifero avrà più concorrenza”.

Intanto il dollaro americano giovedì ha fatto registrare il suo massimo degli ultimi 20 anni arrivando a 109,59 cifra che spaventa non solo investitori ma anche i paesi al di là dell’oceano atlantico. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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