Negli USA è stata avviata una class action contro FTX e tutti coloro che l’hanno promosso.
Lo rivela Reuters che riferisce che diversi clienti statunitensi di FTX hanno citato in giudizio sia il fondatore di FTX, Sam Bankman-Fried (SBF), che diverse celebrità coinvolte nella promozione dell’exchange.
Summary
Le celebrità coinvolte nella class action contro FTX
Tra queste ultime spicca il nome di Tom Brady, mitico quarterback della NFL, vincitore di ben sette SuperBowl di cui l’ultimo l’anno scorso.
Tom Brady è in assoluto uno degli sportivi più celebri negli USA, nonché un vero e proprio mito del football americano.
Nel 2021 Brady ha investito in FTX, ed ha iniziato a promuoverlo apertamente e pubblicamente.
Altra celebrità coinvolta è l’attore Larry David, utilizzato da FTX tra l’altro proprio per lo spot mandato in onda durante il Super Bowl di quest’anno.
David è famoso, non solo per aver recitato in diversi film, ma soprattutto per essere stato il co-creatore della celebre sit-com Seinfeld, e per essere il creatore e protagonista della serie Curb Your Enthusiasm.
Altra celebrità coinvolta è la tennista giapponese Naomi Osaka è accusata di aver promosso FTX, oltre all’intera squadra di basket professionista dei Golden State Warriors.
I Warriors, che hanno sede in California nei pressi della Silicon Valley, sono i campioni in carica dell’NBA, e tra le loro fila contano una delle maggiori star del basket moderno, ovvero Stephen Curry.
SBF aveva moltissimi contatti nella Silicon Valley, quindi non stupisce che li avesse anche con i Golden State Warriors.
Pare siano coinvolti anche Gisele Bündchen, moglie di Tom Brady, Shaquille O’Neal e Kevin O’Leary. Secondo alcune voci non confermate rischierebbe di essere coinvolto anche Anthony Pompliano.
Le accuse che alimentano la class action contro FTX
La causa è stata intentata da un residente dell’Oklahoma, Edwin Garrison, che aveva un conto fruttifero FTX che ha finanziato con criptovalute per guadagnare interessi. A Garrison si stanno unendo molti altri ex clienti dell’exchange.
L’accusa dei legali di Garrison è che FTX fosse in realtà uno schema piramidale, assolutamente vietato dalla legge, perché i fondi degli investitori venivano trasferiti ad altre entità correlate per mantenere l’apparenza di essere liquidi.
Per questo motivo vengono accusati anche coloro che hanno promosso questo tipo di investimento.
Il servizio sotto accusa pertanto non è lo scambio di criptovalute che ne consentiva la compravendita, ma quello che prometteva di pagare interessi a chi avesse investito criptovalute.
Per la precisione l’accusa rivolta alle celebrity è quella di aver utilizzato pratiche ingannevoli per vendere il servizio dei conti fruttiferi in valuta digitale di FTX. Inoltre sono anche accusati di aver pubblicizzato titoli non registrati senza le dovute autorizzazioni.
I trascorsi passati
Non è la prima volta che negli USA delle celebrità vengono denunciate per aver promosso criptovalute.
Tempo fa Kim Kardashian accettò di pagare 1,26 milioni di dollari alla SEC per chiudere il procedimento a suo carico che la accusava di non aver rivelato di essere stata pagata per promuovere i token EthereumMax.
Ci sono state anche altre celebrity che sono finite sotto la lente di ingrandimento della SEC, spesso proprio perchè accusate di aver promosso degli investimenti senza le dovute autorizzazioni.
Infatti per promuovere a norma di legge un investimento che promette rendimenti finanziari è prima necessario cfarsi approvare dalla SEC il prospetto informativo. Senza tale approvazione l’eventuale promozione di investimenti di questo tipo risulta essere illecita.
La causa
L’azione collettiva è guidata dall’avvocato Adam Moskowitz, che ha dichiarato:
“È ancora molto difficile comprendere che una sola azienda abbia frodato più di 11 miliardi di dollari ai consumatori, tutti dal nostro cortile qui a Miami”.
Miami è in assoluto la grande città statunitense più vicina alle Bahamas, dove aveva sede l’exchange. In linea d’aria dista solamente 300 km da Nassau, dove è situato il quartier generale di FTX.
La proposta di azione collettiva è stata depositata martedì proprio presso il tribunale federale della Florida.
I querelanti sostengono che i clienti statunitensi di FTX abbiano subito danni per 11 miliardi di dollari, e che l’exchange prendesse di mira proprio “investitori non sofisticati” con lo scopo di convincerli ad investire nei loro prodotti finanziari.